Bilancio: via libera al rendiconto generale 2015 della Regione

3 agosto 2016 | 09:49
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Bilancio: via libera al rendiconto generale 2015 della Regione

Il consiglio regionale ha approvato, con 22 voti favorevoli e 14 contrari espressi per appello nominale, il rendiconto generale della Regione Toscana per l’anno finanziario 2015, il primo ad essere redatto con i nuovi criteri per l’armonizzazione dei sistemi contabili, fissati dal decreto legislativo 118/2011. Il rendiconto generale comprende il conto del bilancio, con i risultati della gestione delle entrate e delle spese, ed il conto del patrimonio, con i risultati della gestione patrimoniale. Al termine dell’esercizio è risultato un disavanzo finanziario di 620 milioni e 723mila euro e con un disavanzo sostanziale, cioè al netto delle somme vincolate, di circa 3 miliardi e 500 milioni, causato dalla mancata contrazione dei mutui a fronte degli investimenti fatti. La gestione in conto residui evidenzia, infatti, un saldo positivo di 172 milioni e 781mila euro.

La gestione in conto competenza registra invece un saldo negativo di 304 milioni e 326mila euro. A queste componenti va aggiunto il Fondo pluriennale vincolato con un valore di 489 milioni e 178mila euro. Il Fondo incide negativamente sul saldo finanziario, perché rappresenta impegni, e quindi obbligazioni giuridiche, la cui esigibilità è riferita ad esercizi successivi. I residui passivi sono stati 5 miliardi e 934 milioni, mentre quelli attivi 5 miliardi e 542 milioni. Questi ultimi sono diminuiti rispetto all’esercizio precedente di 1 miliardo e 906 milioni, pari al 36,5%. L’avanzo di cassa è stato pari a 260 milioni e 657mila euro. La situazione patrimoniale al termine dell’esercizio 2015 presenta un saldo negativo di 2 miliardi e 869 milioni di euro. Il consigliere Paolo Sarti (Si/Toscana a sinistra) ha ricordato che la Corte dei conti ha rilevato alcune criticità alla base del disavanzo, come le ventitré società partecipate. In particolare per Fidi Toscana la Corte parla di “ingenti perdite” e “gravi preoccupazioni per la regolarità”. “La perdita quest’anno è stata di 3,5 milioni – ha osservato – In realtà sarebbe stata di 8,8 milioni se la società non avesse contabilizzato gli utili per la cessione di attività finanziarie”. Un altro problema, a suo parere, è costituito da Estar. “La struttura unica costa di più delle tre precedenti – ha aggiunto – Ha fallito anche nella programmazione per l’acquisto di beni e servizi. La spesa per i farmaci è cresciuta, specie per quelli generici”.
Secondo Enrico Cantone (M5S), il rendiconto deve tenere conto dei tagli imposti dal governo nazionale e dall’Unione europea, che per la nostra Regione valgono 400 milioni, di cui 170 per la sanità. “I cittadini saranno costretti a curarsi meno – ha osservato – o a rivolgersi alle strutture private”. Cantone ha poi rilevato che Sviluppo Toscana, una società in house, gestisce ben 17 conti correnti, di cui 12 presso il Monte de paschi di Siena, con 28 milioni di liquidità, 750mila euro di interessi, e comunica di avere crediti dalla Regione per 26 milioni di euro. “Ci risulta che il bilancio non sia stato approvato – ha dichiarato – E la società stessa afferma che alcune cifre non sono asseverate”.
“E’ vero che non abbiamo fatto mutui per coprire il disavanzo, ma è altrettanto vero che 304 milioni sono comunque troppi” ha dichiarato il consigliere Jacopo Alberti (Lega Nord), che ha poi puntato il dito verso le società partecipate. “Sono un bubbone storico – ha affermato – Sono società perennemente in perdita, che non producono utili e probabilmente servono solo a gestire posti di lavoro. Parliamo, in particolare di Fidi Toscana, Interporto Vespucci e Toscana centrale”. Per questo ha annunciato voto negativo.“Se gli altri zoppicano, noi abbiamo una gamba in cancrena” ha commentato Alberto Bianchi (M5S), secondo cui la Corte dei conti ha segnalato una gestione incauta, soprattutto priva di controlli. “La Regione, rispetto allo scorso anno, ha aumentato del 10% la sua quota nelle società partecipate per un valore di 165,35 milioni – ha affermato – Nella sanità cala la spesa per il personale, ma aumenta quella per beni e servizi, che dal 2011 al 2015 passa da 200 mila euro ad un miliardo e 400mila. La spesa farmaceutica ospedaliera sale a 436 milioni di euro”. Bianchi ha aggiunto che da controlli fatti sugli immobili, solo 15 su 34 hanno canoni di affitti congrui con i prezzi di mercato, mentre Fondazione Sistema Toscana ci costa 6 milioni di euro l’anno. Sono queste le ragioni alla base della sua dichiarazione di voto contrario. “A fronte di un documento contabile, le valutazioni politiche devono ancorarsi a numeri e dati – ha affermato Andrea Pieroni (Pd) – In un contesto difficile e problematico, la gestione è stata oggettivamente virtuosa. Lo testimoniano la capacità di far fronte alla spesa corrente utilizzando solo le entrate correnti e il rispetto dei limiti all’indebitamento previsti dalla legge”. Pieroni ha osservato che a fronte di un saldo negativo di 320 milioni, c’è un avanzo di amministrazione 2014 di due miliardi e 883 milioni. Le entrate, tributarie ed extratributarie, sono aumentate del 60%, mentre la spesa rimane su livelli costanti. “E’ una spesa che si è qualificata – ha commentato – sia sul fronte sociale, con impegni che hanno raggiunto il 98% degli stanziamenti definitivi, sia sulla strategia territoriale, in particolare il trasporto pubblico, con impegni pari al 50% degli stanziamenti. Il saldo finanziario negativo di 620 milioni è dovuto esclusivamente al Fondo pluriennale vincolato, pari a 489 milioni, al netto del quale il risultato sarebbe migliore dell’anno precedente”.
“Rifiutiamo la narrazione del ‘tutto va bene’. E’ inaccettabile – ha replicato Giacomo Giannarelli (M5S) – I dati ci dicono: saldo finanziario negativo per 720 milioni di euro; disavanzo sostanziale di 3 miliardi e 500 milioni di euro”.
“La nostra narrazione è quella della Corte dei conti, che, in sede di parifica, chiede alla Sezione regionale di controllo la dichiarazione di regolarità contabile – ha replicato l’assessore Vittorio Bugli – E’ la narrazione del massimo organismo di controllo, che ci riconosce di portare i conti alla luce del sole e mostrare le cose come stanno”. L’assessore ha osservato che quest’anno c’è stata una crescita del disavanzo di 794 milioni, dovuti all’iscrizione, sia in entrata che in uscita, di una voce straordinaria per i pagamenti veloci alle aziende per 649 milioni. Il disavanzo reale è di circa 145 milioni. Il pagamento delle opere o investimenti è stato fatto cash, senza fare mutui, ed è pari a 322 milioni, che per il rendiconto finanziario determinano un disavanzo. Un mutuo avrebbe determinato circa 90 milioni di interessi. Bugli ha precisato che sulle partecipate resta qualcosa da fare, ad esempio nelle terme e nella logistica, ma occorre analizzarne una per una. “Fidi Toscana, in periodo di crisi, ha erogato garanzie per 1 miliardo e 300 milioni, con un finanziamento regionale di 100 milioni – ha rilevato – Un moltiplicatore 13 non esiste in questo settore. Certo che deve stare in equilibrio, ma di questo dobbiamo tenere conto”. Il Consiglio, con votazione analoga, ha approvato anche l’assestamento del bilancio di previsione 2016-2018. Si tratta di un atto squisitamente tecnico, che prende atto dei risultati del rendiconto.