La vicepresidente Barni accoglie Mattarella all’Accademia della Crusca

“La Regione Toscana è onorata di poterla accogliere in questa prestigiosa istituzione, punto di riferimento per lo studio della nostra lingua e per la diffusione della sua conoscenza nella società. Quello della lingua è un tema non marginale, ma troppo spesso lasciato nella marginalità”. Ha esordito così la vicepresidente Monica Barni nel suo saluto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita all’Accademia della Crusca.
“La sua presenza qui – ha proseguito – dimostra la sua attenzione alla questione della lingua, attenzione che è ancor più necessaria nella società contemporanea dove la compresenza di innumerevoli lingue e culture è un dato strutturale. Occuparsi di lingua, riflettere sulla lingua significa riconoscerne il valore sociale: il rapporto fra lingua e cittadinanza, i diritti di tutti i cittadini, italiani e stranieri, che vivono nel nostro territorio”.
E’ la Carta Costituzionale, all’articolo tre, a stabilire che tutti i cittadini abbiano pari dignità e siano uguali davanti alla legge senza distinzioni, fra le altre cose, di lingua: “Sancisce quindi il rispetto e la tutela di tutte le varietà linguistiche, a patto che ai cittadini della Repubblica sia consentito non subire tali differenze come elementi di discriminazione, come ostacoli alla parità. ‘Conta di più chi sa più parole’ diceva don Lorenzo Milani. È solo la lingua che fa eguali. Eguale è chi sa esprimersi e intende l’espressione altrui. Che sia ricco o povero importa meno. Basta che parli” . “E non basta certo l’italiano. Gli uomini hanno bisogno d’amarsi anche al di là delle frontiere. Dunque bisogna studiare molte lingue e tutte vive”.
In accordo con don Milani, anche per la vicepresidente va sostenuto il valore immenso dell’educazione linguistica e a questo fine tutti debbono impegnarsi. Sono le lingue lo strumento primario di creazione dell’identità personale e collettiva, come singoli individui e come parte di una comunità sociale e statale. “Oggi più di ieri c’è bisogno di conoscenza reciproca, di dialogo, di mediazione”. La marginalità con cui invece troppo spesso è stato affrontato il tema delle lingue è segno della criticità che la nostra società vive ancora sulla questione dei diritti all’espressione, che sono innanzi tutto diritti alla lingua, all’uso delle lingue. Ancora oggi, una parte molto consistente di cittadini ha difficoltà a muoversi in modo consapevole nel mondo contemporaneo. “Invece chi padroneggia la lingua, le lingue, ha il potere sul mondo che lo circonda, ha la facoltà di accedervi, di comprenderlo, di intervenirvi, di dialogare con gli altri, e di modificarlo”. La Toscana, che nei secoli è stata parte fondamentale della questione della lingua italiana, è pronta a fare la sua parte. “È una terra ricca di istituzioni prestigiose, proprio come l’Accademia della Crusca, che si occupano della lingua italiana e delle lingue degli altri da varie prospettive di analisi, tradizionali, digitali, descrittive, applicative, di alfabetizzazione, di promozione in Italia e nel mondo. E la Regione – ha concluso Barni – è pronta a lavorare insieme alle altre istituzioni in un progetto mirato allo sviluppo linguistico-comunicativo della società, composta da italiani e stranieri, per la promozione dell’italiano nel mondo, per la conoscenza e il dialogo con le lingue degli altri”.