Per la Toscana a disposizione 733 milioni dal Fondo sociale europeo

20 novembre 2015 | 10:48
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Per la Toscana a disposizione 733 milioni dal Fondo sociale europeo

Più di 659 milioni di euro per il ciclo 2007-2013 oramai in dirittura di arrivo, risorse impegnate per il 98% ed altri 733 a disposizione fino al 2020.  Per la Toscana il Fondo sociale europeo è da sempre una partita importante. Questa mattina al Teatro Verdi di Firenze è stato fatto un bilancio degli ultimi anni per programmare il futuro dei prossimi, insieme all’assessore regionale Cristina Grieco.

Se la Toscana ha saputo reagire meglio di altre alla recessione innescata dalla crisi del 2007, lo si deve anche al mirato utilizzo delle risorse dei fondi strutturali. Al 30 ottobre, a fronte di una dotazione di 659 milioni, il Por toscano legato al ciclo Fse 2007-2013 registrava impegni di spesa per 646  milioni (98%) e pagamenti per 611 (92,7%): 64 mila progetti approvati e 56 mila conclusi, 287mila beneficiari dei primi e più di 274 nei secondi, il 34 per cento giovani.   Gli interventi più significativi hanno riguardato tirocini e formazione (anche attraverso il web), incentivi per l’occupazione, servizi di orientamento e consulenza e servizi per l’infanzia.
In Toscana i tirocini non curriculari sono da alcuni anni retribuiti per legge. La Regione, nell’ambito del Progetto Giovanisì, dà la possibilità di richiedere un cofinanziamento di 300 euro al mese (dei 500 obbligatori) per i giovani tra i 18 e i 30 anni. L’avviso è sospeso dal 1 novembre 2015, ma sarà riaperto nel 2016. Sono oltre  31mila quelli attivati tra il 2011 e il 2015: 13 mila sono stati pagati con il Fse 2007-2013, altri (dal 2014) con il Por Fse 2014-2020 ed altri ancora con risorse regionali.  Sul fronte della formazione on line, in oltre 117mila hanno usufruito negli ultimi due anni dei quasi duemila corsi disponibili sulla piattaforma regionale Trio, che registra più di 424 mila iscritti.
La Regione, grazie all’Fse 2007-2013,  ha anche finanziato con 66 milioni incentivi alle imprese che hanno consentito di assumere o stabilizzare più di 13 mila lavoratori, donne con più di 30 anni, lavoratori in mobilità e licenziati, giovani laureati e dottorandi, soggetti svantaggiati o lavoratori prossimi alla pensione. Sessantaquattromila lavoratori atipici o in cassa integrazione in deroga hanno beneficiato di servizi di orientamento e consulenza, mentre 4 milioni sono state le prese in carico da parte dei sessanta sportelli provinciali dei Centri per l’impiego, in diversi casi con lavoratori che vi si sono rivolti più volte.  Importante è stato l’impegno anche per i servizi all’infanzia: 8150 famiglie hanno potuto usufruire, dal 2007 al 2013, di servizi mirati e buoni per i nidi in grado di alleggerire e conciliare meglio i tempi di casa con quelli del lavoro, aiutando anche l’occupazione femminile.
La Toscana è stata tra le pochissime Regioni che sono riuscite ad inviare i propri programmi per i finanziamenti 2014-20 alla Commissione Ue a pochi giorni dall’approvazione dell’accordo di partenariato, che c’è stato ad ottobre del 2014. La Toscana, affinché non ci fosse alcuna interruzione nelle misure erogate, è stata anche la prima regione italiana ad anticipare con 82 milioni di proprie risorse l’arrivo effettivo dei fondi.   In questo modo sono subito stati messi in campo interventi innovativi come il coworking, ovvero il sostegno a chi si vuol mettere in proprio affittando una postazioni di lavoro condivisa, e incentivi per soggetti svantaggiati, sono stati rafforzati i percorsi universitari in collegamento con il mondo del lavoro  ed è stato garantito il finanziamento dei tirocini curriculari.

Sono 733 i milioni a disposizione fino al 2020: il 35 per cento è stato riservato ai giovani, ovvero più di 255 milioni, in continuità con l’esperienza del progetto “Giovanisì” e completando il programma “Garanzia Giovani”.  Altri 145 milioni (circa il 20 per cento) è destinato a interventi di inclusione, promozione delle pari opportunità e coesione sociale, politiche attive e non solo assistenziali. Il 5 per cento, 36 milioni, sono mirati a favorire la permanenza al lavoro e la ricollocazione dei lavoratori coinvolti in situazioni di crisi ma anche per la formazione di imprenditori e liberi professionisti in modo da sostenere e ‘attrezzare’ le piccole e medie imprese. Il programma fino al 2020 prevede interventi anche per rafforzare il sistema dell’istruzione e formazione,  favorendo il dialogo con il mondo del lavoro e prevenendo, in qualche modo, la dispersione  scolastica. Le risorse per far questo ammontano a 168 milioni, pari al 23 per cento.   Del Por Fse 2014-2020  sono già stati impegnati, al 3 novembre, quasi 64 milioni e pagati 24.