Montemagni (Lega Nord): “Garantire vita dignitosa alle vittime di mala sanità”

Il caso del signor F.C., che non può più vivere una vita normale a causa di casi evidenti di malasanità, è al centro di un’interrogazione dei consiglieri della Lega Nord, prima firma Marco Casucci. Le domande riguardano le modalità con le quali si garantisce l’assistenza sanitaria a persone nelle sue stesse condizioni.
E’ stato l’assessore Vittorio Bugli a rispondere, per l’assenza già prevista dell’assessore alla Sanità Stefania Saccardi, riferendo all’aula quanto dichiarato sulla vicenda dal direttore della zona distretto competente per territorio. Dalla dichiarazione risulta che a seguito della fase sperimentale del progetto di Vita indipendente, la valutazione del progetto specifico presentato dal signor F.C. non fu approvato per la mancanza degli obbiettivi specifici previsti nell’atto di indirizzo regionale (percorso di studio e lavorativi, carichi familiari, attività di rilevanza sociale). Nella fase a regime la domanda per un eventuale inserimento nel progetto Vita Indipendente non è stata accolta per mancanza del requisito di base della soglia massima di 65 anni. Nel 2014 è stato concesso un contributo badanti dall’1 giugno al 30 settembre compatibile con l’Isee presentato. Con piano assistenziale del dicembre 2014 viene concesso un contributo badanti di 243 euro per sei mesi. La verifica fatta nel giugno 2015 accerta il superamento della soglia massima di Isee per i contributi specifici. Una delibera della Giunta regionale del dicembre 2015 chiarisce però che è possibile l’estensione del progetto di Vita Indipendente oltre il raggiungimento della soglia massima di età per mantenere i progetti in essere. Alla luce di tutto questo il progetto di F.C. è stato ripresentato e verrà preso in considerazione, se si determinerà una disponibilità di fondi come dovrebbe essere. Elisa Montemagni si è dichiarata insoddisfatta della risposta. A suo giudizio, se una persona non è più autosufficiente perché qualcuno nel servizio sanitario ha sbagliato, deve essere a carico della Regione e gli deve essere garantita una vita dignitosa.