Caporalato, Rossi: “Contrastare ovunque lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo”

“L’operazione condotta oggi contro il caporalato deve farci riflettere e spingerci a fare tutto il possibile per contrastare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo ovunque si annidi”. Questo il primo commento del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in merito alla vasta operazione condotta questa mattina (13 ottobre) nelle province di Prato, Firenze, Modena e Perugia e coordinata dalla Procura di Prato.
“Dobbiamo proseguire senza sosta nella lotta al caporalato, al lavoro nero e allo sfruttamento dei lavoratori migranti”. “In Toscana – prosegue Rossi – non devono esistere zone ‘grigie’: l’imperativo è garantire ovunque i diritti dei lavoratori”. “Alla procura di Prato e alle forze di polizia – conclude il presidente della Regione Toscana – va il mio ringraziamento per quello che stanno facendo”.
Anche i sindacati dicono la propria in merito alla questione del caporalato. “Il caporalato – dice Dalida Angelini, segretaria di Cgil Toscana – è una delle vergogne del nostro paese. Da tempo ormai noi denunciamo che anche in Toscana è presente, e se le forze dell’ordine portano alla luce le illegalità non possiamo che esprimere apprezzamento”.
“Basta con lo sfruttamento dei lavoratori, migranti e non – aggiunge Angelini – basta col lavoro nero, basta col profitto senza regole: la politica compia ora l’ultimo passo e si approvi definitivamente la legge contro il caporalato, un provvedimento che noi riteniamo molto importante. Come ha detto Susanna Camusso, se dovessero esserci problemi il Governo farebbe bene a mettere la fiducia su quella legge. La fiducia come strumento è stata già usata troppe volte da questo esecutivo, una volta tanto la usino sui diritti fondamentali delle persone”.
“Plauso – commenta il segretario della Uil Toscana Francesca Cantini – alle forze dell’ordine e alla magistratura che ancora una volta hanno scoperchiato il vaso di Pandora di chi sfrutta il lavoro e rende schiavi altri esseri umani. Il caporalato è una piaga da estirpare che non può trovare cittadinanza in un paese civile”.
“Il ripetersi di questi fenomeni – aggiunge Cantini – deve spingerci a fare una riflessione sull’immigrazione al di fuori di ogni controllo. Gli immigrati, se non sono accompagnati da specifici percorsi di convivenza e di inserimento nel tessuto sociale italiano, sono troppo spesso facile preda di sfruttatori senza scrupoli. Dobbiamo impedirlo, la Toscana non può dare ospitalità a queste forme di schiavismo che credevamo sconfitte dalla storia”.