
Fp Cgil, Cisl Fp, UilPa, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal Toscana stamani hanno effettuato un presidio-assemblea a Firenze davanti alla Prefettura in via Cavour insieme ai lavoratori degli uffici periferici del Miur. Una delegazione di sindacalisti è stata ricevuta in Prefettura, dove ha descritto la situazione dei lavoratori dei servizi e avanzato le richieste al Governo per migliorarla. L’Usr (Ufficio scolastico regionale e provveditorati provinciali) in Toscana ha 136 unità di personale in meno rispetto alla dotazione organica prevista (dotazione organica prevista dai decreti: 290, organico attuale: 154, per un tasso di scopertura al 47%).
Non mancano le criticità: l’età media dei dipendenti del Miur è 57 anni, tra le più alte nella pubblica amministrazione e in più i carichi di lavoro sono lievitati a dismisura: dopo le ultime riforme gli uffici periferici non ce la fanno più a tenere il passo con le scadenze organizzative della scuola pubblica.
Non solo si chiedono loro continue prestazioni oltre il normale orario di lavoro, a volte pregiudicando anche la fruizione delle ferie, ma di queste prestazioni extra solo il 25% viene retribuito. La cosiddetta “Buona scuola” non prevede nessun investimento per dotare gli uffici, già allo stremo, di nuovo personale e ogni anno il personale della scuola, sia docente che Ata utilizzato presso gli uffici dell’Usr, che contribuisce in maniera determinante a contenere parzialmente gli effetti della carenza di personale (non è ancora chiaro se per il prossimo sarà autorizzata o meno la sostituzione di questo personale nelle scuole) è sottoposto a uno stato di precarietà.
I sindacati chiedono: “investimenti in occupazione, dallo sbocco delle graduatorie vigenti fino a una seria programmazione delle assunzioni, finalizzata alla totale copertura del turnover; un’immediata trasformazione in Full time dei contratti dei dipendenti assunti a tempo parziale e che sono in servizio da più di tre anni; il rispetto dei diritti contrattuali: giusti orari, retribuzione degli straordinari, pagamento delle missioni e delle spese sostenute per partecipare ai corsi di formazione organizzati dall’amministrazione, programmazione delle ferie, più risorse ai fondi per la produttività; migliori condizioni di lavoro: ambienti di lavoro salubri, sicuri, ben organizzati, in cui poter svolgere tutte le attività e prestare servizi all’utenza senza confusione né ritardi; riconoscimento del valore sociale di questo lavoro: se l’istruzione pubblica è un diritto, tutelare il nostro lavoro è la condizione per renderlo esigibile”.