
Occhi puntati sulla riforma della sanità nella nostra regione, con inizio della discussione della proposta di riordino, che ha impegnato la commissione sanità e politiche sociali, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd). “Oggi iniziamo l’esame del testo proposto dalla Giunta e sul quale il Partito democratico ha già elaborato una cinquantina di emendamenti” ha esordito il presidente. “Dopo aver incontrato gli operatori sul territorio e raccolto tutte le osservazioni, possiamo dire di aver fatto un buon lavoro e di poter iniziare a confrontarci sulle cose concrete, ribadendo a tutti i gruppi consiliari di presentare emendamenti nel più breve tempo possibile, così da poterli discutere insieme nel corso dei lavori che ci attendono”. Questa la scaletta degli impegni: inizio dell’esame dell’articolato a partire da domani, venerdì (4 dicembre), con prosecuzione mercoledì 9 e giovedì 10 per chiudere licenziando la proposta di legge.
Di altro avviso le opposizioni presenti in commissione: Andrea Quartini (M5S) illustra infatti un ordine del giorno che pone l’accento sulla “carenza di percorsi partecipativi reali con gruppi di interesse”. “E’ la prima volta nella storia della Regione Toscana che viene deciso di far pervenire via e-mail proposte e osservazioni alla legge” ha affermato. “Ho scritto anche al presidente del Consiglio e sono in attesa di risposta”. “Altro elemento partecipativo importante è il referendum e quindi il parere del collegio di garanzia”. Da qui le richieste: “in prima istanza di aspettare il parere, in seconda istanza, di procedere prima al referendum e poi all’esame del riordino della sanità toscana”. “L’ordine del giorno è condiviso da tutte le opposizioni – ha concluso – e chiediamo che la commissione si esprima”. “Faremo una grande battaglia su questo”, ha assicurato Manuel Vescovi (Lega nord), seguito anche da Paolo Sarti (Sì): “Chiedere rispetto per il referendum non significa governare per non fare; non capisco proprio dove stia tutta l’urgenza, per orientare la sanità nel futuro occorre lavorare con tranquillità”.
“Procediamo all’analisi del testo con un lavoro che parte da una discussione politica iniziata lo scorso anno da Rossi, con una profonda riforma della sanità toscana, oggetto principe della campagna elettorale 2015” ha puntualizzato Enrico Sostegni (Pd). “Il Pd ha quindi avuto il coraggio e la forza di mettere tutto nero su bianco con i cittadini, di incontrare centinaia di operatori del mondo della sanità, nella convinzione di arrivare ad un testo di legge importante, in grado di dare gambe alla sanità dei prossimi anni”. “Questa non è una legge che modifica il referendum – ha sottolineato – ma è una legge di riforma della sanità toscana”. “Ci aspettiamo da voi contributi nel merito della riforma – ha affermato rivolgendosi alle opposizioni – e non solo la richiesta di rimandare”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Paolo Bambagioni (Pd): “La riforma della sanità toscana non può essere fatta attraverso il referendum, siamo chiamati a dare risposte di governo, non possiamo perderci in speculazioni politiche e ipocrite”. “Sul piano politico vi chiamo alle vostre responsabilità – ha detto, rivolgendosi alle opposizioni – siete perdenti di fronte ad un governo che decide”. “Impegnamoci tutti a fare del nostro meglio per perfezionare la riforma sanitaria, il Pd ha già presentato i suoi emendamenti” ha concluso. “Massimo rispetto per le scelte di tutti – ha affermato Serena Spinelli (Pd) – ma come forza di maggioranza sentiamo la responsabilità di riformare il sistema toscano, non solo dal punto di vista economico ma anche per farlo funzionare al meglio, per rispondere ai bisogni dei cittadini: la sanità non può essere un sistema cristallizzato, la sanità funziona solo se è al passo con i tempi, e noi ci impegneremo fino in fondo – ha concluso – mi piacerebbe che in commissione ci potessimo confrontare sui contenuti”.
Ma come è nata la riforma della sanità toscana? Secondo Stefano Mugnai (Fi) non tanto da un dibattito politico vero e proprio, quanto da una trasmissione televisiva, con il premier Renzi che parla di accorpamento delle Asl, seguito da Rossi, “più realista del Re, che promette di tagliare le Asl”. In tale contesto si inserisce l’attuale legge di riforma, “tecnicamente raffinata per evitare il referendum”. “Noi non siamo quelli del no a prescindere – ha concluso – ma non vogliamo una riforma raffazzonata”. Il dibattito si è chiuso con la votazione dell’ordine del giorno presentato da Quartini, bocciato in commissione con il voto contrario dei sei consiglieri del Pd e quello favorevole dei quattro consiglieri di minoranza.
L’esame della proposta di legge riprende domani, con la commissione riunita ad oltranza a partire dalle 10,30.