Consiglio solenne per la Festa della Toscana, Giani: “Proseguire sulla strada di tolleranza e civiltà”

“No alla pena di morte, no al terrorismo”, queste le parole con cui il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani ha aperto il consiglio solenne per celebrare la Festa della Toscana. E per dare appuntamento, alle 17, in via Cavour, davanti alla sede dell’Assemblea, quando dei fasci di luce illumineranno il palazzo Panciatichi, accendendo la speranza, invitando all’abolizione della pena capitale e a dire basta, con fermezza, al sangue di innocenti, che troppo spesso caratterizza la nostra storia.
Il 30 novembre al Palazzo del Pegaso – così si chiamerà la sede del Consiglio, come già annunciato dallo stesso presidente – si è aperto con le note della Filarmonica Rossini: in repertorio La Leopolda, l’inno della Toscana di Pietro Leopoldo; quindi l’Inno di Mameli e l’Inno d’Europa.
Una volta in Sala del Consiglio, le chiarine e un momento di raccoglimento per le vittime del terrorismo, seguito da un applauso spontaneo, hanno dato il “la” alla seduta, dedicata a “Le riforme di Pietro Leopoldo e la Toscana moderna: iniziativa economica, delle comunità, dell’organizzazione corporativa, dei diritti umani”.
“L’attualità della pena di morte interroga ognuno di noi – ha sottolineato – 103 paesi l’hanno abolita ma altrettanti ancora no, tra questi Cina, Stati Uniti, Iran. In altri 37 la pena di morte è prevista ma non si applica da 10 anni; le uccisioni passate da regolare sentenza, nel 2014, sono state oltre 3mila 500. Per non parlare di torture, pene corporali e procedimenti sommari, che sono sotto l’occhio vigile dell’Europa – ha continuato – così come la mancata ratifica da parte della Duma, dell’abolizione della pena di morte in Russia, anche se dal 1996 non c’è stato alcun provvedimento in tale senso”. Da qui il valore della nostra regione: “A quasi 230 anni dalla decisione di Pietro Leopoldo nel 1786, la Toscana continua ad essere regione di civiltà, tolleranza, dialogo, animazione per la pace, come hanno dimostrato le due ultime giornate, sabato e domenica, vissute davvero con successo, per la partecipazione e il comune sentire”.
Il governatore Rossi ha fatto osservare come all’inizio della cerimonia siano stati suonati gli inni toscani, italiano, europeo. “Dobbiamo far convivere e coltivare queste appartenenze – ha detto il presidente della Giunta –. Noi non ci rinchiudiamo in un localismo asfittico, ma ci sentiamo di appartenere, alla fine, al genere umano. La Toscana che celebriamo oggi non è una regione che si è chiusa ma che si è aperta all’Europa: l’abolizione della pena di morte è avvenuta all’interno di un dibattito di dimensione europea, e il Granduca si è appropriato di questo dibattito facendo diventare la Toscana un punto di riferimento”. È questa, secondo Rossi, la lezione su cui riflettere: la grandezza della Toscana quando essa si apre al mondo. Per quanto riguarda l’abolizione della pena di morte, ha proseguito il presidente, c’è ancora lavoro da fare.
“Ci sono Stati che commettono carneficine ogni anno, sono Stati con cui commerciamo e abbiamo scambi continui – ha detto Rossi –. Dobbiamo far sentire la nostra voce, mostrare l’orgoglio della nostra storia occidentale”. Rossi ha poi ricordato i numerosi atti che hanno di fatto dato vita all’epoca del riformismo durante il governo di Pietro Leopoldo. “È stato un periodo di modernizzazione straordinaria della nostra regione ed è giusto celebrarlo. È compito di chi lavora nelle istituzioni tenere a mente la nostra storia e saperla coltivare. In quel periodo troviamo tre principi ispiratori – ha aggiunto il governatore – che devono guidare anche la nostra azione: qualità, medietà ed equilibrio. Voglio ricordare anche Machiavelli, il quale sosteneva che la fortuna si può domare. Noi dunque dobbiamo coltivare l’idea che è possibile cambiare senza farsi sopraffare dagli eventi, che è possibile reagire al terrorismo evitando guerre di religione e rimanendo aperti al mondo”. La Toscana, intanto continuerà a scrivere la propria storia di civiltà e identità, anche attraverso altre ricorrenze. In ordine di calendario: il 25 marzo, Capodanno toscano; il 13 luglio, giorno di insediamento del nuovo consiglio regionale; il 27 aprile, giorno dell’indipendenza della Toscana.