
Le costruzioni sono sempre state motore di sviluppo ma purtroppo la situazione è cambiata già dal 2006. La crisi infatti non ha mitigato ma favorito fenomeni di illegalità spesso nascosti dietro a massimi ribassi da capogiro (anche oltre il 60%) anche nelle infrastrutture. Di questo e di appalti, sviluppo e legalità si è parlato stamattina (8 aprile) nel convegno Infrastrutture tra sviluppo e legalità, organizzato da Fillea e Cgil Toscana presso la sede della Regione Toscana a Firenze.
Nell’occasione, da Ires Toscana sono stati resi noti alcuni dati toscani sulla crisi del settore: calo del 27% degli appalti pubblici aggiudicati in Toscana dal 2011 al 2015 e quasi dimezzati nell’importo (da 1,37 a 0,77 miliardi), crollo degli impieghi nelle costruzioni del 34% (10,6 miliardi nel 2008, 6,98 miliardi nel 2015), calo delle giornate lavorate (da 17 a 12 milioni tra 2010 e 2014), boom dei voucher (la Cgil ne chiede l’abolizione). In Toscana si sono persi – dati cassa edile – quasi 30mila posti di lavoro dal 2008 ad oggi, quando si contano in tutto circa 35mila addetti (quasi dimezzati gli addetti).
Bartoli ha commentato così il parere delle commissioni lavori pubblici del Senato e della Camera sul nuovo codice degli appalti: “Condividiamo la valorizzazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa nell’aggiudicazione delle opere. Riteniamo che i pareri espressi recepiscano le nostre richieste sul subappalto con l’introduzione di limiti e vincoli, le regole sulle concessioni e i lavori in house, l’intervento sulla questione dei sottosoglia (fascia di lavori in cui il codice non si applica negli obblighi di pubblicità e comunicazione). Ci auguriamo che tali modifiche siano confermate dal governo. Consideriamo inoltre necessario favorire la qualificazione d’impresa, reintrodurre il Durc per cantiere e della congruità, garantire la responsabilità solidale nella catena del subappalto”.
Bartoli chiede la partenza immediata delle opere cantierabili con date e investimenti certi e, attraverso la contrattazione d’anticipo, gestire le ricadute occupazionali, la sicurezza e i diritti. Infine, la legalità: “Corruzione, riciclaggio, infiltrazioni mafiose sono una piaga del nostro sistema, lo sappiamo, spesso anche a nostre spese, e non accettiamo chi minimizza o individua la problematicità in altre zone d’Italia. Chiediamo alla regione che i sindacati siano coinvolti nella realizzazione di un protocollo sulla legalità negli appalti, visto quanto dietro ad infiltrazioni, corruzione e illegalità si nascondano proprio evasione contributiva, aggiramento contrattuale, violazione in termini di sicurezza, applicazione di contratti pirata, scarsi diritti per i lavoratori, utilizzo di lavoratori autonomi molto spesso involontari – false Partite Iva -, presenza di subappalti non autorizzati e sconosciuti alla committenza”.