
Lunga seduta della commissione sanità, che questa mattina ha iniziato il confronto sui piani di area vasta. La commissione regionale presieduta da Stefano Scaramelli (Pd) dovrà esprimere un parere sui piani che questa mattina sono stati illustrati dai direttori della programmazione Valtere Giovannini (Area vasta sud-est), Rocco Donato Damone (Area vasta centro) e da Franca Martelli per il direttore Edoardo Michele Majno (Area vasta nord-ovest).
La commissione, come ha spiegato il presidente Scaramelli, ha stabilito di prendere più tempo prima di esprimere il parere: “Tempo necessario per una valutazione approfondita, come ha confermato il confronto di questa mattina. Confronto indispensabile, a conferma della bontà dell’emendamento introdotto da questa commissione nella riforma sanitaria, che prevede il passaggio dei piani dall’approvazione della commissione regionale. Entriamo nel dettaglio di piani delle singole zone. Siamo consapevoli che questi atti hanno già ottenuto il consenso delle conferenze dei sindaci nei rispettivi territori – ha detto ancora Scaramelli –. Se serviranno più dei quaranta giorni stabiliti dall’emendamento prodotto da questa commissione, non sarà un male. Chiuderemo comunque all’inizio di settembre”.
I consiglieri Serena Spinelli, Enrico Sostegni (Pd), Andrea Quartini (Movimento 5 stelle), Stefano Mugnai (Forza Italia) e Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) hanno posto domande, fatto osservazioni e avanzato le prime valutazioni generali nel corso delle illustrazioni. Sul tavolo, anche la riorganizzazione dei servizi sui territori e la necessità di integrazione ospedale-territori. L’esame nella seduta del 6 settembre.
Questa mattina, intanto, la commissione ha iniziato, con l’illustrazione, l’esame del programma regionale di sviluppo e del documento di economia e finanza. Se ne riparlerà a settembre. Il presidente Scaramelli, tuttavia, ha comunicato alla commissione la sua “non condivisione di gran parte dell’impianto del Prs” e ha annunciato l’intenzione di proporre “un emendamento importante rispetto all’impianto, che vede due sole zone: Costa e Piana. Dovrebbero essere tre: Siena, Arezzo e Grosseto sono una delle grandi aree per cui passa lo sviluppo economico della Toscana. Deve essere l’Etruria centrale la terza gamba, dopo la Costa e la Piana, sulla quale occorre rilanciare gli investimenti per favorire un processo di cambiamento che consenta la ripresa economica e l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani adeguatamente formati. Questo processo deve realizzarsi in modo diverso nelle tre differenti aree della regione, con l’obiettivo di consolidare le parti più competitive e di creare maggiori opportunità in quelle più deboli. In questo scenario la Toscana interna e del sud, non può e non deve essere smarrita nella locuzione “aree interne e montane”, bensì deve essere valorizzata, anche per il ruolo di confine e saldatura con l’Italia di mezzo che ricopre.