Violenza contro le donne, la Regione aderisce alla campagna drappo rosso

6 luglio 2016 | 15:11
Share0
Violenza contro le donne, la Regione aderisce alla campagna drappo rosso

Il Consiglio regionale aderisce alla campagna #drapporosso contro il femminicidio ed impegna la Giunta ad attivare un tavolo di confronto, che coinvolga gli assessorati regionali interessati, la commissione regionale per le pari opportunità, i coordinamenti toscani dei centri antiviolenza e gli altri soggetti istituzionali competenti, per mettere in atto “un’efficace strategia di prevenzione, sensibilizzazione, contrasto e aiuto alle vittime di violenza in modo omogeneo su tutto il territorio toscano”.

Lo ha deciso a maggioranza l’assemblea di Palazzo Panciatichi, che ha approvato una mozione presentata dall’intero gruppo Pd. Il gruppo Lega Nord ha votato contro. La Giunta regionale dovrà anche attivarsi presso il Governo per la piena applicazione di quanto previsto dalla Convenzione di Istanbul, che ha riconosciuto la violenza sulle donne come violazione dei diritti umani, e perché sia avviato un processo di cambiamento socio-culturale, mediante specifici piani di offerta formativa ispirati ai principi di pari opportunità, all’educazione alla parità tra i sessi, alla prevenzione della violenza di genere.
E’ stata Alessandra Nardini, prima firmataria della mozione, ad illustrare il testo in aula, sottolineando che la violenza sulle donne, nella nostra società, si configura come un “fenomeno strutturale, radicato, culturale, non episodico o emergenziale”. In Toscana le donne che si sono rivolte ad un centro antiviolenza dal 1°luglio 2009 al 30 giugno 2015 sono state 13.461, di cui 2.597 nuovi accessi dal 1° luglio 2014 al 30 giugno 2015. Nel 2014 le donne uccise nella nostra regione sono state 12, portando ad un totale di 77 le vittime dal 2006 al 2014. Sono oltre 7 mila i minori che negli ultimi cinque anni hanno assistito ad un fenomeno di violenza familiare. “Non è accettabile che persistano tra i giovani pregiudizi, stereotipi e si ritenga la violenza sulle donne come frutto di un raptus momentaneo – ha affermato Nardini – Neppure può essere giustificata o legittimata dal ‘troppo amore’, negando quindi il rispetto dell’altra, la sua autonomia e libertà”.
“Si dà finalmente atto della necessità di lavorare sulla scuola, la famiglia, l’educazione all’affettività, la gestione dei conflitti – ha osservato Paolo Sarti (Si – Toscana a sinistra), annunciando il voto favorevole – I centri antiviolenza sono indispensabili, ma sono la cura degli effetti della cattiva educazione maschile. Non dobbiamo mettere più luce nei parchi, ma più luce nella testa degli uomini”.
“Questa mozione va molto oltre il problema della violenza sulla donna – ha osservato Elisa Montemagni (Lega Nord), dichiarando il voto negativo – Si parla della parità tra i sessi, ma non siamo uguali. L’unica cosa che andrebbe introdotta a scuola è l’ora di educazione civica”.