Supermercati aperti, rabbia dei sindacati: “Non fate la spesa il Primo maggio”

Lavoratori in piazza insieme ai sindacati confederali per protestare contro la decisione di molte catene della grande distribuzione di restare aperte il primo maggio. Sciopero di otto ore anticipato di un giorno a Pisa, dove i lavoratori incroceranno le braccia domani.
A Lucca ci sarà un pullman itinerante che farà tappa in tutti i punti vendita aperti del territorio, con tappe a Carrefour, Mercatone, Penny e Conad, mentre a Massa Carrara la Cgil terrà la propria manifestazione del Primo maggio proprio davanti a Carrefour. “E’ incomprensibile e ingiustificabile questa spinta al sempre aperto – dichiara Cinzia Bernardini, segretaria della Filcams Cgil – soprattutto da parte di Carrefour. Infatti la completa liberalizzazione delle aperture e degli orari, con centri commerciali e negozi aperti 365 giorni l’anno, a volte h24, non è servita ad arginare la crisi, non ha creato occupazione né impedito le chiusure di negozi e i licenziamenti di lavoratori, con l’attacco ai diritti e al salario. Di sicuro si è tolto tempo libero e peggiorato le condizioni di vita e di lavoro delle centinaia di migliaia di lavoratori, per la maggioranza donne, che operano nel commercio”.
In Toscana, oltre a Carrefour, staranno aperti alcuni negozi Conad, Obi e Pam. Penny Market. Per Carrefour con una contraddizione in più: staranno aperti in Italia e invece in Francia, ma anche in quasi tutta Europa, rimarranno chiusi. La maggioranza della Gdo terrà le saracinesche abbassate, chiusi i punti vendita di Unicoop Firenze, Esselunga, Unicoop Tirreno, Ikea, Panorama. “Chiediamo a tutti i cittadini di non andare a fare la spesa per il Primo Maggio – conclude Bernardini -: non sacrifichiamo al consumo festività così importanti per il loro valore storico e sociale, che rappresentano l’identità collettiva, non solo in Italia, infatti il Primo Maggio è una festività in tanti Paesi del Mondo. La Festa non si vende, si vive”. Filcams, Fisascat e Uiltucs chiedono che venga riaperta la discussione sul disegno di legge per la revisione del Decreto Monti sulle liberalizzazioni che, approvato alla Camera a settembre 2015, giace abbandonato al Senato e che prevede la chiusura obbligatoria in alcune festività civili e religiose.