
“La Regione Toscana investe da sempre, economicamente e culturalmente sull’educazione dei bambini, partendo da un pieno riconoscimento del valore che tali servizi rivestono in termini di educazione, formazione e socializzazione La rete dei servizi educativi per la prima infanzia rappresenta oggi un sistema in grado di accogliere il 34 per cento dei bambini di età 3-36 mesi. Ma accanto a questo pur importante dato quantitativo è il corretto orientamento delle politiche, la loro continuità nel tempo e l’intenso lavoro di progettazione, elaborazione e innovazione degli interventi che ci ha consentito di diventare un esempio di qualità”.
E’ quanto ha affermato l’assessore all’Istruzione e formazione Cristina Grieco nel corso dell’incontro alla presidenza del Consiglio dei ministri. “Quello che non esito a definire il modello toscano all’educazione della prima infanzia, è la sintesi del quadro complesso e articolato di politiche e buone pratiche realizzate sul nostro territorio regionale. Un modello, variegato e diversificato, dove tutti si possono riconoscere a partire dalla valorizzazione di alcuni elementi; come l’individuazione dei bambini come principali protagonisti dei servizi, la sottolineatura dell’importanza della partecipazione delle famiglie all’interno del progetto pedagogico ed educativo e la diversificazione del sistema dell’offerta all’interno di un sistema integrato dei servizi regolato da standard e sistemi di qualità”.
La legge 107 sulla Buona Scuola rappresenta un traguardo importante per i servizi; basti pensare al tema del superamento dei nidi dalla domanda individuale, l’individuazione dei livelli essenziali di prestazione per le fasce d’età 0-3 e 3-6 e la capacità di coordinamento territoriale. “Ma devono però essere sciolti ancora molti nodi – la conclusione di Grieco – la cui risoluzione potrà determinare un’appropriata ed efficace attuazione della delega stessa.Attraverso iniziative come questa odierna riusciremo certamente ad approndire il tema dei servizi per la prima infanzia, soprattutto attraverso lo scambio delle pratiche migliori in cui
la Toscana intende continuare a rappresentare un punto di riferimento”.