Con l’abrogazione della Fini-Giovanardi in calo i detenuti tossicodipendenti

12 novembre 2015 | 16:00
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Con l’abrogazione della Fini-Giovanardi in calo i detenuti tossicodipendenti

Diminuiscono nelle carceri toscane i detenuti tossicodipendenti, uno su quattro, un calo dovuto all’abrogazione per via costituzionale della Fini-Giovanardi. E’ uno dei dati che emergono dal dossier La droga in carcere: fatti e misfatti, presentato dal garante regionale Franco Corleone.

Su una popolazione di 3mila 247 detenuti, 836 sono tossicodipendenti e 1071 sono dietro le sbarre per violazione della legge sulla detenzione illecita di sostanze stupefacenti (dati aggiornati a giugno 2015). “Sono numeri che mostrano quanto ancora il carcere sia per la maggior parte un luogo di detenzione sociale e frutto di una legge criminogena”. Nel giro di sei mesi la loro percentuale è scesa dal 27,10 (fine 2014) al 25,75%, giugno 2015. Nel dossier è presente anche la suddivisione territoriale per le 18 strutture penitenziarie: ad Arezzo 5 su 26, ad Empoli nessuno su 15, al Gozzini di Firenze 37 (dei quali 13 stranieri) su 87, a Sollicciano 199 uomini (124) su 602 e 22 donne (quattro) su 91, a Grosseto 6 (uno straniero) su 21, a Livorno 36 (16) su 209, alla Gorgona nessuno su 58, a Lucca 31 (20) su 105, a Massa 98 (17) su 177, a Massa Marittima 15 (sei) su 40, all’Opg di Montelupo fiorentino 8 (uno) su 92, a Pisa 37 (13) su 259, a Pistoia tre su 18, a Porto Azzurro uno su 258, a Prato 210 (134) su 616, a San Gimignano 81 (12) su 372, a Siena 16 (sei) su 63, a Volterra 19 (uno straniero) su 138. Inoltre, al 30 giugno 2015, dei 1071 detenuti presenti negli istituti toscani per violazione della legge sulla detenzione di droghe: 7 ad Arezzo, 6 ad Empoli, 27 al Gozzini, 192 a Sollicciano, 7 a Grosseto, 95 a Livorno, 17 alla Gorgona, 31 a Lucca, 60 a Massa, 16 a Massa Marittima, 7 all’Opg, 81 a Pisa, 5 a Pistoia, 76 a porto Azzurro, 206 a Prato, 172 a San Gimignano, 25 a Siena, 41 a Volterra.
Corleone ha parlato anche della detenzione femminile: “In Toscana le donne in carcere sono 184, poche ma stanno male. Proprio le donne potrebbero rappresentare un nucleo di sperimentazione forte della detenzione in luoghi fuori dall’istituto penitenziario, in case della semilibertà, case al femminile, luoghi per tossicodipendenti”. Una nota dolente sulla salute negli istituti penitenziari, “il carcere – ha fatto notare Corleone – produce malattia, solo il 27 per cento dei detenuti è considerato sano”. Per superare questa “drammatica situazione”, le proposte avanzate dal garante regionale sono l’applicazione delle “misure alternative” oppure la possibilità che la Regione presenti al Parlamento una proposta di legge di modifica del testo unico 309/90 “Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti”.

Corleone ha parlato anche della mancata chiusura dello psichiatrico di Montelupo. “Una situazione incredibile, nessun Opg in Italia – ha detto – è stato chiuso nonostante una scadenza di legge precisa, il 31 marzo scorso e questo provoca un internamento illegale e incostituzionale”. “La magistratura di sorveglianza di Firenze ha accolto il ricorso firmato da 47 internati e ha dato tre mesi di tempo alla Regione per trovare una soluzione”. Il garante ha spiegato che la Rems provvisoria di Volterra da 22 posti dovrebbe essere pronta tra tre mesi, in attesa di quella definitiva da 40 posti.
Alla conferenza stampa è intervenuto anche Corrado Marcetti della Fondazione Michelucci, che si è soffermato sui numeri dei detenuti in semilibertà, “su 52 mila 294 detenuti in Italia, solo 747 sono in semilibertà e le strutture per la semilibertà sono spesso dentro il perimetro carcerario, seguono la ritualità carceraria, non sono case di reinserimento, non sono nel tessuto urbano, non hanno dialogo con le città”.