Depuratori, scontro sulla nuova legge

19 gennaio 2016 | 19:37
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Depuratori, scontro sulla nuova legge

Via libera alla legge che fissa al 2021 il termine ultimo per la conclusione degli interventi di depurazione, alcuni molto complessi. Con 19 voti a favore e 9 contrari, il Consiglio regionale ha approvato il testo che mette al centro, come illustrato dal presidente della commissione Ambiente Stefano Baccelli (Pd), la capacità depurativa della Toscana e gli interventi necessari a garantire sicurezza ambientale e salute dei cittadini. Secondo quanto contenuto nell’articolato, viene consentita un’autorizzazione in via provvisoria degli scarichi di acque reflue urbane in acque dolci o di transizione nel caso di agglomerati maggiori o uguali a duemila abitanti, in acque marino costiere per agglomerati maggiori o uguali a diecimila abitanti.

Il testo prevede una ricognizione, da parte di Ait (Autorità idrica toscana), degli interventi di depurazione necessari a garantire il rispetto della normativa comunitaria e nazionale. E per assicurare la tempestiva realizzazione dei depuratori necessari, l’Autorità dovrà adottare un piano stralcio contenente i termini di conclusione degli interventi, che dovranno comunque realizzarsi entro i prossimi sei anni. Il presidente del Movimento 5 Stelle, Giacomo Giannarelli, nel riconoscere lo “spirito positivo della legge” ha ricordato che in Toscana “su 4500 scarichi censiti, solo 1500 vanno ai depuratori, tutti gli altri sversano in mare o nei fiumi”. Giannarelli ha quindi illustrato il testo della risoluzione presentata, respinta dall’Aula, nella quale si chiedeva, tra l’altro di “scongiurare eventuali aumenti tariffari” e “prevedere che la realizzazione e la gestione degli impianti previsti dal piano straordinario redatto dall’Ait sia di esclusiva competenza degli enti locali e non dei gestori”.
In sede di dichiarazione di voto il presidente di Sì – Toscana a sinistra, Tommaso Fattori, ha annunciato voto contrario alla legge e alla risoluzione: “La deroga al 2021 non è condivisibile” ha detto ricordando come i costi della depurazione “sono a carico dei cittadini che li pagano in bolletta. È una condizione gravissima che dura da anni”.
Contraria si è dichiarata anche Elisa Montemagni (Lega): “Sei anni sono troppi. Ci sono situazioni molto gravi e non avere un quadro preciso della situazione è un’ulteriore aggravante”. Montemagni ha quindi rilevato che la “ricognizione, così frequentemente ricordata nel testo della legge, è un altro punto dolente. Evidentemente i soggetti preposti non hanno svolto il compito”. Il presidente Baccelli ha motivato il voto contrario del Partito democratico alla risoluzione per “evidenti contraddizioni: se lo spirito è quello di favorire il pubblico, nel testo della risoluzione si favoriscono invece i gestori, e cioè il privato”.