Bilancio regionale, 444 milioni di tagli. Più soldi per Carnevale e Pucciniano

“La manovra finanziaria statale ha previsto un taglio di 444 milioni di euro. Nonostante questo, non aumentano le tasse e si mantengono inalterati gli investimenti in alcuni settori strategici come la cultura, la formazione, l’istruzione ed il sociale”. Lo ha sottolineato il presidente della commissione affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd), illustrando in aula il pacchetto bilancio 2016: il documento di economia e finanza 2016, la legge di stabilità per lo stesso anno, le disposizioni finanziarie collegate ed il bilancio di previsione 2016, con proiezione pluriennale 2016/2018. Il via libera è arrivato dopo un lungo dibattito con i voti della maggioranza, mentre l’opposizione ha votato contro.
Un piccolo aumento, però ci sarà nelle tasse automobilistiche regionali. Per i disabili sarà applicata integralmente la normativa statale di riferimento sui requisiti per le esenzioni. Le associazioni di volontariato, inoltre, potranno beneficiare delle esenzioni solo per le ambulanze e per i veicoli destinati al trasporto di organi, di sangue, di persone in condizioni particolari. Il presidente ha rilevato che è necessario tenere conto del riordino istituzionale, con l’assorbimento del personale delle province, per una spesa annua di oltre 40 milioni di euro, cui si aggiungono 8 milioni di euro per lo svolgimento delle funzioni prima delegate. Un onere cui si fa fronte con le entrate di 21 milioni di euro prima destinate alle province e mantenendo le risorse dei trasferimenti.
Il relatore si è quindi soffermato sulle caratteristiche del documento di economia e finanza regionale 2016, che costituisce il primo documento di programmazione della legislatura, preliminare al piano di sviluppo regionale 2016/2020. E’ articolato in 25 progetti regionali, con le priorità ed interventi per il 2016.
“Sono progetti tesi a raggiungere gli obbiettivi che derivano da Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e solidale – ha precisato Bugliani – Cioè lavoro, investimenti in ricerca e in capitale umano, riducendo l’abbandono scolastico e la povertà”. Ad essi si aggiungono quelli relativi alla difesa e tutela del territorio, al riequilibrio territoriale e al riordino istituzionale. “Ci inseriamo nel percorso di semplificazione del modello di programmazione, avviato nella scorsa legislatura, – ha precisato il presidente – La Giunta è chiamata a definire solo i piani previsti dalla normativa nazionale e da quella europea”.
Il presidente ha poi illustrato il collegato alla legge di stabilità, con il quale si correggono ed integrano le disposizioni di legge che hanno riflessi sul bilancio. In particolare ha ricordato il progetto Centomila orti in Toscana, che potrà contare su una somma di 950 mila euro a favore dei Comuni per la realizzazione di orti urbani, come centri di aggregazione. Per il sostegno alle famiglie con minori disabili gravi è inoltre previsto un contributo annuo di 700 euro, con una spesa complessiva di un milione e 500mila euro. Per il rilancio economico e culturale della città di Pisa sono stanziati 9 milioni di euro. Serviranno per il completamento della cittadella galileiana (5 milioni) e all’Università per la realizzazione del polo museale storico d’ateneo ed interventi a La Sapienza (4 milioni). Per il porto di Piombino sono stati previsti 3 milioni di euro, destinati all’Autorità portuale per gli interventi previsti dal Piano regolatore portuale. “E’ stata accolta una proposta del gruppo Lega Nord per il sostegno all’assistenza legale degli azionisti danneggiati dalle recenti crisi bancarie – ha precisato Bugliani – Sono previsti 200 mila euro e non è stato variato alcun progetto iniziale”.
Il relatore ha quindi sintetizzato la legge di stabilità, che contiene esclusivamente quelle norme tese a produrre effetti finanziari a decorrere dal primo gennaio 2016. “Si è molto discusso sull’aumento dell’addizionale regionale sui canoni di concessione del demanio marittimo – ha rilevato Bugliani – La norma che prevedeva tale aumento è stata abrogata”. Per effetto del riordino istituzionale viene rimosso il vincolo di destinazione a favore delle Province del 10% del tributo riscosso dalla Regione per il conferimento in discarica dei rifiuti solidi. Il riassetto previsto delle tasse automobilistiche regionali, stimando un rientro a tassazione ordinaria di 14mila veicoli, produrrà un maggior gettito di 2 milioni e 800mila di euro.
Con la legge di stabilità si introduce una riduzione dello 0,96% dell’aliquota Irap per i soggetti di imposta nei territori montani. L’aliquota ordinaria sarà quindi ridotta di 0,96 punti percentuali se il valore della produzione netta è inferiore a 77 mila euro. Viene inoltre eliminata l’agevolazione per le imprese certificate Emas. Sono previste misure per le eccedenze alimentari e sulla violenza di genere.
Tra le varie altre disposizioni il relatore ha segnalato i contributi straordinari alla Fondazione Carnevale di Viareggio di 2 milioni e 650 mila euro, 660 mila euro al Festival Pucciniano e 143mila euro per l’integrazione tariffaria sul trasporto pubblico locale sulla direttrice Campiglia marittima-Piombino
Sul bilancio di previsione 2016 il presidente si è soffermato sulle novità introdotte dalla legislazione nazionale. La spesa è infatti ripartita in ‘missioni’ che sono le funzioni principali e gli obbiettivi strategici, in programmi che sono gli aggregati omogenei di attività, per perseguire gli obbiettivi definiti dalle ‘missioni’. I ‘programmi’ si articolano, poi, in titoli e aggregati. Le entrate sono disaggegrate in titoli, secondo la provenienza delle entrate, ‘tipologie’ sulla base della natura delle entrate nell’ambito di ciascuna fonte di provenienza e categorie sulla base dell’oggetto dell’entrata.
Le previsioni di entrata da tributi e dal fondo nazionale trasporti (382 milioni) ammontano a 8 milioni e 181 mila euro. La previsione di competenza dei titoli di entrata e spesa ammonta a 15 milioni e 825 mila euro, con un disavanzo di 3 milioni e 340 mila euro.
Il dibattito in aula
Dopo la relazione del presidente della commissione affari istituzionali, la parola è passata al presidente della commissione di controllo Jacopo Alberti(Lega Nord). Alberti ha osservato che il materiale approdato oggi in aula è sostanzialmente diverso, a causa degli emendamenti approvati in commissione Affari istituzionali, rispetto a quello esaminato dalla commissione di controllo. Per questo ha chiesto una sospensione per permettere alla sua commissione di esprimere parere sul nuovo materiale; sospensione negata dopo un esame del regolamento.
Ad aprire il dibattito l’intervento del portavoce dell’opposizione Claudio Borghi (Lega Nord), il quale ha espresso “rammarico per un lavoro che è stato fatto male, perché non c’è stato fisicamente il tempo di esaminare gli atti con la dovuta completezza”. “La mole dell’articolato presentato all’ultimo in Commissione è tale che parlare di consenso informato è una forzatura – ha spiegato Borghi -. Per questo la nostra riserva è enorme”. Il consigliere ha rilevato che questo bilancio presenta “un quadro che è in contrazione”. “E’ singolare come a fronte di una manovra governativa definita ‘neoespansiva’ la Regione presenti numeri ‘veterocontrattivi’, con riduzioni programmate nei prossimi anni”. Borghi ha citato ad esempio le risorse in forte calo, circa il 30 per cento, per il territorio, per l’assetto idrogeologico e per i cambiamenti climatici, e per i disabili. “Sia chiaro a tutti che, anche se abbiamo presentato emendamenti su alcune questioni – ha detto Borghi – questa non è la nostra manovra. Per noi si poteva fare di meglio e si poteva fare di più. E’ un bilancio in contrazione e questi numeri, pur in calo, sono largamente ottimistici, perché abbiamo dei saldi futuri che sono scritti sulla sabbia e già il governo ha dovuto rivedere le sue ottimistiche previsioni per quest’anno”. “Il fatto è – ha concluso il consigliere – che i toscani pagano sempre più tasse e in cambio ricevono sempre meno servizi. Bisogna avere il coraggio di ribellarsi”.
Enrico Cantone (M5S) ha sottolineato che “questo bilancio parte zoppo per mancanza di risorse: ci sono 400 milioni di tagli sugli stanziamenti del governo, e questo farà accrescere il debito regionale di altri 345 milioni”. Questi tagli non impediscono però, ha proseguito Cantone, che “la Regione spenda ad esempio milioni di euro per il marketing”. Il consigliere ha osservato come le tasse siano aumentate; come, se da un lato l’amministrazione abbia beneficiato di 260 prepensionamenti, dall’altro abbia dovuto assorbire le funzioni delle Province; come i tagli all’Irap abbiano penalizzato le aziende che operano con metodi ecosostenibili; come si siano tagliati i benefici agli autoveicoli delle associazioni di volontariato, fatto, questo, “da approfondire”. “Servirebbero – ha proseguito – maggiori aiuti alla cultura, soprattutto ad alcuni festival e istituti musicali, mentre non si capisce come eventi che hanno un forte richiamo turistico, come il Carnevale di Viareggio e il Festival Pucciniano, non riescano ad essere autosufficienti”.
“Ho cercato a lungo, nelle pieghe di questi provvedimenti, una visione, obiettivi chiari. Ma non li ho trovati”. Questo il giudizio di Stefano Mugnai (Forza Italia), per il quale “in questi atti c’è sia una mancanza di visione politica che una mancanza di dati certi, visto che il bilancio previsionale del 2015 delle Asl è stato approvato solo a inizio dicembre. Per cui è chiaro che, non avendo basi, non si sappia nemmeno di cosa si parla”. Mugnai ha posto l’accento su alcuni temi, come il nuovo aumento delle tariffe per il trasporto pubblico locale “a fronte di un servizio che sta visibilmente peggiorando”; sull’aumento delle tariffe per i demani, invece, “si è tornati indietro solo grazie alla nostra battaglia e alla levata di scudi del territorio”. Ancora, sulla fine dell’esenzione del bollo auto per il volontariato “che svolge servizi pubblici per conto della Regione Toscana, e che alla fine smetterà”. “In Toscana il grande ammortizzatore sociale che ancora regge è la famiglia – ha concluso il consigliere -. Aiutarla poteva essere uno stimolo e una spinta propulsiva, ma di aiuti alle famiglie non c’è traccia”. “Certo non è un documento tutto da buttare, ma ci sono troppe cose che non vanno. Noi del movimento 5stelle voteremo contro”. Così il capogruppo Giacomo Giannarelli in apertura del proprio intervento in Aula. “Prima di tutto, per alcune scelte folli: a cominciare dalle grandi opere, con l’intenzione di andare avanti con l’alta velocità, fino alla decisione di togliere i benefici fiscali alle aziende certificate ‘Emas’ (certificazione ambientale, ndr) – spiega Giannarelli –. Sulla Tav, solo qualche dato: costi aumentati del 500 per cento, a fronte di una previsione iniziale di 700milioni di euro. Lavori completati ad oggi, solo l’8 per cento. Eppure ci sarebbero soluzioni di superficie più efficaci, come aveva proposto l’Università di Firenze”. Poi una serie di rilievi puntuali: “Si parla di microcredito per le imprese e non si fa cenno al fondo lanciato a livello nazionale dai nostri parlamentari, grazie al taglio del loro stipendio: solo in Toscana, unica regione in Italia, non è possibile accedervi, per la presenza di Fidi”. E ancora: “Vengono tolti soldi al turismo, asset strategico, che richiederebbe sempre più risorse. Sul governo del territorio, andiamo ad approvare il Piano casa di nuovo in proroga. E vengono tagliati, amara notizia, i soldi ai progetti di partecipazione: non solo si limita la democrazia, ma vengono così preclusi miglioramenti al sistema economico. Chiederemo, con nostri emendamenti, dibattito pubblico e opere di bonifica. Ci siamo interrogati in questi giorni – ha dichiarato Giannarelli – sulle cose che dovremo affrontare quando andremo al governo di questa regione”. Molte delle argomentazioni sostenute dalle opposizioni, dichiara il consigliere Massimo Baldi (Pd), “perdono di vigore politico quando si raccordano al momento che stiamo vivendo. La crisi comporta trasformazioni economiche, sociali, culturali. Impone l’utilizzo di strumenti nuovi. La sfida – sostiene Baldi – è riuscire a sostenere e mantenere il trend che ha permesso alla Toscana di tenere meglio su alcuni indicatori fondamentali”, su tutti l’esportazione. Secondo Baldi, due punti forti segnano l’azione della Regione: “L’idea di fondare la programmazione regionale su progettualità da incardinare nella programmazione nazionale ed europea. E poi, il grande investimento sulla conoscenza, per rispondere alle sempre nuove richieste di servizi informativi sul mercato, in una logica di sussidiarietà tra pubblico e privato”. E soprattutto, sottolinea Baldi, “non sono previsti aumenti delle tasse”. Al capogruppo di Sì-Toscana a sinistra, Tommaso Fattori, “non torna” che il proprio gruppo venga fatto passare per antieuropeista: “Abbiamo un’altra idea di Europa, le soluzioni che proponiamo saranno in grado di tenere insieme l’Europa, mentre le vostre risposte sono nel solco dell’austerità”. L’austerità, sostiene Fattori, “porterà alla disintegrazione dell’Europa, e non lo sosteniamo solo noi, lo sostiene anche Obama. Il capogruppo denuncia “un ingolfamento del Consiglio a causa di una grande quantità di atti pervenuti dalla Giunta tutti insieme. Si tratta di uno svuotamento di fatto delle prerogative del Consiglio, che così viene privato degli strumenti di controllo”. Nel merito dei provvedimenti, Fattori rileva una programmazione economica nel segno dell’austerità, “nonostante si torni a sognare un quadro espansivo e a parlare di crescita e di investimenti”. Entra nei dettagli: contrarietà “sui finanziamenti alle scuole paritarie, sulle grandi infrastrutture, non solo Tav, ma anche Tirrenica; sulle azioni di contrasto alla povertà: si perseguono forme di tipo assistenziale, voucher, bonus, mentre la chiave sarebbe il reddito di cittadinanza”. Forte critica anche “alla diminuzione generalizzata della spesa: dall’istruzione e diritto allo studio alle politiche giovanili, dallo sviluppo sostenibile, all’agricoltura e all’agroalimentare. La spesa per gli investimenti si riduce sensibilmente di qui al 2018”. Sui servizi pubblici locali: “Il passaggio da 3 Ato dei rifiuti ad uno solo, conferma la tendenza a centralizzare in organi sempre più lontani dai territori, quando si tratta di servizi che invece dovrebbero essere ritagliati sulle esigenze dei territori”. E ancora, prosegue Fattori, “soprattutto tagli: a cominciare dal personale e dalle aziende del servizio sanitario regionale. C’è solo un timido accenno al sostegno pubblico all’economia: in passato era un tema forte nella politica di Enrico Rossi”. In conclusione, “Sì-Toscana a sinistra è contraria al quadro complessivo che si viene delineando, un quadro che va nel senso della fine dell’universalismo e dell’apertura al privato. Noi invece siamo per l’uscita dall’austerità e per l’utilizzo della leva degli investimenti pubblici”.
L’azione economica della Regione “ha visione politica e trae alimento dagli obiettivi indicati dall’Europa. E la nostra non è una politica di austerità: il partito democratico lancia da tempo messaggi chiari e significativi all’Europa sull’uscita dall’austerità”. Valentina Vadi (Pd) apre il proprio intervento in aula, incentrato in particolare sul progetto di sostegno all’istruzione e alla formazione: “Si vuole abbassare la percentuale dell’abbandono scolastico dal 17 al 14 per cento. Si conferma il finanziamento alle scuole paritarie, che la Toscana sostiene da tempo ed è concepito all’interno di un sistema integrato di istruzione che produce alta qualità”. E, altro elemento qualificante, prosegue la consigliera, “l’attenzione all’edilizia scolastica, per la quale sono previsti cospicui interventi, con uno stanziamento di tre milioni di euro”. Si prevedono “ulteriori fondi per il diritto allo studio. La formazione rimane primo fattore di sviluppo e crescita”. Il consigliere Roberto Salvini (Lega Nord) parla di “legge molto restrittiva, molto oscurantista e poco illuminista”. “Servirebbe più coraggio – prosegue il consigliere –, per sbloccare un sistema economico che si è inceppato. Per creare ricchezza, si dovrebbe investire in opere strategiche e sviluppare le nostre eccellenze, spostare risorse nella direzione del lavoro”. E invece, dalle scelte della Regione, dice Salvini, emerge che “non crediamo nelle nostre eccellenze”. La visione politica e “l’indirizzo di questa maggioranza per i prossimi tre anni”, dichiara Marco Stella (Forza Italia), emerge dagli atti. “Si dice che non aumenteranno le tasse, ma non è proprio così, come ha già spiegate bene Mugnai. L’Irpef rimane invariata, ma altre voci aumentano, penso alle concessioni agli stabilimenti balneari, alle imposte per le auto, con l’esclusione dalle esenzioni di associazioni di volontariato, un provvedimento che interessa 14mila vetture”. Il vicepresidente dell’Assemblea toscana si dice in particolare “scioccato dall’assenza di elementi qualificanti e strategici per la Piana fiorentina e, di conseguenza per tutta la Toscana. Sarò fiorentinocentrico – spiega Stella – ma nel progetto 1 non c’è alcun riferimento all’aeroporto di Peretola. Così come non vedo alcun menzione sul polo fieristico, che non è di Firenze, ma è di tutta la regione”. E poi, “le due velocità, il disequilibrio di investimenti tra la piana fiorentina e la costa: per Firenze la sua area, 23 milioni nei prossimi tre anni, come metterli a confronto con i 77 milioni stanziati per la toscana costiera?”. Un disequilibrio che porterà a chiedere “l’istituzione di una commissione per Firenze”, aggiunge Stella. “Sul microcredito si poteva fare di più. La Toscana ha tenuto bene a prescindere dalla politica, alla quale manca la capacità di valorizzare le imprese del territorio, che sono tra le migliori al mondo”. Ci sono aspetti condivisibili: “Piace il sostegno alle scuole paritarie, piace l’idea di puntare sulle grandi infrastrutture e di investire su educazione, giovani, università. Si fa troppo poco, invece per le famiglie”. E troppo poco, sottolinea il consigliere, “su legalità e sicurezza, mentre si stanziano 350mila euro per politiche di accoglienza ai cittadini stranieri. Presenteremo un emendamento perché quei fondi vengano spostati sulla sicurezza dei nostri cittadini, che per noi è prioritaria”. La legge di stabilità “è un passo indietro” e sono da considerare “un errore togliere un milione di euro al marketing, così come dare un contributo straordinario alla fondazione del Carnevale di Viareggio, in assenza di un piano chiaro”.
Tra i “punti qualificanti” dei provvedimenti ricordati da Andrea Pieroni (Pd), la “rinuncia a qualsiasi aumento dell’imposizione fiscale. Una scelta fortemente voluta dal partito democratico, importante e doverosa vista la congiuntura economica”. E ancora la “prospettiva di utilizzo dei fondi europei che abbiamo la responsabilità di finalizzare al meglio per un nuovo sviluppo di qualità”, la scelta di “mantenere inalterate le risorse per la cultura, il sociale, l’istruzione e la formazione”, la “maggiore attenzione per la sicurezza del territorio con previsione di investimenti. “In questa programmazione – ha detto – c’è un’anima e un’idea chiara. Il tema della semplificazione è un filo rosso che attraversa tutta la materia. Non è una caso che si sia scelto di ridurre i piani e di fare solo quelli strettamente necessari”. “Insistere su una sanità fiore all’occhiello della Toscana è sbagliato. Non è più così e non lo è da tempo”, ha esordito Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) richiamando i pesanti tagli a livello nazionale e dicendosi dispiaciuto per non aver visto “un impegno maggiore per difendere il settore anche da un punto di vista economico”. Su una pressione fiscale regionale che non aumenta, Sarti ha riconosciuto “è vero. Le tasse non aumentano, ma si tagliano servizi anche essenziali”.
Per Gabriele Bianchi (M5S) la “struttura portante dell’economia regionale è rappresentata dalle piccole e medie imprese che non può essere cancellata da un’economia globale basata sulla finanza”. Nell’analisi politica dei provvedimenti il consigliere ha rilevato una “mancanza di considerazione di quello che è la Toscana, la sua originalità e il suo tessuto produttivo”. Da qui l’esigenza di “ammodernare l’offerta formativa con le giuste garanzie”, ma anche “scongiurare l’aumento di pressione fiscale”, una progressiva dismissione delle partecipate che “mantenga reti, impianti e immobili. Non siamo per la svendita del patrimonio regionale”, ha detto concludendo l’intervento con un appello: “Occorre un atto di coraggio per evitare gli errori di una politica dell’autoreferenzialità”. “La volontà di mantenere le stesse risorse per la cultura è un segnale particolarmente significativo”, ha detto Paolo Bambagioni (Pd) rilevando come nel bilancio regionale “non ci siano falle. La gestione è sempre stata oculata”. “Nel passato, e sul fronte investimenti, la Regione è stato più ente di programmazione che di realizzazione, ma abbiamo cambiato marcia. Il Consiglio deve però farsi carico di alcune necessità”, ha detto riferendosi al ponte sull’Arno a Signa. Un’opera definita strategica anche nell’ambito dello sviluppo aeroportuale, per la quale “nel bilancio sono previste risorse”. “Starò molto attento – ha concluso – che su questa infrastruttura si continui ad investire perché ne va dello sviluppo armonico di tutta la Toscana”. Di “libro dei sogni” per la maggioranza e “di incubi” per i cittadini ha parlato Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia). “È un pacchetto slegato dalla realtà e dalla Toscana. Sembra fatto da chi non conosce questa regione, che avrebbe bisogno di amore per il lavoro, il turismo, le infrastrutture”. Secondo Donzelli nella programmazione regionale si parla del recupero della Costa, “senza alcun riferimento ai gravi problemi di Principina a Mare. Non esiste alcun progetto innovativo per il turismo e non c’è un progetto per la montagna e la neve”. Sulle risorse previste per l’inserimento lavorativo per rom e sinti, il consigliere si è detto contrario: “Non è un problema di etnia, ma ci sono i nostri giovani, le nostre donne da tutelare prima”. Donzelli ha quindi spiegato la scelta di non adottare un atteggiamento ostruzionistico perché il passaggio delle funzioni dalle province alla regione “è delicato. Non userete però i lavoratori delle province come scudi alla prima variazione di bilancio. In quella fase non vi lasceremo spazio né fiato”. Andrea Quartini (M5S) ha sottolineato che “oggi portiamo il nostro contributo, ognuno con qualche elemento di novità. Qui facciamo ‘costruzionismo’, non ostruzionismo: non ci sono armate Brancaleone”. “Non vogliamo – ha spiegato ancora il consigliere – penalizzare i cittadini, sappiamo che cosa vuol dire ritardare e andare in esercizio provvisorio, quindi cerchiamo di contribuire nel modo migliore possibile”. Il consigliere ha osservato che ribattere continuamente sulla necessità della competizione non è di per sé positivo. “Il modello competitivo proposto è superficiale e non legato ai contenuti, mentre la democrazia è lentezza, c’è bisogno di ascoltare tutte le istanze. Bisognerebbe parlare di cooperazione e non di competizione”. “Noi – ha aggiunto – crediamo che concentrare le risorse obbedisca agli interessi del capitale, come succede con le grandi opere, mentre distribuirle può cambiare il quadro. Crediamo a un’economia in cui si realizzi il passaggio dal fossile al solare, a rifiuti zero, a chilometri zero, che rilanci sul serio la comunità locale. O la regione cresce tutta oppure non cresce”. Per questo ha invitato a “riparlare seriamente insieme” di questioni come il reddito di cittadinanza, “la forma più chiara e riconosciuta a livello internazionale di sostegno al lavoro e di ammortizzatore sociale”. Per Francesco Gazzetti (Pd) “esiste una circolarità di temi prioritari”. Primo fra tutti il lavoro, poi l’istruzione, la cultura. “La Toscana può essere rilanciata se precede tutta quanta insieme verso un’unica direzione”, ha detto, e in questo senso alcuni progetti sono molto significativi per le varie comunità. “Penso, come esempio, a Darsena Europa, che è importante non solo come infrastruttura, ma anche per quello che può portare dopo in termini di lavoro, in termini di formazione e capacità professionale”. Positivi, secondo il consigliere, anche la lotta “feroce” all’abbandono scolastico, e alla violenza di genere. “Sono atti concreti che parlano veramente alla pelle e alle esigenze dei toscani, e talvolta sono scelte coraggiose e in controtendenza”.
“Abbiamo parecchi dubbi sulla riqualificazione urbana, sull’edilizia e sulle infrastrutture regionali e di mobilità integrata”. Così ha esordito Elisa Montemagni (Lega nord), con atti alla mano. “Quando leggo che la tangenziale di Lucca avrà altre risorse, compatibilmente con le disponibilità di bilancio – ha affermato – mi preoccupo, perché tale tangenziale è indispensabile per una città storica come Lucca”. E ancora, la consigliera ha parlato della Variante S. Chiara di Fivizzano, “opera abbandonata”; della variante alla Sarzanese, “promessa addirittura dall’ex assessore Ceccobao”; della tratta ferroviaria Viareggio-Firenze e delle due ore necessarie per compiere tale percorso: “Non è tollerabile, ne va del bene della Regione intera e del nostro turismo”. “C’è qualcosa di buono nei documenti presentati – ha concluso Montemagni – ma ci sono anche troppe lacune, ci sono cose che si promettono da anni, opere che hanno bisogno di copertura finanziaria”.
Jacopo Alberti (Lega Nord) si è soffermato sulle società partecipate: “Ancora una volta la Regione Toscana afferma di voler rivedere l’assetto di tali società, in teoria e non in pratica”, ha affermato. Da qui la necessità di “rivedere tutto il piano delle partecipate, di fare un censimento del patrimonio immobiliare, di razionalizzare, intervenendo sui rami secchi e chiudendo i carrozzoni”. “Seguirò con la massima attenzione questo importante tema”, ha assicurato il consigliere.
Per Manuel Vescovi (Lega Nord) c’è un dato da tener presente, soprattutto per gli anni futuri: “La Toscana non deve dare di più di quello che riceve dal Governo centrale”. “Chiedo un impegno alla Giunta – ha continuato – impegnarsi a farsi dare di più, dal Governo, per la Toscana”. E in tema di richieste, il consigliere ha parlato di partite Iva; di mondo delle infrastrutture; di fondo per le vittime della Banca Etruria; di contributi alle famiglie per gli asili nido; di azioni per i disabili, “per dare un segnale politico importante e fare qualcosa di concreto per chi sta peggio”.
Di “dibattito positivo e di clima degno di questo luogo”, ha parlato Antonio Mazzeo (Pd), invitando davvero al “costruzionismo”, evocato dal consigliere Quartini. “Abbiamo posizioni diverse tra maggioranza e minoranza, come è logico sia – ha affermato – questo documento parla di una Toscana riformista, e il grande sforzo e la capacità di sintesi del partito democratico ci ha portato a votare la risoluzione sull’Aeroporto e la riforma sanitaria”. “Governare non è facile, significa decidere, scegliere – ha affermato – continuare a dire sempre no non vuol dire governare: noi vogliamo guardare al futuro e il Bilancio muove da una scelta precisa, da progetti che permetteranno alla Toscana di confrontarsi con le grandi Regioni”. Secondo Mazzeo i numeri ci dicono che l’economia dei nostri territori sta cambiando ed è importante che la Toscana si inserisca nel solco della politica nazionale, per arrivare a risultati concreti. “Dove vogliamo andare?”, si è chiesto ed ha chiesto: “in questi giorni siamo stati accusati di essere dei passacarte della Giunta regionale, ma i tanti emendamenti del Pd alla riforma sanitaria lo smentiscono, come le tante cose che abbiamo rivendicato con forza”. Dal “non aumento” delle tasse, agli investimenti sull’innovazione e al sostegno alle imprese, dal livello dei servizi alle premialità incentivanti per la fusione dei comuni. “Anche oggi, come la scorsa settimana, ho sentito parlare in quest’aula di mancanza di democrazia e voglio dire con forza – ha concluso Mazzeo – che qui la democrazia c’è, c’è stata e continuerà ad esserci: non usiamo certe affermazioni a sproposito”. “Noi abbiamo le idee chiare e stiamo gettando le basi per la Toscana del futuro”.
Le dichiarazioni di voto. “Vogliamo essere giudicati per quello che siamo stati capaci di esprimere nel merito, non sul ‘cartello elettorale’ – ha dichiarato Marco Stella (Fi) aprendo le dichiarazioni di voto conclusive – Non lo abbaamo fatto per una poltrona. Abbbiamo i nostri principi, la nostra storia e la nostra identità”. “Non è questa la strada giusta” ha dichiarato Tommaso Fattori (Sì), per il quale gran parte della manovra finanziaria reca “il segno meno”, cui si aggiungono il finanziamento alla scuola privata dell’infanzia, l’abrogazione degli incentivi alle imprese certificate Emas, il disinvestimento osulle energie rinnovabili, i tagli del personale. “La democrazia costituzionale non è una dittatura della maggioranza – ha rilevato – Ci sono forme deliberative a cui si giunge dopo un confronto”. Un confronto mancato, a suo giudizio, per i tempi troppo stretti imposti al Consiglii regionale. “Parlano per noi gli atti presentati – ha rilevato Giacomo Giannarelli (M5S) – C’è una pressante richiesta di risposte, che avvertiamo moltissimo”. Secondo Elisa Montemagni (LN) è mancato il dialogo, per capire se esiste un punto di incontro. “Abbiamo cercato di collaborare, non abbiamo fatto ostruzionismo, ma emendamenti di buonsenso – ha affermato – che non abbiamo capito perché ci sono stati bocciati”. A suo parere è necessario assolutamente mettere l’opposizione in condizione di lavorare. “Da questo dibattito escono sconfitti i toscani normali – ha rilevato Giovanni Donzelli (FdI) – escono vincitori i grandi direttori generali e sconfitti i precari della sanità. Escono sconfitti i Comuni e colro che non hanno una vita indipendente, medici e infermeri, i nuovi deboli: lavoratori autonomi, padri separati. “Vediamo una Toscana sempre più ostaggio di gruppi di potere – ha concluso – Dispiace. Aspettiamo proposte dal gruppo del Partito democratico, senza attendere la Giunta. In questi mesi non ne abbiamo viste”. “Non ci interessa produrre risme di carta. Abbiamo l’ambizione di essere una maggioranza che governa, insieme alla Giunta ed al presidente – ha replicato Leonardo Marras (Pd) – Vogliamo attuare il nostro Programma di governo”. Marras ha ricordato la grande preoccupazione per i tagli di 444 milioni, che ha spinto a non aumentare le tasse e ad investire sulla sicurezza idraulica, attraverso l’uso dei fondi comunitari. “Possiamo affrontare il 2016 con serenità – ha commentato – Vogliamo farlo nella società e, prima di tutto, in aula. La Toscana sta cambiando il proprio profilo di amministrazioone pubblica, con l’abolizione delle province, e si sta preparando a sfide strategiche”. La replica della Giunta è stata affidata all’assessore alla presidenza Vittorio Bugli, che ha parlato di una vera e propria “sfida”. “Noi, pubblica amministrazione dobbiamo fare quello che fanno le aziende ed i cittadini – ha sottolineato – dobbiamo metterci in discussione. Abbiamo costruito un bilancio che ci consente di avere i conti in ordine”. Bugli ha ricordato la rimodulazione di ogni capitolo, recuperando 25 milioni di fondi non spesi, altri 25 milioni da una migliore utilizzazione dei fondi comunitari, altri 25 milioni da un’ulteriore revisione delle spese di funzionamento, altri 25 milioni da altre voci”. L’assessore ha poi sottolineato la presenza in bilancio di oltre 400 milioni di fondi comunitari, senza aver perso un mese. “Dire che questo non è espansivo, che non produce crescita è falso – ha aggiunto – Non è accettabile rendere miseri gli sforzi che facciamo per il territorio, con un’integrazione fra le risorse, che ci consente di spendere meno risorse, ma meglio”.