Emergenza abitativa in Toscana, Ceccarelli: semplificare le normative

2 agosto 2016 | 11:09
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Emergenza abitativa in Toscana, Ceccarelli: semplificare le normative

“La Regione Toscana assicura il massimo impegno in merito a tutte le azioni necessarie a porre il diritto alla casa al centro dei bisogni da soddisfare da parte dei cittadini. Nel periodo dal 2010 al 2015 la Regione ha garantito, direttamente o indirettamente, circa 318 milioni di euro, di cui 73 milioni solo nell’anno passato. Vi è tuttavia adesso la necessità di realizzare un’operazione di riorganizzazione delle politiche abitative e un rilancio dell’edilizia popolare”. Così si è espresso l’assessore regionale al Territorio e alle Infrastrutture, Vincenzo Ceccarelli, svolgendo in Aula consiliare una comunicazione sulle politiche abitative in Toscana. Per l’assessore Ceccarelli, proprio in virtù della necessità di realizzare un’operazione di riorganizzazione e il rilancio dell’edilizia popolare, “serve una semplificazione del quadro normativo e l’attivazione di nuove risorse per gli investimenti”, perché “vogliamo dare corpo a una politica abitativa che coniuga diritti e legalità”.

“Da un lato vogliamo corrispondere al massimo grado al diritto alla casa, attivando un mutuo per garantire investimenti pari a quasi 100 milioni di euro, ma dall’altro vogliamo avere e dare strumenti efficaci per colpire in modo rigoroso chi non ha i requisiti per godere degli aiuti, occupando alloggi che in tal modo vengono sottratti alle esigenze di chi ne ha veramente bisogno”, ha precisato Ceccarelli. “Oggi, data la crisi economica, la domanda di edilizia popolare è tornata purtroppo a crescere in modo significativo”.
La Regione, secondo quanto affermato dall’assessore regionale, intende dare risposte concrete. “Non siamo più negli Novanta, quando era in atto una spinta verso la casa di proprietà e si ritenne che il patrimonio di edilizia popolare esistente fosse sufficiente per garantire le risposte alla domanda abitativa”, ha aggiunto. “Ormai da tempo, purtroppo, lo scenario è cambiato e la popolazione ha necessità anche di soluzioni abitative non di proprietà”. La Regione, in questo quadro e alla luce dei nuovi scenari, “non ha intenzione di depauperare, bensì di qualificare il patrimonio Erp”. Tanto che, solo nei prossimi tre anni, saranno realizzati circa mille e 300 alloggi popolari, che andranno ad aggiungersi ai quasi 50mila già esistenti in Toscana, gestiti dalle undici aziende pubbliche per la casa. Da segnalare, in base a quanto affermato da Ceccarelli, l’esistenza del Fondo nazionale per la morosità incolpevole, che per il 2016 ha destinato alla Toscana la cifra di 5 milioni di euro per i Comuni capoluogo ed i Comuni ad alta tensione abitativa, fermo restando che “consistenti saranno gli stanziamenti globali, circa 26milioni e mezzo, per interventi sugli alloggi di risulta da ristrutturare e riassegnare agli aventi diritto”. Anche questi strumenti, ha detto l’assessore, saranno utili a garantire il diritto alla casa ed a soluzioni abitative in Toscana.

E’ stato il presidente Eugenio Giani a precedere la discussione del consiglio regionale sulle politiche abitative, precisando di considerare “questa una specie di sessione autonoma del Consiglio, vista la portata del fenomeno delle politiche abitative”. Giani ha ricordato l’assemblea regionale che si era tenuta a San Bartolo alla presenza di consiglieri regionali, società civile, delle associazioni. “Fu un’assemblea molto partecipata: intervenne lo stesso assessore Ceccarelli, vi fu il contributo di consiglieri regionali, della grande maggioranza di associazioni rappresentative degli inquilini”. Il presidente ha quindi ricostruito il percorso deciso dalla conferenza dei capigruppo di palazzo Panciatichi: ovvero rispetto del regolamento consiliare, senza far intervenire soggetti esterni all’assemblea, ma al contempo acquisizione delle relazioni unitarie di quelle associazioni, e un contributo del Sunia, divenute “patrimonio dei gruppi e base sia delle valutazioni di Ceccarelli che degli interventi che seguiranno”.

Elisabetta Meucci (Pd), che ha illustrato la posizione del gruppo Pd, ha condiviso la comunicazione definita “strategica”. Certo, ha detto, “è nel Prs che sarà disegnata la strategia per i prossimi anni; il tema non necessita infatti solo di interventi di breve e medio termine, ma anche di lungo periodo”. Nei Comuni giacciono 25 mila domande per nuovi alloggi, è quindi chiaro che “il tema non può essere lasciato andare” e che “i sindaci non possono essere lasciati soli”. La consigliera ha espresso condivisione anche sulle “azioni per il rafforzamento delle politiche abitative; le nuove strategie e i nuovi investimenti; la razionalizzazione (es.piano di alienazione) e la riorganizzazione della nuova normativa”. Un percorso definito giusto “per una politica abitativa che coniuga diritti e principi di legalità: è importante definire strumenti perché chi non ha requisiti non sottragga l’abitazione a chi ne ha titolo”. Centrale, secondo Meucci, l’attivazione di “tavoli per condividere la strategia sulla normativa”, secondo l’approccio già indicato anche da Ceccarelli, coinvolgendo tutti i soggetti che fanno parte del sistema, ma con particolare attenzione alla specificità di un riassetto della filiera istituzionale. Di qui l’importanza del coinvolgimento del Consiglio regionale.
Tommaso Fattori (Sì), ha parlato di “emergenza e paradosso: case senza gente e gente senza case”, con riferimento ai metri cubi di appartamenti vuoti. “Questo paradosso – ha detto – deve essere affrontato in maniera innovativa rispetto al passato. La crisi ha impresso un nuovo profilo alla situazione complessiva, con un’emergenza evidente”. Fattori ha citato “cifre fornite dal sindacato degli inquilini” secondo cui ci sono “1900 case popolari non assegnate, vuote e in attesa di essere ristrutturate”. E ancora: “I fratti in Toscana nel 2015 sono aumentati del 15,5 per cento, oltre la media nazionale che è il 14,9”. Anche da qui una serie di richieste per il
“re-investimento di tutti i 180 milioni di euro dirottati in altri capitoli di bilancio”; un “fondo regionale permanente che consenta la pianificazione di medio e lungo periodo degli interventi”; il “superamento della soglia economica per l’accesso alle graduatorie per minime possidenze o per la riscossione del Tfr”.
“Accogliamo con favore questa comunicazione che aspettavamo da un mese”, ha esordito Elisa Montemagni (Lega) rilevando come la richiesta di alloggi Erp “sia molto elevata” e che la Regione “riesce a soddisfare solo il 4,2 per cento”. Un dato che “non piace particolarmente” alla consigliera e che anzi giudica “allarmante”. “È anche vero – ha detto – che è stata approvata una nostra mozione sulla questione dei Lode, totalmente inefficienti soprattutto se prendiamo Massa Carrara”. “I nostri cittadini – ha continuato – hanno bisogno di case popolari. La crisi economica ha fatto aumentare la richiesta e oggi possiamo cogliere l’opportunità di aiutare toscani che hanno contribuito al Paese”. Tuttavia la vicepresidente della Lega in Consiglio ha osservato che la casa popolare “non deve essere un bene da godere per tutta la vita ma un sostegno temporaneo. Ci deve essere una giusta rotazione”. In questo senso ha auspicato “accertamenti” perché “molti alloggi sono segnati a persone che non ne avrebbero più bisogno”. Montemagni ha infine rilevato che l’emergenza abitativa “non si risolve solo costruendo” soluzione che “comunque ci trova d’accordo” e che l’edilizia residenziale devo comunque “rimanere pubblica”, ha osservato.
Il dibattito si è concluso con l’intervento di Andrea Quartini (M5s), secondo cui “la comunicazione dell’assessore presenta molti dati discutibili, confutabili, indirizzi confusi e proposte aperte” ed inoltre “la Giunta percepisce il disagio abitativo in modo acritico, superficiale, ai limiti del cinismo istituzionale”. Per Quartini, che ha evidenziato che “sono lontani i tempi in cui un grande uomo e sindaco, Giorgio La Pira, requisiva case vuote, sfitte, mostrando coraggio”, l’emergenza abitativa “ha comportato negli anni una vera e propria esasperazione sociale” mentre “un buon piano casa può rappresentare un’opportunità di riqualificazione urbana con interventi sul patrimonio edilizio esistente”. Purtroppo, secondo quanto affermato, “la costruzione di nuovi alloggi ha subito negli anni un forte rallentamento” e “dal 1990 in poi si sono costruiti solo un centinaio di alloggi l’anno”. Anche i fondi messi a disposizione sono insufficienti, secondo Quartini, ed “è una vergogna l’assenza di quelli nazionali”. In merito alle proposte di modifica della norma nazionale, inoltre, il consigliere ha detto di “condividere l’idea di un testo unico del settore” e ha precisato che “il principio secondo cui si aliena un numero di alloggi pari a quelli costruiti, sarebbe corretto se si costruissero almeno mille alloggi l’anno, mentre si superano appena le poche centinaia”. Quartini ha concluso con una proposta: “Se il settore Erp è ritenuto strategico dalla Giunta così come dall’attuale maggioranza, si preveda per legge che una quota parte delle entrate regionali derivanti dal bollo auto, oppure dall’accise della benzina, siano destinate a questo settore. Solo dando continuità e sicurezza finanziaria al settore sarà possibile costruire una risposta pubblica a un’emergenza sociale sempre più grave ed urgente”.
L’assessore Vincenzo Ceccarelli, nella replica, ha ribadito i punti salienti della sua comunicazione ricordando che “quella illustrata è la strategia che possiamo adottare nei prossimi anni compatibilmente con le risorse a disposizione”. E’ importante uno stretto rapporto con il Governo, ha aggiunto Ceccarelli, “e sono d’accordo con chi dice che anche a livello nazionale la casa diventi una priorità al pari delle infrastrutture e della difesa del suolo”. Tuttavia “già in questa comunicazione ci sono delle risposte importanti alle sollecitazioni che arrivano” e ci sono “impegni certi per 100 milioni di euro finalizzati alla realizzazione di mille e 300 alloggi nei prossimi tre anni”. Questo, secondo Ceccarelli, è il punto da cui partire. “Alla luce anche di quanto avviene altrove”, ha concluso, “la Regione Toscana non può essere additata come una Regione che non ritiene importanti le politiche abitative e della casa pubblica”.
Al termine del dibattito è stata approvata la mozione del gruppo Pd – primo firmatario Leonardo Marras – anticipata nei suoi contenuti essenziali dall’intervento in aula di Elisabetta Meucci.
La mozione condivide innanzitutto il contenuto della comunicazione, gli obiettivi e il quadro degli interventi delineato da Ceccarelli, “finalizzato a proseguire al politica degli investimenti nonché ad avviare un percorso di revisione della governance e della normativa regionale di settore”. L’atto impegna la giunta a proseguire il confronto con tutti i soggetti interessati del settore delle politiche abitative, “in particolare i soggetti gestori”; e anche a portare avanti questo percorso “informando periodicamente il Consiglio regionale sugli sviluppi”, attraverso lo svolgimento di “specifiche comunicazioni alla commissione consiliare competente”.
La mozione richiama, tra l’altro, il recente incontro che l’assessorato ha avuto con le delegazioni sindacali regionali di Cgil-Cisl-Uil e con i sindacati inquilini (Sunia, Sicet e Unione inquilini) per ascoltare le proposte unitarie, dichiarandosi disponibile ad aprire un tavolo tecnico di concertazione per l’analisi e la revisione delle normative regionali. Tale incontro, dice la mozione votata, è un “segnale positivo che tende a riconoscere anche ai sindacati inquilini e dei lavoratori un ruolo di proposta e collaborazione con la Regione”, per elaborare strategie sempre più efficaci e condivise in tema di residenza residenziale pubblica con l’obiettivo finale di ridurre il disagio abitativo. L’atto quindi ritiene che sia opportuno perseguire politiche finalizzate al sostegno di investimenti in nuova edilizia residenziale pubblica nonché volte al recupero del patrimonio immobiliare esistente rafforzando, parimenti, le misure di contrasto agli sfratti, di tutela della morosità incolpevole e per il contributo affitti. E che, al tempo stesso, sia opportuno dare avvio ad un percorso che porti alla revisione della governance del sistema dell’Erp, nonché delle normative regionali in materia di assegnazione, gestione e determinazione del canone di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e di alienazione.