
Cambio al vertice dell’agenzia regionale Arpat. Marcello Mossa Verre, direttore tecnico dell’agenzia, ha assunto le funzioni di direttore generale a seguito della cessazione dall’incarico di Maria Sargentini. “L’agenzia – si legge in una nota – ringrazia la dottoressa Sargentini per l’impegno profuso alla guida dell’agenzia durante tutto l’arco di tempo in cui ha condotto la sua direzione generale”.
Prima della nuova nomina, però, non sono mancate agitazioni tra i sindacati. “Ha ancora senso parlare di tutela dell’ambiente in Toscana? – scrivono in un comunicato – Questa la domanda che ci si deve porre dopo che la regione Toscana ha “esuberato” il direttore generale di Arpat, lasciando l’agenzia in un caos organizzativo: oggi diventa praticamente impossibile fare programmi e garantire la prosecuzione delle attività istituzionali”.
“Alcuni dati – continuano – possono ben chiarire cosa è successo negli ultimi 5 anni: i finanziamenti regionali sono scesi da più di 55milioni di euro a meno di 48milioni; il personale è diminuito da 771 dipendenti a 680 con un “risparmio” sulla spesa di quasi 5,3 milioni, sono state limitate sia le risorse per la formazione del personale sia gli investimenti (tra 2015 e 2016 mancano 1.600mila euro previsti nelle Ddirettive regionali) sia l’acquisto di autovetture; nonostante questi “tagli”, nel 2015 sono stati messi in esubero altri 20 dirigenti e 5 di comparto; il “nuovo” direttore doveva produrre, entro la fine del 2016, una nuova riorganizzazione e adesso si dovrà ricominciare da capo con una prospettiva di ulteriore incertezza; in attesa delle scelte organizzative, ben 6 fipartimenti (Arezzo, Grosseto, Lucca, Piombino, Pistoia, Prato) e 2 Aree Vaste, oltre a varie altre strutture, hanno responsabili “part time”; tra qualche mese scadranno sia questi che tutti gli altri incarichi ed altri se ne aggiungeranno”.
“In questi stessi anni – continuano i sindacati – doveva esserci un potenziamento dell’Agenzia in considerazione di norme che prevedono prestazioni sempre più specialistiche, di un maggior controllo dell’ambiente chiesto dai cittadini e di risposte rapide e chiare attese dai settori produttivi”. “Cosa succederà adesso? – concludono – Non è facile dirlo, ma la “reggenza” temporanea da parte del direttore tecnico non può essere la soluzione né una eventuale ipotesi di commissariamento. Sarebbe necessario che il presidente Rossi chiarisse i motivi di quanto è accaduto e che la giunta prevedesse un piano per il rilancio dell’Arpat anche attraverso finanziamenti straordinari e deroghe ai vincoli occupazionali, indicando tempi e modi per conseguire gli obiettivi. Infine deve essere rapidamente nominato un nuovo direttore generale, individuando una persona competente, indipendente e senza vincoli di mandato, per dare una stabilità organizzativa all’agenzia e renderla nuovamente efficace ed autorevole”.