Via alla nuova legge sulla riqualificazione delle sponde dei fiumi

La salvaguardia delle strutture storicizzate, di interesse pubblico, già esistenti e finalizzate a garantire funzioni connesse al territorio antropizzato, è al centro della proposta di iniziativa dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Il dispositivo ha ottenuto il via libera unanime dell’Aula di palazzo Panciatichi e introduce la possibilità di realizzare manufatti sostitutivi o adeguativi di quelli esistenti, ma in nessun caso ammette nuove edificazioni. Ad illustrare il testo, il presidente della commissione ambiente, Stefano Baccelli, che ha ricordato alcune modifiche apportate dall’ufficio legislativo del Consiglio e già condivise dagli altri commissari.
La proposta approvata modifica la legge regionale 21/2012 sulla difesa dal rischio idraulico, consente la “riqualificazione delle sponde dei fiumi e la valorizzazione degli impianti finalizzati ad assicurare funzioni di forte interesse pubblico”, storicamente ubicati lungo i tratti di fiume urbani. In particolare è introdotta la possibilità di realizzare manufatti, sostitutivi o adeguativi di strutture esistenti, diretti a garantire funzioni di interesse pubblico storicizzate, connesse al territorio antropizzato e presenti da oltre quaranta anni, come individuati dagli strumenti urbanistici, ricadenti nelle aree soggette a tutela e nelle aree qualificate a pericolosità idraulica molto elevata. Per tali interventi è richiesta la preventiva messa in sicurezza idraulica, senza aggravio del rischio idraulico, oltre che la verifica obbligatoria dell’esecuzione delle opere di messa in sicurezza idraulica. Saranno gli strumenti urbanistici comunali a indicare quali sono gli edifici storici, presenti sulle rive da oltre quaranta anni, che meritano la disciplina in deroga.
Soddisfazione per il testo è arrivata da Giacomo Giannarelli. “È un atto e una risposta attesi da molti cittadini”, ha detto citando il caso Rari Nantes a Firenze.
Tommaso Fattori, ha ricordato la mozione presentata dal gruppo lo scorso 7 ottobre, votata all’unanimità dal Consiglio. “Questa legge è l’ultima tappa di un percorso avviato da tempo”. Le modifiche già ricordate da Baccelli, secondo il capogruppo, “consentono ai Comuni di introdurre deroghe per strutture storicizzate e di interesse pubblico perché svolgono funzioni sociali ed educative. Stiamo salvaguardando beni comuni della nostra regione nell’interesse dei cittadini”. Fattori ha inoltre osservato come la nuova disciplina sia “in linea con indirizzi europei che vogliono vivibilità e fruibilità dei fiumi”.
Anche Elisabetta Meucci, ha manifestato soddisfazione per una legge “partita da un caso concreto, quello Rari Nantes, che punta a normare tutto il territorio regionale. Con questo atto intendiamo riqualificare le funzioni pubbliche di strutture storicizzate esercitate senza interruzione per quaranta anni”. “Viene inoltre riconosciuto – ha chiarito – il ruolo autonomo delle amministrazioni locali, consentendo una valutazione caso per caso”.