Spi Cgil: “Irrisorio il recupero dell’evasione fiscale degli enti locali toscani”

Lotta contro l’evasione, dati “desolanti” dai Comuni. Li definisce così la Spi Cgil che oggi a Firenze ha elencato le criticità del recupero dell’evasione fiscale da parte delle diverse amministrazioni: “Ciò che ad oggi manca – dice il segretario Bruno Calzolari – è un report dettagliato sui risultati ottenuti da ogni singola amministrazione e la destinazione delle risorse recuperate. E’ vero, in questi anni, in Toscana, i risultati ottenuti sono importanti e, su questo, il nostro giudizio non può che essere positivo. Essenzialmente però, ecco il grave limite, si tratta di recupero di tributi propri delle amministrazioni. Tasse automobilistiche e Irap per la Regione e Ici-Imu, e Tosap-Cosap per i Comuni. Non sottovalutiamo questi risultati ma, se non andiamo oltre, non riusciremo nemmeno a scalfire il sistema di evasione fiscale e contributiva ormai endemico che è anche il brodo di coltura per ogni forma di illegalità”.
“L’accordo che come confederazioni – prosegue il sindacato – abbiamo firmato lo scorso anno con l’Anci prevedeva di effettuare una verifica, a fine 2014, sui risultati scaturiti dai protocolli sottoscritti e dalle attività avviate. L’impegno è stato riconfermato nel protocollo sottoscritto all’inizio di quest’anno.
Ad oggi non abbiamo avuto alcun riscontro e, nonostante tavoli, coordinamenti istituzionali e quant’altro, continuano a girare numeri in libertà. Nel 70% degli accordi che abbiamo sottoscritto con i Comuni si dichiara l’impegno dell’amministrazione locale nella lotta all’evasione e, in molti casi, si concorda di utilizzare i relativi proventi per rafforzare gli interventi nel sociale. Purtroppo sono rari i casi dove su questo aspetto sono stati forniti elementi per procedere a verifiche, puntuali e concrete. In troppi casi il recupero dell’evasione si rivela come importante affermazione di principio ma con risultati veramente irrilevanti se non completamente assenti”.
“L’unica certezza, ad oggi, sono i dati diffusi dal ministero dell’interno – prosegue la Spi Cgil – sul contributo statale erogato agli enti locali nel 2015 per la loro attività di accertamento fiscale e contributiva svolta nel 2014. Giova ricordare che il contributo statale riconosciuto ad ogni singolo comune è pari al 100% dell’importo dell’evasione, fiscale e/o contributiva accertata. I dati parlano da soli e indicano una strada concreta su cui lavorare”. “In Toscana solo 51 Comuni, su 279, hanno svolto una qualche attività di recupero evasione e nella maggior parte dei casi i risultati ottenuti sono veramente “irrisori”. Solo 3 comuni su 51 hanno recuperato importi superiori a 100mila euro (Firenze 139.016,11; Arezzo 235.644,33; Prato 624.389,72) E’ evidente lo scarto, enorme, fra quantità e contenuti degli accordi, leggi e regolamenti, che prima citavo e il recupero effettivo di risorse”. Per la provincia di Lucca le cifre sono 760 euro per Barga, 3692 per Borgo a Mozzano, 695 per Capannori, 350 per Coreglia, 575 per Massarosa, 183 per Seravezza e 760 euro per Viareggio.
“Per questo dobbiamo ripartire, anche in Toscana – chiude la Spi Cgil – perché nonostante le buone pratiche attivate i risultati non sono all’altezza delle attese. Per questo occorre ripartire dal territorio, riappropriarsi del tema a livello confederale e di Camere del Lavoro, costruendo posizioni e percorsi unitari. Rimettere al centro il legame che c’è, e c’è sempre, fra negazione di diritti nel lavoro, che sia nero, grigio o con voucher e l’evasione fiscale e contributiva. Occorre collegare le nostre denunce “macro”, di livello nazionale sull’evasione fiscale, ad azioni concrete, a vere e proprie vertenze territoriali. In sostanza manca un effettivo controllo del territorio e quel controllo è fondamentale se vogliamo vedere risultati, altrimenti sono chiacchiere”.
Come corollario la Cgil chiede più controlli: “In Toscana, il numero di aziende, escluso gli enti pubblici, sfiora le 100.000 unità: nel 2014 il servizio ispettivo dell’Inps ha effettuato 4.923 controlli riscontrando irregolarità nell’85% dei casi. Ha accertato la presenza di 3.906 lavoratori in nero e una evasione contributiva di circa 70 milioni. E quella fiscale? Da lì si dovrebbe partire, incrociando i dati ma aumentando anche il numero dei controlli perché l’attuale incidenza, meno del 5 per cento, è veramente irrilevante e di per sé è un incentivo al non rispetto delle regole. Perché, nonostante si tratti di un fenomeno ormai noto a tutte le istituzioni, lo Stato non interviene con più forza? Perché non riesce a far lavorare concretamente tutte le istituzioni per arginare e ridurre l’illegalità? Ora è tempo di cambiare marcia e, se le istituzioni tutte, non lo fanno è evidente che sono conniventi. Noi continueremo a denunciare con forza chi sottrae risorse alla collettività e chi permette che questo possa avvenire impunemente. L’esame di questa situazione ci consente di affermare che nonostante i tagli del governo nazionale al sistema socio sanitario, nonostante il patto di stabilità che impedisce agli enti locali di utilizzare e investire le risorse disponibili, misure contro le quali ci siamo battuti e continueremo a farlo, ci sono risorse disponibili da investire nel rafforzamento del Welfare locale. A questo punto gli enti locali non possono più sottrarsi dicendo che non vogliono fare gli esattori per conto di altri. Non ci sono altri. Le risorse recuperate possono essere investite direttamente dall’ente l’anno successivo. Quindi l’ente locale può essere attore anche di politiche redistributive rafforzando equità ed eguaglianza in termini di servizi resi alla propria comunità. Noi vorremmo provare a verificare, nei fatti, l’esistenza di quella volontà”.