Il rabbino Levi: più attenzione a questione israelo-palestinese

28 gennaio 2016 | 13:34
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Il rabbino Levi: più attenzione a questione israelo-palestinese

Vigilanza, accoglienza, educazione, rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni persona. Joseph Levi, rabbino capo della comunità ebraica di Firenze, ha indicato questi come i valori universali che possiamo e dobbiamo imparare dalla Shoah. Nel suo intervento in Consiglio regionale per la seduta solenne per il Giorno della Memoria, Levi ha invitato ad “essere consapevoli e responsabili” e, alla luce della storia d’Europa tra il 1925 e il 1940, ad “agire prima che i meccanismi socio-politici siano già consolidati e difficili da cambiare” e poi ad “essere attenti che tali meccanismi non si riproducano con le sfide attuali dei flussi migratori in Europa”.

Levi ha parlato della necessità di “combattere i pregiudizi e l’antisemitismo, l’islamofobia e la paura”, del bisogno di “offrire opportunità politiche di cittadinanza ed eguaglianza”. Il rabbino capo ha evidenziato la necessità di “riconoscere ed approfondire l’educazione per una filosofia di vita e di contenitori culturali multietnici e multi religiosi, che offrano rispetto e spazio per culture diverse”. “Mi piacerebbe – ha detto Levi – vedere la Regione Toscana, terra di pace e di dialogo, maggiormente impegnata in progetti rivolti ad israeliani e palestinesi insieme, per aiutarli ad approfondire la loro conoscenza”. Levi si è soffermato sull’importanza del dialogo e del rispetto reciproco, soprattutto tra i giovani. “In quanto toscano, mi piacerebbe – ha aggiunto – vedere la mia Regione più coinvolta nella ricerca di pace e tranquillità tra queste due nazioni, una di matrice araba e l’altra di origine europea e mediterranea”. Filippo Focardi, docente di storia contemporanea all’Università di Padova, ha centrato il suo intervento parlando di due fasi della memoria europea: la prima che ha preso forma dopo il 1945, la seconda dopo il 1989. “Da un lato – ha detto – il mito della Resistenza come epica e corale lotta di liberazione nazionale contro i nazisti; dall’altro l’attribuzione alla Germania e ai tedeschi dell’esclusività della colpa”. “Il 1989 – ha aggiunto – è stato contrassegnato da un eccesso compensativo di memoria che le istituzioni hanno promosso in ogni Paese, per fondare nuove identità collettive dopo il crollo del muro di Berlino”. Focardi si è soffermato sulla “celebrazione mediatica dei Giusti, dei generosi salvatori di ebrei”, che “ha finito per oscurare le responsabilità avute da tanti italiani nella persecuzione dei loro concittadini ebrei”. “Un colpevole oblio sembra sceso sui tanti italiani che furono attori e complici della Shoah, coloro che parteciparono all’arresto degli ebrei, i delatori che li denunciarono, chi si appropriò dei loro beni, chi rimase indifferente”. Di fronte alla minaccia e alla sfida del terrorismo, Focardi ha invitato a fare attenzione al richiamo all’eredità della Resistenza: “contro il pericolo islamico si sono appellati e si appellano anche i movimenti xenofobi europei”. A chiudere la seduta solenne il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, che ha ringraziato tutti i partecipanti, dai consiglieri regionali, alle autorità civili, militari e religiose presenti in aula.