Supplenti e precari, i dubbi del sindacato. Sabato flash mob a Firenze

L’Istituto nautico che non può fare nautica (succede a quello di Marina di Carrara, dove manca l’assistente tecnico per far uscire gli studenti in barca perché la legge di stabilità impedisce la sostituzione). La professoressa che dopo 36 mesi di supplenza non potrà essere più assunta. I vincoli di spesa che impediscono le nomina dei supplenti, la mancanza di professori di matematica (i neolaureati a luglio, fuori dalle graduatorie, con la semplice messa a disposizione si trovano a fare una supplenza annuale) e di sostegno. Storie nelle scuole toscane che sono state oggetto di una una conferenza stampa (organizzata da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda) oggi nella sede di Cgil Toscana a Firenze.
Nell’occasione è stata presentata l’assemblea unitaria delle Rsu e dei delegati della Toscana di sabato (24 ottobre) a Firenze in via Santa Reparata 65, dove interverranno anche studenti e genitori e si parlerà di legge 107, organici, lavoro Ata, contrattazione di istituto e contratto nazionale. Al termine dell’assemblea (intitolata L’unione fa la scuola, più valore al lavoro nella scuola) ci sarà un flash mob sul Ponte alle Grazie alle 13. “Il tema del flash mob – dicono i sindacalisti – saranno i dadi, simbolo del caso che ormai governa la scuola toscana: mi chiamano a insegnare? Le graduatorie sono definitive? Sarò assunto? In che provincia? Tutte domande che il personale si fa e restano senza risposte per via delle incertezze della legge 107”.
Primo punto all’indice è quello della graduatoria supplenze: “La prossima settimana – dicono i sindacati – avremo l’entrata in vigore delle nuove graduatorie di istituto: ci sarà in tutte le scuole un “giro di valzer” di supplenti. Infatti ad oggi le numerose supplenze in essere, dove sono state fatte, avvengono con la formula “fino all’avente (diritto) titolo” in quanto le graduatorie non sono ancora definitive: dai primi di Novembre dovrebbero entrare in funzione quelle aggiornate che comporteranno il nuovo scorrimento delle graduatorie e il cambiamento dei supplenti. Ecco perché bisognerebbe che le nuove nomine avvenissero attraverso un coordinamento provinciale delle scuole: così si potrebbe garantire ai supplenti inseriti in più scuole di avere l’offerta migliore e contestuale, provando a favorire la continuità nell’interesse degli alunni. Ciò interromperà la mancata nomina di supplenti su alcune assenze particolari: sostituzione collaboratori del dirigente, ore di alternativa e altro che compromettono il diritto allo studio degli alunni. Si tratta di alcune migliaia di posti di lavoro a cui si aggiungeranno le supplenze del potenziamento. C’è poi l’emergenza Ata: i vincoli della legge di stabilità stanno compromettendo il regolare funzionamento delle scuole. Chiediamo che il governo rimuova tutti i vincoli sulle supplenze: i risparmi di alcune centinaia di milioni di euro non corrisponde ai danni che si stanno facendo sulla vita quotidiana delle scuole”.
Dubbi anche sul piano straordinario di assunzioni: “La fase B – prosegiono i sindacati – ha già evidenziato gravi limiti e carenze, la fase C (il cosiddetto organico potenziato dell’autonomia, previsto da novembre) non sarà, come annunciato dal governo, la reale risposta ai bisogni e alle richieste delle scuole. E’ il tentativo di svuotare le graduatorie ad esaurimento dei precari: saranno assegnati alle scuole profili di docenze che possono non corrispondere al piano dell’offerta formativa. Con la nota del 21 settembre, infatti, il Miur ha richiesto ad ogni istituzione educativa di indicare un ordine di preferenza per campi di potenziamento. Per la loro organizzazione, questi campi possono comprendere docenti di più classi di concorso e un potenziamento dal profilo del tutto generico. Si tratta, poi, di un ordine di preferenza: se un’area è già esaurita, potrebbe esserne assegnata un’altra. Una successiva nota Miur del 5 ottobre ha spostato la data di presentazione dei Ptof al 15 gennaio 2016. Prima vengono assegnati i docenti, poi le scuole presentano il piano dell’offerta formativa. Resta conunque il fatto che l’arrivo di questi docenti rappresenta comunque un organico aggiuntivo che la scuola potrà usare: chiediamo non lo si faccia per le supplenze ma per intervenire sulle carenze”.
“Il comma 131 della legge – proseguono i sindacalisti – stabilisce che, dall’1 settembre 2016, i contratti di lavoro a tempo determinato di tutto il comparto scuola (docenti, educatori, amministrativi, tecnici ed ausiliari) non possono superare i 36 mesi, anche non continuativi. Significa che, dal 2019, coloro che hanno svolto servizio per 36 mesi complessivi non possono essere richiamati per incarichi su posti disponibili. Si chiude così la questione precari, liquidata in poche righe. La legge risolve la stabilizzazione del personale con la cancellazione del precariato. Ecco perché la sistemazione degli insegnanti abilitati è una priorità con scadenza, tre anni appunto. Il concorso previsto non è la soluzione giusta”.
“La legge, infine – chiude la protesta – prevede diverse deleghe al governo, una fra le tante l’istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni. Scompare il profilo autonomo della scuola dell’infanzia (3-6 anni), ora inserita in un sistema che prevede docenti ed educatori all’interno di poli per l’infanzia. La delega prevede una cogestione del “servizio” da parte dello Stato, delle regioni, degli enti locali. E’ chiaro l’intento: ridurre a servizio un intero settore dell’educazione e della formazione, abbattere i costi, rendere marginale il ruolo dell’insegnamento. Si prevedono infatti le compresenze fra docenti ed educatori, per una maggiore flessibilità oraria. E’ l’istituzione non di poli per l’infanzia ma di poli per l’assistenza. Grave aver escluso dal piano di potenziamento la scuola dell’infanzia: in Toscana, per contenere le richieste delle famiglie, gli enti locali a partire dalla Regione fanno sussidiarietà sostenendo economicamente sezioni di scuola dell’infanzia che potevano essere statalizzate. I 75 posti in più fatti questo anno sono posti tolti agli altri ordini di scuola. E’ scientificamente provato che uno dei modi per abbattere la dispersione scolastica in età adolescenziale è frequentare la scuola dell’infanzia: perchè non la si è messa in organico potenziato visto che la legge 107/2015 si poneva questo obiettivo della lotta alla dispersione scolastica?”