
“Concorso sì, ma non ora e non così”: i precari della scuola stamani erano in presidio a Firenze in via Cavour davanti alla prefettura in occasione della giornata di mobilitazione per i diritti dei precari, presidio organizzato da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda Firenze (di analoghi ce ne sono stati in tutta la Toscana e in tutta Italia). Nonostante la Legge 107 il problema dei precari della scuola infatti esiste (a Firenze e provincia riguarda circa un migliaio di persone) e sembra essere lontano dalla soluzione (dal Ministero assenza di confronto col sindacato). I sindacati (che nel corso del presidio sono stati ricevuti in Prefettura ad esporre le proprie rivendicazioni) hanno spiegato che “il concorso pubblico è lo strumento di reclutamento che garantisce assunzioni trasparenti, in contrapposizione alla chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici. Il concorso è un atto dovuto, ma prima vanno gestite le situazioni di eccezionalità che ancora permangono, nonostante le assunzioni del piano nazionale. Non è colpa dei precari se per anni sono stati utilizzati con contratti a tempo determinato per l’ordinario funzionamento delle scuole, chiudendo loro contemporaneamente sia la possibilità di stabilizzazione che di abilitazione: chiusura delle graduatorie a esaurimento senza procedere alla stabilizzazione dei 150.000 come previsto dall’allora governo Prodi, chiusura delle scuole di specializzazione, mancanza di concorsi ordinari aperti a tutti. La sentenza della corte di giustizia europea che vieta la reiterazione dei contratti va attuata, determinando i criteri per l’assunzione di coloro che possono vantare tale reiterazione”.
I sindacati scuola chiedono quindi di risolvere la situazione di chi pur avendo i titoli per l’assunzione rischia di essere estromesso da un concorso a dir poco selettivo, che non valorizza il lavoro e le professionalità acquisite, propongono di sanare l’illegittimità della mancata assunzione dei docenti della scuola dell’infanzia delle graduatorie di merito e delle Gae, che non hanno potuto concorrere al piano nazionale di assunzioni con il pretesto della delega sul percorso 0-6, che non ha avuto alcun finanziamento. Chiedono infine che venga bandito il terzo ciclo di Tfa per i docenti di terza fascia, spesso in possesso di anni di servizio cospicui come quelli dei colleghi delle altre graduatorie, ma che rischiano di non poter concorrere, perché privi di abilitazione.