
Una mozione con la quale si impegna la giunta ad attivarsi presso il governo nazionale affinché si inaspriscano le pene per coloro che fanno uso di violenza verso soggetti con elevata fragilità, siano essi anziani, bambini o persone con difficoltà psichiche e motorie, è stato approvata all’unanimità dal consiglio regionale della Toscana. La mozione, presentata dal gruppo Lega Nord, è stata illustrata da Marco Casucci, consigliere di tale gruppo, il quale, dopo aver ricordato il caso dell’attore Francesco Nuti, che avrebbe subito violenze dal suo badante, ha chiesto l’istituzione di un “albo delle badanti” e ha invitato ad attingere ai fondi regionali per le politiche sulla sicurezza per “creare le condizioni per tutelare i soggetti deboli”, invitando la Regione Toscana ad attivarsi per “istituire misure specifiche di prevenzione rivolte anche alle scuole di ogni ordine e grado perché queste presentino progetti che possano scoraggiare il ripetersi di episodi di violenza”.
Paolo Sarti, Sì Toscana a Sinistra, ha chiesto “attenzione sul fenomeno” ma anche di “non entrare in questo argomento con l’ottica della vendetta”. Sarti ha evidenziato la difficoltà di alcuni lavori e ha chiesto “effettiva attenzione verso la prevenzione”. Ha comunque annunciato il voto a favore del testo definitivo che esclude il ricorso a telecamere per controllare, ad esempio, il comportamento degli addetti alle professioni socio-sanitarie nel momento in cui svolgono le loro attività a sostegno di pazienti ed utenti.
Andrea Quartini, M5s, ha affermato di condividere che “la prevenzione è fondamentale” ma ha aggiunto che “essa non è tuttavia l’unica strada percorribile” perché “deve essere garantito il rispetto del codice civile e del codice penale”. Per Quartini, che “pur con qualche distinguo” si è detto d’accordo con il testo conclusivo della mozione, il lavoro più grosso “va in ogni caso fatto sull’umanizzazione delle professioni di aiuto”.
Monia Monni, Pd, si è detta d’accordo con “la necessità di una attenzione maggiore verso le professioni del campo del disagio” sottolineando però che “il testo conclusivo non prevede l’uso di telecamere nei luoghi di assistenza” e per quel che riguarda la “questione badanti” non prevede “alcun albo” ma è più estensivo. La Monni, a questo proposito, ha ricordato il progetto “pronto badante” promosso della Regione.