Braccini (Fiom): “Rinnovo contratto collettivo e carta dei diritti”

Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana, è intervenuto oggi (20 febbraio) sul tema del rinnovo del contratto collettivo nel settore metalmeccanico e non soltanto. “La Fiom in queste settimane è impegnata in una importante campagna di assemblee – si legge – in tutta la
regione per informare i lavoratori sullo stato della trattativa sulla riconquista del contratto collettivo nazionale di lavoro e per la presentazione della carta dei diritti universali del lavoro promossa da
tutta la Cgil, in modo da dare vita ad un nuovo statuto dei diritti dei lavoratori che riunifichi il
mondo del lavoro, al fine di poter superare tutte le disuguaglianze e l’ingiustizia sociale che si è creata in questi anni anche a causa di leggi sbagliate”.
“Questo percorso – prosegue Baccini prevede anche la consultazione straordinaria degli iscritti alla Cgil che sono chiamati ad esprimere la propria opinione sulla carta dei diritti e per presentare un progetto di legge di iniziativa popolare che metta al centro il riconoscimento di principi universali dei lavoratori. La carta prevede inoltre il diritto ad avere un lavoro dignitoso, il diritto al riposo, le pari opportunità, diritto alla conciliazione tra vita familiare e professionale, ad una adeguata tutela pensionistica, contrasto al lavoro nero, tutela contro i licenziamenti. Venne superata la società caritatevole e servile quando furono riconosciuti i diritti, non può esistere un lavoro senza diritti, il lavoro deve essere occasione di emancipazione economica e sociale. Le assemblee svolte nel settore metalmeccanico fino ad oggi sono circa 215 e ve ne sono oltre 400 già programmate entro la metà del mese di marzo, dove alla fine si prevede un coinvolgimento complessivo di oltre trentamila lavoratori. Inoltre ci faremo promotori di momenti di discussione pubblica che si collegano anche ai temi costituzionali, affinché il lavoro continui ad essere l’espressione più alta della persona, in modo da contribuire a far sì che l’Italia resti una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.