Trasferimento forzosi per i dipendenti di Poste, il sindacato “chiama” il comitato unico di garanzia della Regione

Le segreterie dei sindacati territoriali di Poste Italiane insieme alle Rsu dell’azienda, alla luce della imminente quotazione in borsa, denunciano l’impostazione aziendale “di trasferire in modo forzoso e arbitrario – dicono Bellatti (Slc Cgil), Nocentini (Slp Cisl) e Bisogno (Uil Post) – il personale per indurlo a accettare il prepensionamento come avvenuto nel caso di una lavoratrice applicata in un centro servizi trasferita coattivamente alla sportelleria di un ufficio postale di Firenze”.
“Tale comportamento – dicono i sindacalisti – in netto contrasto con con il comma IV dell’articolo 38 del contratto collettivo nazionale in vigore e con il punto 4 del codice etico sottoscritto da Poste Italiane, relativo alla tutela della dignità e dei diritti dei lavoratori, colpisce oltretutto una lavoratrice dal comportamento ineccepibile dal punto di vista disciplinare e capace nello svolgimento del proprio lavoro. Non essendoci quindi alcun motivo palese che giustifichi il suddetto movimento, riteniamo che esso sia stato dettato esclusivamente dalla volontà di indurre la dipendente, prossima al pensionamento, ad accettare l’uscita anticipata alle condizioni offerte da Poste; il tutto in tempi strettissimi: la comunicazione del trasferimento è datata 11 settembre, la decorrenza 14 settembre”.
“Questo provvedimento, inoltre – concludono i rappresentanti sindacali – contrasta anche con quanto dichiarato da Poste Italiane nello scorso mese di aprile relativamente al dimensionamento del Centro servizi della Toscana. In tale occasione fu infatti affermato che il numero degli addetti era perfettamente in linea con le lavorazioni da svolgere. Pertando sindacati e Rsu hanno chiesto al Comitato unico di garanzia della Regione Toscana di intervenire per tutelare i diritti contrattuali e la dignità della lavoratrice e per evitare che simili comportamenti vessatori vengano reiterati da Poste Italiane”.