
La commissione affari istituzionali del consiglio regionale toscano, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd), ha espresso a maggioranza parere favorevole al bilancio di previsione 2016 dell’istituto regionale per la programmazione economica della Toscana (Irpet), con allegato il programma annuale e pluriennale di attività. Il consigliere Marco Casucci (Ln) si è astenuto. E’ stato lo stesso presidente Bugliani a sintetizzare i contenuti del bilancio, sottolineando che i costi fissi di produzione, che comprendono il costo del personale a tempo indeterminato, la quota Irap legata alle retribuzioni ed altri costi minori, ammontano ad euro 2.918.732, a fronte di un contributo ordinario regionale di euro 2.450.000. Lo sbilancio stimato è quindi di euro 468.732, pari al 16 per cento del totale dei costi di funzionamento. I costi diretti, derivanti dall’esecuzione di attività comuni con Regione Toscana, sono complessivamente pari ad euro 1.207.888, a fronte di contributi regionali stimati di euro 1.520.000.
Il programma di attività 2016 comprende rapporti e note di ricerca, attività comuni con la Regione Toscana, strumenti di analisi, gestione di banche dati, attività di consulenza per Giunta e Consiglio.
Complessivamente i costi per il funzionamento dell’istituto e per la realizzazione delle attività destinate alla Regione, istituzionali e comuni, sono pari ad euro 4.126.620, mentre i contributi regionali in conto esercizio sono 3.970.000, con uno sbilancio stimato di euro 156.620.
La perdita è compensata dall’utile previsto sulle attività rivolte a soggetti privati e pubblici diversi dalla Regione (euro 120.220), dal recupero dell’Iva detraibile (euro 35.000) e dalla gestione finanziaria (euro 1.400). All’unanimità la commissione ha licenziato anche una delibera di indirizzo sulla destinazione degli eventuali utili di esercizio dell’Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana e dell’Agenzia regionale di sanità. Gli utili saranno destinati per il venti per cento a fondo di riserva legale, destinato alla copertura di perdite future, ed il restante ottanta per cento sarà interamente restituito alla Regione, a meno che il Consiglio regionale decida di assegnarlo di nuovo all’ente, per intero o parzialmente, per investimenti, per attività di ricerca o per nuovi progetti.