Lav contro Remaschi: “Allarmismo sui cinghiali smentito dai numeri, deve dimettersi”

Un allarmismo fondato su dati sbagliati sui danni provocati dai cinghiali, “occultando informazioni”: per questo la Lav chiede le dimissioni di Marco Remaschi. Lo scorso 2 settembre l’assessore regionale aveva inviato una comunicazione ai consiglieri in cui esprimeva la propria preoccupazione per la presenza crescente degli ungulati e i danni ingenti all’agricoltura, ipotizzando “un serio rischio per il mantenimento dell’equilibrio naturale del territorio, con pericolo di conservazione di specie vegetali e animali, alcune anche particolarmente protette” e sottolineando come i cinghiali fossero “il doppio di quelli uccisi ogni anno dai cacciatori” e un, conseguente, intervento più energico.
Considerazioni che la Lav smentisce numeri alla mano: “Le allarmanti affermazioni di Remaschi ci hanno suggerito di chiedere agli uffici regionali i dati ufficiali rispetto ai danni procurati dagli animali selvatici, e alla presenza dei cinghiali sul territorio – dichiara Massimo Vitturi responsabile Lav settore Animali Selvatici – e le informazioni ricevute hanno rivelato alcune sorprese. Non solo non è noto il numero dei cinghiali presenti sul territorio, contrariamente a quanto afferma Remaschi che sostiene che gli animali siano 400.000, ma i danni alla fauna selvatica sono addirittura diminuiti del 13% nel 2013, ultimo anno per cui esistono dei dati!”.
Analizzando nel loro complesso, dicono dalla Lav, si vede come il valore massimo sia stato raggiunto nel 2007, sceso poi del 40%, con il minimo registrato nel 2009. Negli anni successivi e fino al 2012 si è registrato un incremento dei danni, che non hanno comunque mai raggiunto le cifre del 2007, fino al calo registrato nel 2013, anno in cui, peraltro, le uccisioni di ungulati hanno registrato il valore più basso dal 2007. “Questi ultimi dati sono stati deliberatamente ignorati dall’assessore, nella sua invettiva contro gli ungulati – prosegue Vitturi – Solitamente siamo noi animalisti ad essere accusati di basare le nostre teorie sull’onda delle emozioni ma in questo caso l’assessore Remaschi ci ha ampiamente superato! La sua stima sulla presenza dei cinghiali, e i dati relativi ai danni interpretati a sua discrezione, hanno il solo scopo di creare un allarme sul quale speculare, deliberando il massacro dei cinghiali. Remaschi ha quindi occultato informazioni che avrebbero confermato, senza alcuna ombra di dubbio, che l’emergenza cinghiali semplicemente non esiste e il clima di strisciante allarmismo, che l’assessore vuole creare tra cittadini e istituzioni, è un gravissimo esempio di mala politica, il tentativo di piegare la realtà agli interessi della categoria dei cacciatori, ben felici di dare la loro disponibilità pur di massacrare quanti più animali possibile. I cittadini toscani non meritano un amministratore così asservito alle istanze del mondo venatorio, chiediamo al Presidente Rossi un atto di concreta democrazia: ritiri le deleghe concesse a Remaschi e individui una persona degna di rappresentare gli interessi di tutti i cittadini toscani, dei quali i cacciatori rappresentano solamente un’esigua minoranza”.