Sovranità interviene sulla riforma della sanità toscana approvata alla fine di dicembre, sottolineando “un grave errore commesso dal Partito Democratico nella stesura del testo”, che secondo il movimento di Simone Di Stefano rischia di “gettare nel caos tutto il comparto”.
“L’errore della giunta regionale e più precisamente dell’assessore Saccardi è molto grave, allo stato attuale delle cose la sanità Toscana è nel più totale caos amministrativo – dichiarano in una nota il coordinatore toscano Fabio Barsanti e il coordinatore fiorentino Saverio Di Giulio -, e questa confusione deriva da un marchiano errore presente all’interno della legge regionale sulla sanità approvata il 28 dicembre, dovuto alla fretta di portare a termine l’approvazione entro la fine dell’anno, così da evitare l’incombente referendum per il quale oltre 55.000 firme sono state raccolte da movimenti e comitati contrari a questa riforma, tra i quali è presente anche Sovranità”.
“Ed è proprio l’antidemocraticità di questa condotta – prosegue la nota dei due Coordinatori -, che ha portato a questa situazione e quindi a maggior ragione adesso riteniamo che i cittadini toscani abbiano diritto al referendum abrogativo, che deve svolgersi però, dopo le dimissioni dell’assessore Saccardi. Il macroscopico errore si rinviene facilmente nell’articolo 83 della legge regionale 84 del 28 dicembre 2015, nel quale è scritto chiaramente, al primo comma, che si istituiscono 12 Asl (quelle dell’articolo 32 LR. 40/2005) a decorrere dal 1 gennaio 2016, ma subito dopo al successivo comma 2, le medesime vengono soppresse alla data del 31 dicembre 2015”.
“Chiunque possegga un minimo di cultura giuridica – concludono Barsanti e Di Giulio – sa che nel diritto la forma è sostanza e pertanto le 3 nuove grandi aziende sanitarie non sono state approvate e l’argomentazione dell’assessore Saccardi a propria difesa risulta quindi essere ridicola poiché se anche l’intenzione fosse stata quella di ridurre le Asl da 12 a 3 come ha dichiarato, così non risulta nel testo approvato. Nella migliore delle ipotesi la Legge è impossibile da applicare e questo produrrà necessariamente una paralisi gestionale: per questo ribadiamo che oggi più che mai il referendum è un diritto che non possono negare al popolo toscano”.