
La polizia locale ha previsto un sit-in dei lavoratori davanti a tutte le sedi delle prefetture toscane per lunedì 9 maggio, nell’ambito della mobilitazione nazionale (indetta da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl) relativa alla vertenza del personale (vigili urbani e polizia provinciale). A Firenze l’iniziativa si svolgerà alle 15 in via Cavour e vi parteciperanno anche le segreterie regionali dei tre sindacati. La mobilitazione vuole chiedere al Governo di:uniformare su tutto il territorio nazionale le condizioni operative della Polizia Locale; rinnovare il Ccnl di riferimento e riconoscere le specificità e peculiarità dei corpi di polizia locale; superare il blocco del turn over; riconoscere e valorizzare il ruolo e le funzioni della polizia locale; tutelare e garantire equità al trattamento economico e alle condizioni di lavoro.
In particolare, visto che il lavoro è cambiato molto negli ultimi anni, si chiede di avviare subito il confronto per colmare, già nel Ddl sicurezza in discussione, le gravi discriminazioni esistenti su piano delle tutele e dei diritti rispetto alle altre forze di polizia, a partire da equo indennizzo e cause di servizio. “Questa è una vertenza che parte da lontano – scrivono i sindacati – nel corso della quale abbiamo chiesto più volte l’adeguamento della legge 65/86, vecchia oramai di trent’anni, per tener conto delle attuali funzioni che ogni giorno svolge sul territorio la polizia locale per le politiche di sicurezza integrata che, sempre più spesso, comportano l’esercizio nei fatti di attività di pubblica sicurezza e di ordine pubblico, nonché di contrasto alla microcriminalità – dicono i sindacati -. Ora però la misura è colma. Dobbiamo portare l’esecutivo a confrontarsi seriamente e concretamente con le Oo. Ss. sulle funzioni del corpo, per il riconoscimento delle specificità professionali, sui diritti, per una piena equiparazione assistenziale, previdenziale e assicurativa alle altre forze di polizia, e sulle condizioni di lavoro del personale”. L’obiettivo della mobilitazione è anche coinvolgere sindaci, politici e parlamentari locali, stampa e comunità locali che trovano sempre negli appartenenti al corpo il primo e più prossimo presidio di sicurezza.