
Da 22 mesi attendono il rinnovo dei rispettivi contratti. E così sabato prossimo i lavoratori della Grande distribuzione, della Distribuzione cooperativa e di Confesercenti in tutta Italia faranno sciopero (indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil); circa 30mila quelli coinvolti in Toscana dove è previsto un presidio sotto la prefettura di via Cavour a partire dalle 9,30.
“Le trattative non hanno fatto avanzamenti significativi, nonostante si sia arrivati al rinnovo del contratto nazionale con Confcommercio, ed è quasi paradossale che le aziende del piccolo commercio abbiano rinnovato il contratto e riconosciuto l’aumento salariale mentre le grandi aziende, private e multinazionali, e le grandi cooperative non lo vogliano fare – dicono i sindacati .
Tutte e tre le associazioni continuano a chiedere meno diritti e meno salari, per l’esattezza un arretramento dei diritti normativi e una diminuzione del costo del lavoro”. A Federdistribuzione viene contestata la cancellazione degli scatti di anzianità, la diminuzione dei permessi retribuiti, l’aumento della flessibilità dell’orario, norme di riduzione dei livelli retributivi e indisponibilità a riconoscere l’aumento salariale con le stesse modalità del contratto nazionaleeConfcommercio, per la Cooperazione invece ci sarebbe un peggioramento peggioramento delle condizioni normative ed economiche dei nuovi assunti, la diminuzione del costo dell’ora lavorata, la riduzione delle maggiorazioni per il lavoro straordinario, domenicale e festivo, supplementare e notturno, il peggioramento del trattamento economico della malattia, interventi peggiorativi per le cooperative minori, deroghe al contratto nazionale per il Sud, ribadendo la pregiudiziale del recupero del differenziale di costo tra il contratto della cooperazione e quello del commercio privato; infine Confeserenti attraverso un ulteriore peggioramento complessivo delle tutele economiche e normative, con la richieste di deroghe al Ccnl su base dimensionale. “Riteniamo necessario un cambio di passo da parte delle associazioni, per riavviare un negoziato che non abbia come unico obiettivo quello di colpire il costo del lavoro. Se tagliare salari e diritti non è accettabile per le aziende private, lo è ancor meno per le Cooperative, anche per i loro valori fondanti, tra i quali la difesa dell’occupazione, del salario e dei diritti dei propri collaboratori – aggiungono i tre sindacati confederali – Valori che appartengono a quella distintività cooperativa che ha contribuito alla solidità economica delle cooperative stesse, e che ha permesso loro di rispondere alla crisi meglio delle aziende private e multinazionali. Così come sono ancora più inaccettabili le richieste di Federdistribuzione, dopo che le loro aziende associate hanno, in questi anni, disdettato i Contratti integrativi e aperto procedure di riduzione del personale che hanno avuto ricadute pesanti sulle condizione economiche e di qualità del lavoro dei dipendenti”.
In Toscana sono state fatte e si stanno effettuando centinaia di assemblee in tutte le aziende aderenti a Federdistribuzione e alla Cooperazione, che hanno visto la sentita e attiva partecipazione di tantissime lavoratrici e tantissimi lavoratori, per condividere e confermare le ragioni dello sciopero. “Saranno tante lavoratrici e tanti lavoratori a ritrovarsi sabato mattina davanti alla Prefettura di Firenze, insieme ai sindacati, per manifestare. Saremo tanti e determinati per quella che è solo la prima tappa di una grande mobilitazione per i diritti, il salario e per la conquista del contratto nazionale”.