La Toscana dice sì alla legalizzazione della cannabis

3 agosto 2016 | 12:05
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La Toscana dice sì alla legalizzazione della cannabis

E’ stata approvata oggi (3 agosto) in Consiglio Regionale una mozione di Sì Toscana a Sinistra e sostenuta dal Pd a favore della legalizzazione della cannabis e dei suoi derivati. La mozione impegna la giunta regionale della Toscana a farsi portavoce, nei confronti del Parlamento, dell’auspicio che i provvedimenti di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati possano avere un iter rapido e positivo.

“Il nostro atto deriva da una profonda convinzione – dichiarano i consiglieri Tommaso Fattori e Paolo Sarti -, che è la medesima della direzione nazionale antimafia, ovvero che rendere legale l’utilizzo della cannabis, pur con tutte le garanzie a tutela della salute dei cittadini, specie dei minori, avrebbe ricadute positive in termini di deflazione del carico giudiziario, di liberazione di risorse disponibili per forze dell’ordine e magistratura per il contrasto di altri fenomeni criminali e, infine, di prosciugamento di un mercato che, almeno in parte, è di appannaggio di associazioni criminali agguerrite”.
“Vogliamo ricordare, inoltre – aggiungono, che un approccio pragmatico sui limiti delle legislazioni proibizioniste è stato alla base della modifica della legislazione sulle droghe leggere negli Stati Uniti d’America, dove cresce rapidamente il numero degli Stati che hanno legalizzato la produzione e la vendita della marijuana per uso ricreativo: in questi Stati il numero dei consumatori non è per niente cresciuto, né è aumentato l’impatto sociale e sanitario direttamente o indirettamente connesso al consumo (si registrano anzi effetti positivi sul piano sociale e sanitario grazie al controllo della qualità delle sostanze vendute, e del contrasto delle organizzazioni criminali), mentre a crescere sono stati il reddito legale e il gettito fiscale del mercato legalizzato”.
“La legalizzazione della cannabis quindi anche in Italia, oltre a consentire un risparmio dei costi legati alla repressione penale del fenomeno e a riassorbire buona parte dei profitti criminali del mercato nero, genererebbe un gettito fiscale assolutamente consistente, valutando che, con una regolamentazione analoga a quella dei tabacchi, ingenti risorse potrebbero essere destinate sia a interventi di natura preventiva e riabilitativa rivolti ai consumatori di droghe e ai tossicodipendenti, sia a finanziare altri capitoli del bilancio pubblico”. “Auspichiamo che questo invito al Parlamento sia accolto, arrivando in tempi brevi a una discussione seria e senza preconcetti ideologici sulla proposta di legge, firmata da oltre 200 parlamentari, che a settembre rinizierà il suo iter in aula” terminano gli esponenti di Sì Toscana a Sinistra.
“Legalizzare non significa deregolamentare, bensì mettere fine all’anarchia che domina il mercato della cannabis. Serve regolamentare la filiera della cannabis: coltivazione, vendita, consumo. E rafforzarne l’uso anche a scopo terapeutico. Dalla Toscana, terra apripista e lungimirante, facciamo sentire la nostra voce. Chiediamo alla Giunta regionale di intervenire presso il Parlamento affinché approvi la legge dell’intergruppo sulla legalizzazione della cannabis. L’appello ad andare avanti parte dalla Toscana e dai Giovani Democratici che pochi giorni fa hanno raccolto oltre 200 firme, a partire da quelle del presidente della Regione, Enrico Rossi, del segretario regionale Pd, Dario Parrini, del consigliere per i diritti della Regione Toscana, Enzo Brogi, anche padre della legge sull’accesso ai farmaci cannabinoidi”, è quanto dichiara Alessandra Nardini, consigliera regionale Pd, commentando oggi in aula la mozione approvata dall’assemblea toscana.
“Con questa mozione chiediamo anche di consolidare il cammino sulla cannabis a scopo terapeutico: sollecitiamo il presidente Enrico Rossi ad attivarsi presso la Conferenza Stato-Regioni al fine di arrivare ad uniformare l’accesso ai farmaci, evitando disparità nei confronti dei pazienti – continuano Leonardo Marras, capogruppo Pd e Alessandra Nardini, consigliera regionale Pd –. La Regione Toscana potrebbe intraprendere iniziative d’informazione e sensibilizzazione in materia: siamo da sempre terra attenta ai diritti, alle marginalità, al superamento di tabù. Non a caso in questo Consiglio regionale l’8 maggio del 2012 venne approvata la prima legge nel panorama nazionale sull’accesso ai farmaci cannabinoidi. Ma non solo. Siamo anche la prima regione in cui si produce ‘cannabis di Stato’ ad uso terapeutico, presso l’istituto Chimico Farmaceutico Militare di Rifredi. Ricordiamo che legalizzare non significa liberalizzare, ma regolamentare: scrivere una volta per tutte regole precise da rispettare, che non siano assurde e fuori dal tempo come lo fu la Fini Giovanardi, che dopo aver contribuito al sovraffollamento delle nostre carceri è stata dichiarata perfino incostituzionale. Non solo, il mercato illegale della cannabis alimenta, fortemente, le casse delle mafie e consente la diffusione di sostanze di pessima qualità. Quando non c’è controllo il rischio che si corre è altissimo. È la stessa direzione nazionale antimafia a dire che politiche repressive non servono – concludono Marras e Nardini –. È necessario dare vita a un sistema che non abbia il suo fulcro nelle politiche proibizioniste. In questi anni la Toscana ha fatto da apripista sulla cannabis, oggi chiediamo di fare un ulteriore passo in questa direzione, sollecitiamo il Parlamento di andare avanti sostenendo il lavoro prodotto dall’intergruppo. Coraggio”.