Peretola, Rossi: “Sì all’aeroporto ma si vigili sulle criticità” – Il dibattito in consiglio regionale

25 novembre 2015 | 13:40
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Peretola, Rossi: “Sì all’aeroporto ma si vigili sulle criticità” – Il dibattito in consiglio regionale

Sì all’aeroporto e alla nuova pista di Peretola, ma solo a condizione che siano messi in sicurezza l’osservatorio con la presenza della Toscana al ministero dell’ambiente per vigilare sulla criticità emerse e il piano di riordino della Piana. Queste le tappe che il governatore Enrico Rossi ritiene fondamentali lo sviluppo della pista di 2400 metri dello scalo fiorentino. Il parere tecnico del Nucleo di valutazione regionale ha espresso vincoli, evidenziato criticità e indicato approfondimenti.

“Nella delibera regionale – ha precisato Rossi – chiederemo di istituire al ministero dell’ambiente un osservatorio ambientale di cui faccia parte la Regione per verificare la fase di progettazione definitiva e la realizzazione, per un controllo trasparente”. Rossi ha parlato del progetto della Regione, “di un atto di regolazione della qualità dell’aria e della vita con il Parco, con interventi di viabilità su ferro e di compensazione”, di una “volontà di superare le criticità per garantire la connessione della Regione con il mondo e per infrastrutturarla in modo adeguato”. Il presidente si è soffermato sulle differenti tipologie di passeggeri che volano su Pisa e Firenze, a Pisa prevale la tipologia turistica, per “il 63-64 per cento”, mentre a Firenze quella “manifatturiera e della ricerca che arriva all’84 per cento”.
“Il parere di carattere tecnico – ha detto Rossi – sta nell’ambito di un procedimento di carattere nazionale sul quale cercheremo di dare una risposta con la delibera che faremo nei prossimi giorni. Il nucleo di valutazione regionale rivela l’impossibilità di pronuncia di parere sulla base di una documentazione carente”. Poi Rossi ha elencato le criticità emerse. La prima riguarda l’atmosfera. “La documentazione – ha detto – non è sufficiente e vogliamo avere approfondimenti per sapere come si gestirà la partita dei cantieri”.
Approfondimenti sono necessari anche “sull’impatto rispetto al parco che si dovrebbe costruire nella zona dove adesso insiste la vecchia pista”. “Bisogna fare un paragone tra la situazione attuale e quella preventivata con il masterplan e poi avere una valutazione complessiva su cosa avverrà quando l’aeroporto sarà realizzato”. Il presidente ha poi parlato di “un’adeguata caratterizzazione idrogeologica per la messa in sicurezza idraulica”, della questione relativa agli aspetti infrastrutturali, che sarà “risolvibile” e che “riguarda anche l’intreccio con la linea due della tramvia”. “Su flora, fauna ed ecosistemi – ha detto Rossi – il parere prende atto che c’è un’incidenza negativa sugli stagni della Piana fiorentina e indica misure di compensazione specifiche che sono ritenute idonee. Rimane però da valutare una corretta tempistica per gli interventi e che questi siano efficaci”. Sul rumore si rileva “la necessità di approfondimenti per verificare il superamento delle soglie di legge. Si tratta di prevedere un intervento di delocalizzazione di alcune case per un totale di 20 abitanti”. Approfondimenti necessari anche sul tema della valutazione di impatto sanitario.
“Abbiamo pensato – commenta Rossi – che la modernizzazione della pista aeroportuale dovesse essere inquadrata in una serie di interventi di riordino e riqualificazione di tutta l’area. Aeroporto e pista si fanno a condizione che si faccia anche il Parco agricolo della Piana di 7 mila ettari tra Prato e Firenze con vincolo di inedificabilità, con una parte boscata e orti, vogliamo procedere alla piantumazione e realizzare piste ciclabili”. Rossi ha evidenziato che “occorre un accordo di programma con il Governo per avere chiarezza degli enti attuatori, degli investimenti, dei tempi di realizzazione degli interventi”. Un altro punto è il trasferimento del traffico dalla gomma al ferro con la creazione della linea dall’aeroporto verso Campi e da Peretola verso Sesto. “Occorre – ha detto Rossi – realizzare il collegamento tra il ponte all’Indiano e l’autostrada”.
Il presidente ha poi evidenziato i “contrasti urbanistici tra il masterplan e il Pit”, “Tuttavia – ha detto – non mi appassiono più alla diatriba della lunghezza della pista, ma la monodirezionalità è importante. Se si va a imporre una pista senza rollaggio, decollare e atterrare in un’unica direzione, il numero degli aerei che volano sarà contenuto”. Rossi ha parlato di “una previsione di “quattro milioni di passeggeri”. Riguardo ai vincoli su Castello, il presidente afferma “non è che in quell’area si possa confiscare tutto. Se l’aeroporto riduce Castello, bene, ma non sono favorevole a correre il rischio che eventuali contenziosi tra Aeroporti Toscana e Unipol possano coinvolgere la Regione”.

Il dibattito in Consiglio
“Siamo preoccupati perché è evidente che non ci sono garanzie per la tutela ambientale e della salute”. Lo ha detto Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra), aprendo il dibattito in aula dopo la comunicazione del presidente Enrico Rossi. “Le valutazioni dei tecnici – ha spiegato Fattori – ci dicono che dovremmo archiviare questo progetto che sembra quasi un bollettino di guerra, perché presenta criticità sotto tutti i punti di vista: dell’inquinamento atmosferico, ambientale, della viabilità, della cantierizzazione, delle terre di scarico. La Giunta regionale davanti a ciò si limita a rimettere il tutto al Ministero, e si parla di ‘mitici’ osservatori che si sa come funzionano”. Secondo Fattori la realizzazione di un’unica nuova pista perpendicolare ai venti “sarebbe l’unico caso conosciuto fino a qui”. “Per questo – ha concluso – chiediamo alla Giunta di esprimersi e non di lavarsene le mani”.
Per Giacomo Giannarelli (M5S) l’intera vicenda “è imbarazzante” e crea dubbi. “Il parere dei tecnici è di merito – ha detto Giannarelli – e non cambia certo se è di livello nazionale o regionale. Se si fanno proprie le loro considerazioni non si può esprimere parere favorevole. Le opere di mitigazione sono tutte già nel Pit, e sappiamo quanto peso abbiano gli osservatori. Ci troviamo davanti a una pianificazione creativa fatta con metodi inaccettabili, che minano l’autorevolezza e l’autonomia della Regione”. Da ciò, ha aggiunto il consigliere, discendono numerose domande: “Come è possibile che per un’opera così importante si sia fatto un progetto di tale superficialità e approssimazione? Chi lo ha deciso? Quale ruolo intende svolgere la Regione senza scaricare la responsabilità a qualcun altro?”.
“Sono nato esattamente 43 anni fa – ha invece commentato Jacopo Alberti (Lega Nord) – e in quel giorno sui giornali si parlava di aeroporto esattamente negli stessi termini in cui lo si fa oggi. Questo dimostra chiaramente l’inadeguatezza decisionale di chi ha governato in questi quaranta anni”. Oggi, si è domandato il consigliere “c’è da capire se si parli di nuova pista o di nuovo aeroporto, se il Pd toscano e quello romano siano sulla stessa linea, perché si tratta di progetti del tutto diversi”. “Mi chiedo – ha concluso – se un giorno Firenze avrà un aeroporto all’altezza del suo ruolo”.
Stefano Baccelli (Pd) ha espresso una raccomandazione: “Alziamo la testa dai pareri tecnici e dalle singole posizioni e torniamo alla sintesi del nostro ruolo politico: cercare di fare gli interessi della Toscana, contemperando gli interessi locali diversi”. Secondo il consigliere la posizione del Pd è chiara: “Siamo a favore della realizzazione del nuovo aeroporto di Firenze e vogliamo che sia realizzato per bene sotto il profilo della sicurezza, dell’equilibrio urbanistico e ambientale e dello sviluppo economico e sociale”. “Chiediamo – ha aggiunto – che la Giunta regionale tenga conto del parere del nucleo di valutazione e allarghi anzi il campo rispetto alle segnalazioni di alcune criticità, cercando un equilibrio e usando attenzione a tutto il territorio”.
Per Paolo Bambagioni (Pd) “il recupero della credibilità della classe politica può avvenire se si fanno scelte di governo”. Per questo, ha proseguito, “mi auguro che questo sia uno snodo fondamentale per la modernizzazione della Toscana, che è rimasta per tanti versi superata, con un sistema infrastrutturale fermo agli anni Cinquanta”. Bambagioni ha spiegato che il lavoro della giunta regionale “ha modificato profondamente il progetto iniziale, facendolo diventare un’opera diversa da quella proposta sulla spinta del Comune di Firenze e trasformandolo in un sistema aeroportuale integrato”.
Monia Monni (Pd) ha sottolineato che “le valutazioni fanno emergere problematiche che impongono una riflessione molto seria. C’è la necessità di analizzare la questione in maniera differente rispetto a come è stato fatto fino ad adesso”. “Dobbiamo – ha detto ancora la consigliera – dare un contributo essenziale per ridisegnare il futuro della piana, che oggi è considerata banalmente la periferia di tre Comuni. Noi possiamo nobilitarla e farla diventare il cuore pulsante della Toscana. Per questo è necessario estendere la progettualità a tutta l’area, interrogandosi sulla sua identità e ridisegnandola con tutte le opere importanti”.
Ripartire dalla Vis (Valutazione d’impatto sulla salute), stralciare il progetto di Enac, rispettare le disposizioni contenute nel Pit (Piano di indirizzo territoriale), fare il punto sulla Piana e soprattutto “avviare subito il dibattito pubblico”. Sono questi i passi “necessari” secondo Gabriele Bianchi (M5S). Procedendo a ritroso ed elencando tutti gli atti regionali già prodotti, tra cui la modifica alla legge urbanistica fino alla delibera per l’integrazione al Pit definita “legge quadro”, il consigliere ha osservato come “oggi si stia proponendo il modello che fu di Forza Italia: la pista a 2400 metri”. “Peretola ha bisogno di un piccolo intervento per realizzarsi come city airport ma non condividiamo l’aiuto pubblico” ha ribadito tornando sul punto “veramente importante: la Toscana ha una legge sulla partecipazione che non applica. Ha discusso l’aeroporto solo nelle sedi di partito. Il dibattito pubblico è il cuore della politica, senza il confronto c’è solo l’autoreferenzialità”.
“La Piana fiorentina è davvero smisurata. Vista dall’alto ci sta tutta la Toscana”. Con ironia Paolo Sarti (Sì) ha affrontato il dibattito stigmatizzando l’assenza in Aula del governatore Rossi al quale ha comunque chiesto un impegno: “Se le soluzioni alle criticità rilevate non arrivano, se i costi per i cittadini saranno troppo elevati, ci si deve fermare. Ho sentito dai colleghi del Pd che è loro interesse fare le cose per bene. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda”. Sarti ha poi criticato quella sorta di “ricatto su opere e infrastrutture che pare siano condizionate alla realizzazione dell’aeroporto. In realtà dovevano essere già state realizzate”.
“Il nuovo aeroporto di Firenze rientra nel processo di integrazione degli scali aeroportuali toscani. Misure e interventi che riguardano anche l’area pisana sono doverosi”. Così Andrea Pieroni (Pd) che ha rilevato come il tema degli aeroporti sia “una medaglia a due facce: da un lato le opportunità, dall’altro le criticità”. In un’ottica di “rafforzamento del sistema aeroportuale regionale e di progetto complessivo”, secondo il consigliere è necessario lavorare alla “velocizzazione dei collegamenti ferroviari tra Pisa e Firenze e alla realizzazione della tangenziale a nord est di Pisa, opera attesa da anni e condizione indispensabile per un migliore assetto infrastrutturale di tutta l’area”.
“Nella scorsa legislatura due emendamenti di Forza Italia per non inserire nel Pit dimensionamenti specifici della pista di Peretola o per indicare 2400 metri sono stati bocciati. Fu una scelta ambigua del Pd che oggi, invece, modifica in maniera sostanziale”. Così Stefano Mugnai (Fi) che ha rilevato come l’indicazione di 2000 metri operata nel Piano di indirizzo territoriale “non era necessaria, si poteva esplicitare solo il concetto. Fu un’ipocrisia di fondo a guidare la scelta perchè in quel momento serviva a mantenere compatto il Pd”. “Quando si assumono decisioni così importanti con ambiguità, si compromette un percorso complesso” ha continuando ribadendo una posizione “chiara prima e ancora di più oggi: mettere in sicurezza l’aeroporto di Firenze come city airport”.
“Sono così tante le criticità, le carenze e le mancanze che dovrebbe venir meno la volontà del progetto” ha esordito Irene Galletti (M5S), criticando apertamente le “illazioni, fatte fuori microfono dal presidente Rossi, sul parare che l’Università avrebbe reso solo per avere fianziamenti”. Ribandendo la necessità del dibattito pubblico, la consigliera ha osservato che le “decine di milioni di euro per opere di mitigazione dovrebbero indurre a fermarsi. L’aeroporto è stato definito strategico con riserva non a caso e le continue forzature che si stanno pervicacemente portando avanti ci preoccupano seriamente”.
Di “storia infinita” ha parlato Manuel Vescovi (Lega) che ha rilevato come ci siano “opere da fare al di là dell’aeroporto”. “Mi pare – ha detto – che sia in atto una battaglia tutta interna al Pd”.
“La Piana è un tossicodipendente che vogliamo eliminare con una overdose. Il progetto sull’aeroporto è diabolico, un’opera inutile che crea spaccatura con i cittadini” ha dichiarato Andrea Quartini (M5S) illustrando alcune stime che fotograferebbero, nel caso in cui il progetto andasse avanti, un “eccesso di 4mila ipertesi, 3,4 casi di infarto in più, 5mila residenti con disturbo del sonno”.
“Il nostro compito è vigilare e controllare perché tutte le indicazioni, anche in tema di salvaguardia ambientale, siano rispettate” ha detto Ilaria Bugetti (Pd). “Oggi ufficializziamo un passaggio importante. Quando avremo tutte le risposte potremo muoverci di conseguenza e fugare ogni dubbio sulle criticità”.
“Vengo da una provincia, Prato, che non ha mai fatto mistero di essere contro l’Aeroporto”, così ha esordito il consigliere Nicola Ciolini (Pd), parlando di posizione critica nei confronti dell’ampliamento di Peretola, con i sindaci della Piana che hanno sottolineato tutta una serie di considerazioni, prima su tutte la salute dei cittadini. E registrando le “non banali novità” evidenziate dal presidente Rossi nella comunicazione, il consigliere ha affermato che “oggi la realizzazione dell’aeroporto è condizionata da tutta una serie di vincoli: sono in condizione di poter dire che i cittadini sono tutelati da questo percorso”, ha concluso.
Elisabetta Meucci (Pd), partendo dallo stupore per la convocazione dell’assemblea su un parere tecnico, ha ringraziato per aver sollecitato il dibattito, per riaffrontare un tema che dal 2008 è stato approfondito e studiato, come dimostrano tutti gli atti del Pit. Da qui l’invito a “non strumentalizzare i pareri tecnici e quindi a tener presente che amministrare vuol dire scegliere”. “Voglio testimoniare la serietà su questo percorso – ha sottolineato – che è la serietà della Regione Toscana nell’ambito del governo del territorio”.
“Non voglio parlare di aeroporto, ma voglio parlare ai colleghi del Partito democratico – ha sottolineato Enrico Cantone (M5S) – che più o meno convintamente hanno espresso il proprio parere, cercando di spiegarsi alla meglio con frasi del tipo: ‘speriamo che poi verrà, che poi sarà fatto, che poi sarà controllato'”. “A noi il compito di inserirci in questa incrinatura per impedire atti come quelli sull’aeroporto, sulla sanità, sulla darsena di Livorno… Alla fine ce la faremo”, ha concluso Cantone