La Regione scommette sul’agricoltura biologica, investendo 129 milioni di euro

1 dicembre 2015 | 14:28
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La Regione scommette sul’agricoltura biologica, investendo 129 milioni di euro

La Regione Toscana punta sull’agricoltura biologica investendo ben 120 milioni di euro, una cospicua parte delle risorse finanziarie del Programma di sviluppo rurale 2014-2020. “La grande novità dell’attuale programmazione 2014-2020 – ha sottolineato l’assessore Marco Remaschi nel corso della conferenza stampa di presentazione di Vivere Bio, una due giorni di lavori sul tema – è data dalla individuazione di una apposita misura Agricoltura biologica dotata di risorse finanziarie complessive pari a 129 milioni di euro”.

Il numero di aziende che praticano agricoltura biologica in Toscana è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi 20 anni. Si è passati infatti dalle 430 del 1994 alle 4463 alla data del 1 settembre 2015. Alla stessa data la superfice destinata a biologico (e in conversione) in Toscana è di oltre 110 mila ettari, pari a 14% della superfice totale regionale. In crescita pure il numero di imprese bio che praticano l’agricoltura sociale, passate da una decina nel 2007 ad oltre 30 nel 2014.
Il primo bando lanciato quest’anno ha già avuto un grandissimo successo. “Per il 2015 – ha ricordato Remaschi – sono stati stanziati 17 milioni di euro. Sono arrivate oltre 2300 domande con una richiesta di finanziamenti pari a circa 22 milioni di euro. Nell’arco della precedente programmazione erano arrivate, complessivamente 2700 domande. Stavolta questo numero è stato quasi raggiunto in un solo anno.”
Vivere Bio, la due giorni di lavori che vedrà la presentazione, tra l’altro, delle linee del Psr della Regione Toscana sull’agricoltura biologica, si terrà nell’ex Lanificio di Stia, in Casentino, sabato e domenica. Il sindaco di Pratovecchio Stia, Nicolò Caleri, in occasione della presentazione dell’iniziativa, che vedrà anche un prolungamento martedì 8 con un Bio mercatale di Natale a Pratovecchio, ne ha sottolineato la valenza come evento che valorizza un “modo di vita”, legato non solo al biologico, ma alla filiera corta e alla scelta di di privilegiare tutto ciò che è ecosostenibile, come l’edilizia in legno. “Un modo – ha concluso – per tornare a valorizzare l’economia del Casentino, che era basata sul legno e sulle produzioni locali, che per un po’ di tempo è stata soppiantata dall’industria, ma che oggi, complice anche la crisi, è tornata d’attualità”.
La Toscana è la regione con la maggiore copertura forestale in Italia con oltre 1 milione di ettari
 pari al 51 % della superficie agraria e forestale e al 47 % della superficie territoriale. Gran parte dei boschi è di proprietà privata (85%) mentre quelli di proprietà pubblica sono circa 130 mila ettari, di cui circa 110 mila ettari appartengono al demanio regionale. La provvigione legnosa complessiva stimata è di circa 124 milioni di metri cubi, ed ha un tasso di accrescimento del 4% annuo, poco meno di 5 milioni di metri cubi; le utilizzazioni forestali interessano una quota non superiore al 40% dell’accrescimento (circa 2 milioni di metri cubi all’anno) e questo favorisce un ingente incremento del patrimonio forestale e legnoso che attiva una importante filiera del legno. Le imprese toscane di utilizzazione boschiva sono circa 1400 con 3400 addetti, mentre quelle di trasformazione del legno ammontano a 4200 con 19mila lavoratori, 4.5 per impresa. Sono presenti in particolare nella province di Arezzo e Pisa. E non mancheranno dibattiti sull’edilizia sostenibile, un comparto, quello italiano, che risulta fra i meno ecoefficienti d’Europa: consuma la fetta più consistente di energia circa i 45% e rilascia nell’aria il 50% dell’inquinamento atmosferico. Secondo studi del Cnr Ivalsa (Istituto Valorizzazione del legno e specie arboree di Firenze) l’utilizzo del legno per la parte strutturale degli
edifici ne migliorerebbe in maniera rilevante le prestazioni energetiche. Si stima che un moderno edificio ad uso abitativo in legno possa comportare
una riduzione di oltre il 50-60% dei consumi energetici per la climatizzazione, rispetto ad un edificio simile in muratura realizzato negli anni 70 con classe energetica G. Il legno, rispetto ai tradizionali materiali da costruzione, è rinnovabile e riciclabile, richiede poca energia (circa il 75% in meno). Inoltre la realizzazione di edifici in legno costituisce una delle migliori opportunità per la valorizzazione del patrimonio forestale regionale e per la creazione di nuove opportunità di impresa anche nelle nostre aree rurali.
Altro argomento della due giorni le 700 e oltre varietà di frutta, ortaggi, cereali, foraggi “autoctoni” della Toscana che oggi sono a rischio di estinzione, così come le diciassette specie animali. La Regione ha da tempo istituito un sistema di banche del germoplasma e di coltivatori custodi, che sono i protagonisti della conservazione di queste specie, presenti su tutto il territorio della Toscana e in modo particolare in zone montane e svantaggiate dove si trova il maggior numero di varietà locali, grazie anche all’isolamento dalle zone di pianura dove si pratica un’agricoltura maggiormente industrializzata. Le Banche del germoplasma che fanno parte del sistema toscano sono 9 tra le quali quelle del Cnr, Crea, Università di Firenze, Università di Pisa, Unione dei Comuni Montani del Casentino, Unione dei Comuni della Garfagnana e l’Istituto Omnicomprensivo Statale A. Fanfani – A.M. Camaiti di Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo. La Regione ha la sua Banca regionale del Germoplasma, che contiene tutte le cultivar a rischio di estinzione, ed è situata presso l’ente Terre Regionali Toscane.
La manifestazione Vivere Bio, sarà corredata infine da una serie di eventi, che comprendono laboratori didattici e spazi giochi per bambini e degustazioni di prodotti della filiera corta rielaborati dallo chef Francesco Ciarapica.