Toscana, il Consiglio in seduta solenne per l’anniversario della prima assemblea

13 luglio 2016 | 12:17
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Toscana, il Consiglio in seduta solenne per l’anniversario della prima assemblea

Seduta solenne del consiglio regionale, questa mattina (13 luglio), alla presenza di numerose autorità. L’occasione è stata la celebrazione della ricorrenza del 13 luglio 1970, data in cui si svolse la prima seduta del Consiglio regionale della Toscana. La cerimonia è stata scandita dagli interventi del presidente del consiglio regionale Eugenio Giani, dell’assessore Cristina Grieco in vece del presidente della giunta regionale Enrico Rossi, di Filippo Donati, docente di diritto costituzionale dell’Università di Firenze.
Giani ha colto l’occasione della ricorrenza per una riflessione sul regionalismo nel nostro paese, e nello specifico in Toscana.

Il presidente ha ricordato come, dopo le elezioni dell’8 giugno 1970, il 13 luglio il consiglio regionale si riunì per la prima volta. Il primo presidente del consiglio regionale toscano fu Elio Gabbuggiani, il primo presidente della Giunta regionale Lelio Lagorio. L’anno scorso fu consegnato ai loro familiari un riconoscimento, con l’impegno di premiare ogni anno, in successione, i presidenti. Quest’anno dunque il riconoscimento, il Pegaso simbolo della Toscana, è andato al secondo presidente del consiglio, Loretta Montemaggi, e al secondo presidente della Giunta, Mario Leone.
“Veniamo da anni di indubbia crisi nel rapporto di rappresentanza dell’istituzione regionale con i cittadini – ha detto Giani –. Anche se, va detto, in Toscana questa crisi c’è meno che altrove e in questa legislatura abbiamo già prodotto interventi legislativi importanti”.
“Quarantasei anni fa la regione era un’istituzione assolutamente nuova – ha ricordato il presidente del consiglio regionale -. Il primo modello di stato unitario, organizzato prevedendo province e comuni, non dava spazio al regionalismo. Nell’assemblea costituente l’istituzione della regione diventò poi, soprattutto per la sinistra e il mondo cattolico, una bandiera di democraticità, un modello di partecipazione capace di superare quello di province e comuni succubi della dimensione prefettizia”. Ci sono poi voluti 22 anni, dall’entrata in vigore della costituzione, perché le regioni prendessero effettivamente vita.
“Fin dalla sua nascita il Consiglio regionale toscano è stato particolarmente fecondo – ha detto ancora Giani -. Abbiamo vissuto passaggi importanti come la modifica del titolo V, e oggi, con il referendum costituzionale, il profilo della regione potrebbe diventare maggiormente amministrativo così come, attraverso il senato, divenire un profilo di raccordo con lo stato e con l’Europa”.
“Siamo dunque all’alba di una potenziale terza fase del regionalismo – ha concluso il presidente – e già nella prassi la regione si è assunta responsabilità che vanno oltre il dettato costituzionale. I comuni, inoltre, vedono sempre di più la regione come il loro punto di riferimento per le politiche sovracomunali. Dobbiamo dunque esercitare al meglio questo ruolo, raccogliere la sfida per il nostro futuro”.