Regione, approvato il riaccertamento dei residui attivi e passivi. Disavanzo “tecnico” di 87 milioni

“Non c’è malagestione. Tutte è stato fatto con la massima regolarità e ottimizzazione”. Così l’assessore regionale al bilancio Vittorio Bugli si è inserito nella discussione sul riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi che il consiglio regionale ha approvato a maggioranza. Sull’atto che determina un disavanzo tecnico di oltre 87 milioni nel bilancio 2015 della Regione (che sarà riassorbito in trent’anni in quote costanti pari a 2 milioni e 913 mila a decorrere dal 2015 e fino a tutto il 2044), l’aula di palazzo Panciatichi aveva già discusso e deciso il rinvio, per un supplemento d’indagine, su proposta dal portavoce dell’opposizione Claudio Borghi.
L’approfondimento ha dato il via ad una discussione, preliminare al voto, rispetto alla quale Bugli ha chiarito alcuni passaggi: “Il sistema di gestione della contabilità è cambiato e segue le modalità specificate in un decreto ministeriale dell’aprile scorso. La consistenza dei residui attivi e passivi cambia perché diverso è il metodo di calcolo”. “Come si determina il rendiconto è compito esclusivo della giunta e rispetto a questo il consiglio ha certamente la facoltà di chiedere e approfondire, ma tutto era regolare prima ed è regolare oggi”, ha rilevato l’assessore.
Il nuovo accertamento ha fatto emergere un maggior disavanzo tecnico di 87 milioni e 396 mila euro, dovuto alla differenza tra il disavanzo risultante dal rendiconto 2014 (pari a 2 miliardi 622 milioni e 460 mila euro) ed il disavanzo effettivo così come è stato rideterminato di 2 miliardi 709 milioni e 860 mila euro. “Da qui l’istituzione di un fondo crediti di dubbia esigibilità, pari a 88 milioni e 120 mila euro, che garantisce una copertura media pari all’83,2 per cento”, ha concluso Bugli.
Secondo Borghi la Regione “non è una banca quindi non dovrebbe avere crediti in sofferenza. La cifra è rilevante e non si ripaga da sola”. Citando tra i crediti in sofferenza quello del Monte dei Paschi per una iniziativa in Ruanda, il portavoce dell’opposizione ha rilevato che “ogni credito non restituito è una spesa in più per il cittadino. Non sono dettagli contabili quelli che stiamo analizzando e non sono chiari i criteri di gestione dei fondi. Siamo amministratori di soldi pubblici”.
Per Gabriele Bianchi (M5s) il riaccertamento di crediti inesigibili “comporterà un accantonamento di circa 2 milioni annui. Per una cattiva gestione del passato, ci troviamo a non disporre di questi soldi per 30 anni. Non possiamo parlare di gestione virtuosa, grazie a questa saranno tagliate agevolazioni ai cittadini anche in ambito sanitario”, ha concluso.
“Gli approfondimenti sono imbarazzanti: per ripianare debiti, anche di grandi colossi, usiamo le future generazioni come discarica dei nostri errori”. Lo ha dichiarato Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia), rilevando come il riaccertamento “influirà sui tagli negli ospedali e sui ticket sanitari delle povere persone e chi ha responsabilità in merito non avrà ripercussioni”.
Per Manuel Vescovi (Lega) il vero nodo è “capire come mai la Giunta volesse far passare quest’atto senza fornire i necessari approfondimenti e come peraltro è stato fatto in commissione”.
Tommaso Fattori (Sì) si è concentrato su un “aspetto non secondario. Guardando i crediti colpisce che la maggior parte derivi dalla revoca di contributi alle imprese per progetti non realizzati”. Il numero, definito “impressionante” secondo il consigliere deve “aprire una riflessione seria su finanziamenti approvati ed erogati. C’è un problema di malagestione a monte che deve esser risolto”, ha concluso annunciando il voto contrario.