
Si è svolto stamani (23 gennaio) in consiglio regionale della Toscana il convegno/seminario Bambine e bambini in gioco. Le politiche pubbliche per i diritti dell’infanzia.
Secondo Daniela Lastri, ideatrice della giornata seminariale promossa da Sì Toscana a Sinistra “una sala piena, con posti in piedi, il sabato mattina per discutere di politiche pubbliche per l’infanzia è un ottimo segnale. Abbiamo riunito persone che in questi anni si sono battute per i diritti dell’infanzia e per servizi pubblici diffusi e di qualità. E’ urgente rilanciare gli investimenti sulla fascia d’età 0-6 anni, tornando a sostenere politiche di welfare oggi completamente abbandonate, come dimostra l’ultima legge di stabilità, che in nulla si differenzia da quelle degli ultimi anni. Il Governo non ha stanziato nessuna risorsa, è un dato di fatto. Questo dei diritti dei bambini e delle bambine è un terreno su cui daremo battaglia incessantemente, qui in regione, nei comuni, a livello nazionale”.
Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra, nel suo intervento denuncia: “Il fondo nazionale asili esiste solo formalmente, ma non c’è un euro dentro. Insomma, si fa una grande retorica sui diritti dei bambini e delle bambine ma nei fatti assistiamo all’agonia delle politiche pubbliche per l’infanzia e a continui tagli. Firenze mostra in anticipo quale sarà la direzione scelta dal Pd a livello nazionale, ossia la graduale privatizzazione anche di questo settore. Si intende appaltare pezzi di scuola dell’infanzia a cooperative amiche e far dilagare quel privato sociale a cui si vuol regalare adesso anche parte consistente della sanità. Questo porterà, naturalmente, ancora nuovo lavoro precario, sottopagato, sotto inquadrato il tutto sulle spalle dei bambini e della loro educazione”.
Aggiunge Tommaso Fattori, allargando il ragionamento: “Da una crisi si esce solo con investimenti pubblici qualificati e l’investimento in educazione e istruzione, a partire dalla fascia d’età 0-6 anni, è l’investimento più virtuoso. Come lo è l’investimento in ricerca, a partire dalla ricerca di base. Tagliare il bilancio pubblico, nella speranza di far quadrare i conti, genera solo una continua riduzione del reddito nazionale e della produzione, avvitandoci in un circolo vizioso. Si dovrebbe investire e invece il governo fa esattamente l’opposto, pensando che tagliare sui bambini e sui diritti dell’infanzia sia un risparmio mentre, in realtà, è solo un enorme costo: un costo sociale e pure un costo monetario che sarà pagato dalla collettività. O più probabilmente anche il Governo e il Pd sanno che non è un risparmio ma un costo e tuttavia perseguono coscientemente l’obiettivo di regalare ai privati anche questo settore”.
Paolo Sarti, pediatra e consigliere regionale di Sì Toscana a Sinistra, nella sua relazione sottolinea come “l’attacco alla scuola pubblica è stato preparato da tempo, lavorando sulla delegittimazione mediatica dei pubblici dipendenti, insegnanti compresi, riducendo al minimo i finanziamenti, dirottati invece sulla scuola privata, ed esternalizzando alle cooperative funzioni che erano precipue del pubblico. Oggi per il governo è facile intervenire pesantemente sulla scuola con leggi che la stravolgono anche perché manca il “controllo” e l’opposizione dei cittadini e in particolare dei genitori, dirottati ad arte su aspettative e richieste improprie. I nidi e le scuole dell’infanzia rischiano di riassumere le antiche caratteristiche di posteggi “sicuri”. I diritti dei bambini rischiano di essere soppiantati dai diritti dei datori di lavoro e di questo ne sono chiaro esempio il fiorire di nidi aziendali e le prospettive di nidi h24”.