Intramoenia, Sarti e Fattori (Sì): stop a definanziamento del servizio pubblico

“La proposta di Rossi di abolire l’intramoenia è un’uscita strumentale alla sua candidatura di partito ma serve poco alla sanità toscana. Se vogliamo dare risposte serie e davvero di sinistra cominciamo a pretendere l’incompatibilità del rapporto di lavoro dei medici tra pubblico e privato, solo allora si potrà pensare ad abolire l’intramoenia”. Lo affermano Paolo Sarti e Tommaso Fattori, consiglieri regionali di Sì Toscana a sinistra.
“Il presupposto per l’abolizione dell’intramoenia – continuano – è un servizio pubblico adeguato a garantire gli obiettivi per cui è nata l’intramoenia stessa: permettere ai pazienti di scegliere il medico con cui curarsi e cui riporre la propria fiducia. Ed anche un servizio pubblico che gratifichi il medico sulla base della capacità attrattiva dei pazienti, premiandone il merito. Che all’interno della stessa struttura chi ha possibilità economiche possa essere curato prima e meglio e chi non ne ha debba sottostare a lunghissime liste di attesa è, indubbiamente, una situazione vissuta come una grande ingiustizia da parte dei cittadini. Il vero nemico della sanità pubblica nel senso di uguaglianza nell’accesso ai servizi si chiama definanziamento: i tagli continui al Fsn, la mancata sostituzione del personale medico, infermieristico, tecnico, l’aumento dei ticket fino a portarli (per alcune fasce di reddito) a un livello superiore a quello del prezzo intero praticato dal privato per la medesima prestazione”.
“Per queste ragioni – spiegano – quello che sta succedendo è uno spostamento progressivo dell’utenza dal pubblico al privato. La politica della giunta regionale, attuata attraverso la recente riforma, va esattamente in questa direzione”.
“La regione – concludono i consiglieri – intervenga subito per correggere le storture delle liste d’attesa: sospensione dell’attività libero professionale, fino al rientro dei tempi standard, là dove siamo in presenza di lunghi tempi nel pubblico, e un piano d’investimento sull’assunzione di operatori che permetta di lavorare anche i giorni festivi. E’ già stato fatto nella vicina Emilia Romagna, dove le liste di attesa nel pubblico sono al 94% nei tempi previsti”.