
La Corte dei Conti ‘promuove’ il bilancio consuntivo 2015 della Regione, attestandone la regolarità contabile e una spesa per il personale tra le più basse d’Italia, passata in un anno da 147 a 139 milioni di euro. Il presidente della Toscana Enrico Rossi ringrazia. ” Il giudizio positivo ci riempie di soddisfazione – commenta -. Naturalmente studieremo gli appunti e suggerimenti che ci sono stati fatti, perché migliorare è sempre possibile”.
La sezione regionale di controllo della Corte ha tenuto stamani l’udienza, al termine della quale è stato reso noto il referto. Tra i punti problematici sollevati dal procuratore Lupi, che rappresentava “l’accusa”, c’è stata la situazione di alcune società partecipate: tra queste anche Fidi Toscana, la finanziaria di cui la Regione è il socio di maggioranza.
“Anche quest’anno – ha replicato Rossi nel corso dell’udienza – ci prendiamo la sferzata sulle partecipate, che credo sia giusta”. “Ci spronate a venderle e metterle sul mercato – ha proseguito – ma per farlo occorre che siano appetibili e con i conti a posto, altrimenti non si trovano acquirenti”. Le società in questione sono le terme e quelle che gestiscono centri fieristici. “Gli atti che abbiamo deliberato in Giunta – ha precisato – prevedono che le partecipate presentino piani industriali in pareggio di bilancio e quando saranno in equilibrio le metteremo sul mercato”. Quanto alla situazione di Fidi Toscana, secondo Rossi “presenta una sofferenza non superiore a quella delle altre banche”. “Con cento milioni – rivendica – abbiamo prestato garanzie su prestiti alle imprese per mille e trecento milioni nella fase più difficile di stretta creditizia. Che c’è stata nel 2012. Naturalmente ciò ha causato qualche sofferenza, ma non più di altre banche”.
Il presidente della Toscana ha approfittato del suo intervento anche per ricordare come la Regione “non abbia atteso tempo per realizzare le riforma necessarie e imprimere una svolta”: nella gestione dei fondi comunitari, nella riorganizzazione della macchina e del personale riducendo da 3 a 2 milioni l’anno i costi per l’alta dirigenza e riportando a sé molte delle competenze delle province, nella sanità anche con il passaggio da dodici a tre Asl per tutta la Toscana. “Vigileremo attenti sulla spesa farmaceutica – sottolinea – ma non torneremo indietro nel garantire i farmaci per i malati di epatite C, su cui abbiamo ingaggiato anche una battaglia nazionale”.
Quanto alla spesa, Rossi chiude il suo intervento con due numeri: “Nel 2010 la Regione poteva contare su un bilancio, sanità e fondi vincolati a parte, di 2 miliardi e 200 milioni. In cinque anni queste risorse e questa capacità di spesa, tra tagli e tetti, si sono ridotte di quasi un terzo”. “Quanto al disavanzo causato anche dalla scelta di non ricorrere a mutui programmati e autorizzati nel caso di liquidità di cassa – ha concluso – , non vorrei che l’esser stati virtuosi in passato diventi uno smacco per i tempi futuri”.