Regione, bilancio da 8,5 miliardi. L’80% è per la sanità

19 ottobre 2015 | 19:08
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Regione, bilancio da 8,5 miliardi. L’80% è per la sanità

Salvaguardare i servizi ai cittadini e contribuire a sostenere la ripresa: sono le parole d’ordine del bilancio 2016. Un bilancio da 8 miliardi e 507 milioni, esclusi avanzo e alcune partite tecniche speciali, con la sanità che pesa per l’80 per cento. Un bilancio dove ci sono ancora risparmi e ottimizzazioni di gestione e nessun aumento delle tasse principali.

“Abbiamo risparmiato laddove era possibile e non era facile, dopo averlo fatto negli anni precedenti” spiegano il presidente della Toscana Enrico Rossi e l’assessore al bilancio Vittorio Bugli, presentando la proposta che dopo l’approvazione di oggi verrà inviata alla valutazione dei sindaci revisori per poi tornare in giunta ed essere poi girata al consiglio regionale entro la fine del mese. “Ma abbiamo anche cercato di trovare risorse per sostenere la realizzazione di quelle infrastrutture capaci di renderci più competitivi” aggiungono. Darsena Europa a Livorno, Piombino e raddoppio della ferrovia Pistoia-Lucca in primis, viabilità regionale e difesa del suolo a seguire.
“Negli ultimi due mesi abbiamo lavorato per far fronte all’impossibilità, rispetto all’anno scorso, di utilizzare i fondi Fas per il pareggio di bilancio – spiega Bugli – cercando in tutti i modi di non aumentare la pressione fiscale in un momento in cui il governo nazionale lancia la sfida al Paese per ripartire. Abbiamo agito per riorganizzare al meglio l’utilizzo dei fondi comunitari recuperando quelli non particolarmente attivi. Abbiamo spulciato voce dopo voce e recuperato altri 25 milioni sui costi di gestione dopo i risparmi più che importanti ottenuti l’anno scorso”.

I numeri Il bilancio 2016 alla fine conterà 6 miliardi e 761 milioni per la sanità, 255 milioni di fondi vincolati e 1 miliardo e 491 milioni di bilancio effettivo dell’ente Regione, comprese le funzioni che erano delle Province. I fondi comunitari valgono 411 milioni.
Sul fronte della spesa corrente, la priorità è stata salvaguardare le politiche per l’istruzione e il diritto allo studio, la cultura e il sociale. Nei fondi europei si cercherà invece un sostegno per altre misure e politiche regionali, incluso il progetto Giovanisì lanciato all’inizio della scorsa legislatura. Del resto grazie all’impegno e lo sforzo di compartecipazione, la Toscana per l’attuale settennato potrà contare su 143 milioni in più dei precedenti sette anni, venti milioni in più l’anno. Si punta naturalmente anche ad un ulteriore recupero dell’evasione fiscale, che già buoni frutti ha comunque dato in questi anni.
“Quando abbiamo presentato il documento preliminare – spiega Bugli – avevamo detto che per chiudere in equilibrio il bilancio servivano 120-130 milioni. Ne abbiamo recuperati 25 attraverso un diverso utilizzo dei fondi europei a vantaggio di politiche regionali, 8 dall’aumento dell’imposta sui canoni demaniali e 2 da un adeguamento di aliquote provinciali. Venticinque sono il frutto di risparmi nei costi di gestione, frutto della spending review già avviata e che proseguirà”. Risorse che arriveranno anche dai 260 dipendenti della Regione che entro il prossimo anno andranno in pensione anticipata e non saranno sostituiti, un dipendente su dieci e molti dirigenti, anche se i maggiori risparmi si vedranno dal 2017. Risorse che arriveranno anche dalla riduzione di assessori e consiglieri, che c’è già stata a giugno e nel 2016 varrà per l’intero anno.
“Altri 25 milioni li abbiamo invece recuperati – prosegue l’assessore – dai fondi di rotazione destinati a politiche di sostegno al credito e sostituiti da analoga espansione del microcredito e da politiche di promozione, 7 dalla revisione del trasporto pubblico locale, 4 dall’ottimizzazione della manutenzione delle strade regionali e 9 frutto di altri piccoli risparmi e minori trasferimenti ad alcuni enti”. Mancavano a questo punto, per la quadratura del cerchio, ancora venticinque milioni. “La nostra proposta al Consiglio è di coprirli – dice l’assessore – e farlo con metà dei cinquanta milioni che ci sono stati riconosciuti dal governo come premio per gli standard raggiunti, tra i primi in Italia, sul trasporto pubblico locale e che presto ci saranno trasferiti”.
Tasse invariate. La proposta di legge di stabilità licenziata dalla giunta e inviata ai sindaci revisori non porta alcuna brutta notizia nelle tasche dei toscani. Non aumenterà l’addizionale Irpef regionale pagata da famiglie e lavoratori toscani, che rimarrà la stessa del 2015. Non sarà ritoccato il bollo auto, che vale 370 milioni nel bilancio della Regione. Non ci sarà alcuna accisa regionale sulla benzina e nessun aumento sull’Irap, l’imposta sulle attività produttive pagata da imprese e lavoratori autonomi.
Nuovi sconti per la montagna Anzi, per gli esercizi commerciali montani con un imponibile fino a 77 mila euro l’anno è previsto un ulteriore sconto che si aggiunge all’agevolazione di cui già godevano: mezzo punto percentuale in più e dunque un’aliquota ridotta pari al 2,94 per cento. I possibili destinatari sono seicento, calcolano gli uffici, e un negozio con un imponibile di 40 mila euro ne risparmierà nel corso dell’anno 384 tra vecchio e nuovo sconto.
L’Irap, l’imposta sulle attività produttive, ha un’aliquota base pari oggi al 3,9 per cento definita dallo Stato. La giunta toscana ha confermato gli sconti per chi toglie le slot machine da bar ed esercizi (mezzo punto di riduzione e aliquota al 3,4). Al contrario avrà un’aliquota maggiorata di 0,3 punti chi decide di tenerle. Confermate le agevolazioni per le onlus, le imprese sociali, le aziende di servizi alla persona e per chi noleggia auto ed autocarri (aliquota per tutti al 2,98 per cento). Non potranno invece essere rinnovate, perché in scadenza, le riduzioni di cui beneficiavano le reti di impresa, le aziende innovative, quelle che hanno firmato protocolli di insediamento o che si trovano in aree complesse. Di fatto la parte dell’imposta regionale teoricamente ‘manovrabile’ dalla Regione, in aumento o diminuzione, è pari solo ad 88 milioni. Il resto è fissato dallo Stato. La Regione stima per il 2016 di incassare un miliardo e 96 milioni e l’imposta fondamentalmente servirà, come sempre, a finanziare la sanità, con l’aggiunta di una parte dell’Iva che consente di arrivare al budget assegnato dal fondo sanitario nazionale.
Canoni demaniali marittimi, cresce l’imposta regionale Ritocco invece per l’imposta regionale sui canoni demaniali marittimi. Chi ha in concessione un tratto di spiaggia e magari l’attrezza, caso tipico gli stabilimenti balneari, paga un canone al Comune e un’imposta alla Regione. La tassa regionale è ora il 25 per cento del canone e passerà al 100 per cento. Chi ha una concessione pagherà il canone ai Comuni e esattamente lo stesso importo alla Regione. La legge consentiva di alzare l’imposta fino al 300 per cento. Il ritocco permetterà di incassare 10,35 milioni di euro contro i 2 milioni e 750 mila riscossi nel 2014.
Nella proposta di bilancio licenziata gli investimenti per il 2016 dalla giunta non ci sono. E’ tutto rinviato ad un emendamento che sarà presentato in Consiglio regionale entro dicembre, prima dell’approvazione definitiva della legge di stabilità.
Con l’obbligo del pareggio di bilancio, gli investimenti rischiano infatti di ridursi di due terzi rispetto solo a due anni fa. Un taglio da duecento milioni.
La Regione non potrà quasi più ricorrere a mutui per finanziare piccole e grandi opere, se non per la quota di capitale rimborsato nel corso dell’anno su prestiti attivati in precedenza. Un meccanismo peraltro non automatico. Così il presidente Rossi e la sua giunta hanno deciso di prendersi altro tempo per definire meglio le priorità, sperando che nel frattempo qualcosa si sblocchi.
Già quest’anno la Regione ha potuto spendere in investimenti solo 100 milioni, contro una media di 280-300 milioni degli ultimi tre anni, sanità compresa. Nel 2016 potrebbero essere ancora meno, una settantina. Ma ci sono richieste avanzate dalla Toscana assieme alle altre Regioni al Governo, da cui si attendono risposte: una fra tutte la possibilità di non considerare nel pareggio di bilancio i cofinanziamenti ad opere sostenute con i fondi Ue, che dal patto sono esclusi. E se i fondi Ue sono esclusi – è la tesi – perché considerare le risorse regionali che a questi si aggiungono e sono necessari a realizzare le opere?
L’obiettivo sarebbe arrivare ad almeno 170-190 milioni di spesa possibile, che verrebbe concentrata su difesa del suolo, sanità e viabilità. A dicembre in consiglio regionale sarà impostato anche il piano di sviluppo regionale: un piano semplificato e più sintetico che sarà “una sorta di masterplan per la legislatura”, come ha anticipato il presidente Rossi, organizzato su progetti specifici e diviso in non più di 25-30 punti.
Nello scenario disegnato dal nuovo bilancio cambierà anche il volto della macchina regionale, frutto di scelte fatte l’anno scorso e del riordino delle funzioni delle ex Province: “una Regione comunque più sobria, più leggera e con una classe politica più consapevole di dover costare meno e sopportare un carico di lavoro maggiore – sottolinea Bugli – con la filiera decisionale accorciata, meno dipendenti e meno dirigenti, con una semplificazione dei passaggi tale da trasformarla, oltre che in ente di legislazione e controllo, anche in ente che si prende la responsabilità del governo e di gestione diretta di filiere fondamentali per i cittadini e le imprese puntando ad una semplificazione di “chi deve fare cosa”, in settori chiave come l’ambiente, la formazione e l’agricoltura, la difesa del suolo, la formazione e il lavoro o la viabilità regionale”.
Una Regione che spende già oggi, negli affitti delle sedi per i propri uffici, molto meno degli anni passati. Fino a cinque anni fa il saldo era negativo, nel 2014 uscite ed entrate hanno fatto pari e nel 2015 – contratti alla mano – il saldo sarà addirittura in attivo di circa 200 mila euro. La Regione ha speso infatti per i locali in affitto 1 milione e 750 mila euro (nel 2012, solo tre anni fa, erano 3,8 e quindi più del doppio), ma sempre nel 2015 ne ha incassati 1 milione e 950 mila euro. In sostanza è come se la Regione oggi non spendesse niente per gli affitti e già utilizzasse tutti immobili di proprietà. Un saldo che migliorerà ulteriormente nei prossimi anni, appena dismessi i locali di via Alderotti a Firenze dove hanno sede gli uffici della sanità. Altri risparmi sono il frutto di acquisti centralizzati e gare per il risparmio energetico.
L’assessore spiega che con il bilancio sarà presentato anche un documento che riguarderà le partecipate e uno sulla dismissione del patrimonio immobiliare non utilizzato, proseguendo il piano già avviato da alcuni anni e rallentato dalla crisi del mercato edilizio.
“Sulle partecipate diciamo che anche quelle che saranno dichiarate strategiche dovranno avere bilanci in pareggio al 31 dicembre del prossimo anno – dice l’assessore – altrimenti la Regione dismetterà le proprie quote. Sugli immobili da vendere faremo invece un piano che metta insieme tutto il sistema Regione, sanità e agenzie comprese”. Eventuali entrate in questo caso non saranno conteggiate per il pareggio di bilancio e potranno essere utilizzate per finanziare investimenti.