Agricoltura e foreste, si riorganizza il piano delle funzioni

La delicata fase di passaggio di funzioni già trasferite a Regione e Comuni dopo la legge di riforma delle competenze provinciali (numero 22/2015 ndr), è stata al centro dei lavori della commissione Sviluppo economico e rurale presieduta da Gianni Anselmi (Pd). Nella seduta di oggi (20 novembre), sono state illustrate due proposte di legge che anticipano il nuovo profilo agricolo e forestale della Toscana. Due capitoli importanti per cominciare un lavoro di “manutenzione, adeguamento e semplificazione necessarie cui dovrà essere affiancata una riflessione su come si ripensano i territori, comunque sempre protagonisti”, ha rilevato Anselmi a margine dei lavori.
E le proposte all’esame della commissione sembrano indirizzarsi su questo percorso. In agricoltura, per esempio, le funzioni sono sì passate alla Regione ma in tema di raccolta di tartufi le sessioni di idoneità rimarranno articolate a livello territoriale. Un lavoro diverso, anche di adeguamento al nuovo regolamento europeo, dovrà invece essere fatto per la gestione e il controllo del potenziale viticolo. Complice un quadro nazionale non ancora definito, per il momento la proposta contiene solo una norma transitoria che si limita al mero trasferimento delle funzioni provinciali alla Regione.
In tema di forestazione il testo aggiorna il quadro, piuttosto articolato, delle competenze. Tra funzioni attribuite in via esclusiva alle Province e funzioni che queste ultime svolgevano solo in alcuni territori, per fare chiarezza è stata inserita una norma ricognitoria. Le competenze vengono quindi definite tra quelle che erano delle Province e sono tornate alla Regione che le ha a sua volta delegate a nove unioni di Comuni (una per ex provincia, tolta Firenze), quelle esercitate dai Comuni e che ai Comuni restano, e quelle che sono svolte dalle Unioni di Comuni subentrate alle comunità montane.