
Via libera a maggioranza al bilancio di esercizio 2015 dell’Azienda regionale per il diritto allo studio universitario. Il consiglio regionale ha approvato l’atto nel corso della seduta di questa mattina, mercoledì 23 novembre. L’esercizio 2015 – come illustrato dalla consigliera Ilaria Bugetti (Pd) -, registra un utile di 494mila e 451 euro con un 20 per cento di borsisti in più, un 20 per cento di servizi da erogare in più e con 12 unità di personale in meno.
Il maggior fabbisogno e la minore entrata in termini economici, sono stati compensati da una politica di contenimento dei costi già intrapresa dall’azienda. Alcuni particolari: il costo unitario dei pasti erogati è passato da 6,16 euro del 2014 a 6,12 euro nel 2015; il numero dei posti letto è salito da 4mila 600 nel 2014 a 4mila 680 nel 2015. La proposta di delibera era stata licenziata a maggioranza dalla commissione Sviluppo economico, formazione, presieduta da Gianni Anselmi.
In sede di dibattito e dichiarazione di voto, Roberto Salvini (Lega) ha annunciato voto contrario. “Quella universitaria è un’azienda molto importante con numerose criticità”. Tra quelle elencate, le spese per manutenzioni che negli ultimi “due anni ammontano a circa 62milioni” ma anche i costi, definiti “mostruosi” in tema di energia. “Consuma più della Piaggio” ha detto Salvini criticando l’assenza di politiche per il recupero energetico e l’uso di pannelli solari.
Anche Tommaso Fattori (Sì – Toscana a sinistra) ha elencato alcune “preoccupazioni peraltro ricordate dagli stessi studenti”. Tra queste, la gestione dei servizi, in particolare “l’assenza di un reale investimento sulle mense” ma anche il “permanere di problemi legati alle residenze”. “La situazione generale è complessa” ha detto il consigliere. “Riduzione dei fondi, del personale e dei servizi non sono le risposte opportune”.
Ha annunciato un voto di astensione per “motivi di criticità evidenti”, il Movimento 5 stelle per bocca della consigliera Irene Galletti. “Il settore mensa continua ad avere problemi e sarebbe necessaria, sempre nell’ottica di tutela delle fasce più deboli, un’attenzione particolare sui costi” ha detto rilevando che “un pasto completo può arrivare a costare anche 10 euro”.