Nuova legge sul turismo, Cgil Toscana: “Ci vuole più coraggio”

26 novembre 2016 | 10:12
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Nuova legge sul turismo, Cgil Toscana: “Ci vuole più coraggio”

La Filcams e la Cgil Toscana lanciano alcune proposte all’assessore Stefano Ciuoffo in vista dell’approvazione della Legge regionale sul turismo. “Riconosciamo la necessità di una legge regionale organica del settore, che realizzi una governance forte. Ma riteniamo che sia imprescindibile e non rimandabile la giusta valorizzazione e attenzione al ‘fattore lavoro’. Il turismo in Toscana va bene, lo dicono i primi dati non ufficiali, ma le condizioni e i salari dei lavoratori, che sono tra gli attori principali del servizio, sono peggiorati. Questo non va bene”, spiegano Cinzia Bernardini, segretaria generale di Filcams Cgil Toscana, e Mirko Lami (segreteria Cgil Toscana).

Quest’anno il turismo in Toscana vede aumentare i fatturati ma l’occupazione è sempre più precaria; nel settore si è registrato un altro vero e proprio boom di voucher, che servirebbero per le prestazioni occasionali, ma che invece sono stati usati anche per pagare lavoratori stagionali: 850mila voucher venduti nel solo 1° semestre 2016 pari ad un +30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (si teme che con i dati estivi e di dicembre si sfiorerà quota 2 milioni alla fine dell’anno).
“E’ positivo quanto inserito all’articolo 1 comma 2 del testo della legge – spiega Bernardini e Lami -, è giusto ritenere fondamentale il sostegno economico alle imprese che perseguono la qualità del lavoro, attraverso il rispetto delle norme contrattuali, della salute e sicurezza del lavoro, della qualità: ma bisogna fare qualche passo in più, servono norme cogenti”.
Tra le proposte della Cgil a Ciuoffo, “la necessità di garantire per tutti gli addetti del settore il Contratto nazionale del turismo, puntando anche su un sistema di incentivi verso le aziende che rispettano le regole e di sanzioni per quelle che non le rispettano”. Questo, anche attraverso l’attribuzione di “stelle”/marchio di qualità (attestati, riconoscimenti) ad alberghi, ristoranti, bar, locali, strutture ricettive che si caratterizzano per il rispetto dei diritti dei lavoratori (rispetto del contratto nazionale e delle norme su salute e sicurezza, giusto rapporto di addetti in base ai servizi, investimenti in formazione). Ciò si rende necessario anche perché, in molte strutture alberghiere della Toscana, a causa del processo di esternalizzazione che sta destrutturando il settore, si determina un dumping contrattuale dirompente. Spesso le aziende che si aggiudicano gli appalti di servizi, tra l’altro essenziali e delicati (facchinaggio, rifacimento camere, manutenzione, ristorazione), provano ad offrire ai lavoratori condizioni economiche e normative sempre più basse, facendo riferimento a contratti nazionali impropri e “pirata”, abbassando, per questa via, i livelli di qualità del lavoro, di salute e sicurezza e di qualità del servizio offerto, a nocumento delle aziende che invece continuano correttamente a rispettare le norme e il contratto nazionale del Turismo. E’ anche una questione di legalità: il settore così strutturato è permeabile alle irregolarità, come dimostrano alcune inchieste balzate alle cronache in queste settimane (tra le ultime, l’inchiesta della Guardia di Finanza di Firenze che ha arrestato 4 persone per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e alla bancarotta fraudolenta, sequestrando beni per 18 milioni di euro: in piedi una galassia di società attive nel settore dei servizi di pulizia e facchinaggio operanti anche in prestigiosi alberghi fiorentini, tutte amministrate da ‘teste di legno’, cui subappaltare gli appalti che la loro impresa ‘madre’ si aggiudicava. Senza versare alcuna imposta all’erario, omettendo sistematicamente di versare i contributi previdenziali e assistenziali dei propri dipendenti e producendo una lunga serie di false fatturazioni). “C’è un allarme illegalità nel settore, la nuova legge deve saperlo affrontare – dichiara Fabio Ammavuta della Filcams Firenze -. Inoltre – prosegue -, il sommerso extra alberghiero in Toscana genera un fatturato di 3,5 miliardi di euro all’anno, mentre solo il 52% degli ospiti transita nelle strutture ricettive ufficiali, che peraltro danno lavoro alla gran parte dei regolari nel settore”.
“Si propone poi – va avanti il sindacato -, anche in coerenza dei contenuti del piano strategico di sviluppo del turismo presentato dal Mibact a luglio 2016, l’introduzione nella legge di strumenti di incentivazione economica e fiscale, finalizzati all’emersione e alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro non dichiarati, irregolari e dell’evasione contributiva”.
Circa lo strumento della cabina di regia, già presente nel vigente Testo Unico, la Filcams e la Cgil Toscana ritengono che “vada potenziato e valorizzato, attribuendogli funzioni di indirizzo e controllo e non solo la possibilità di esprimere pareri consuntivi non vincolanti, mutuando analoghe esperienze positive introdotte negli accordi di programma di Piombino e Livorno”.
Altre proposte riguardano temi importanti come la formazione del personale e la valorizzazione di buone pratiche su salute e sicurezza, riconoscendo valore aggiunto ai soggetti che dichiarano l’uso di materiale ecocompatibile e più sicuro per i lavoratori. “Se l’obiettivo dichiarato da tutti è offrire un servizio turistico di qualità è fondamentale che il lavoro sia di qualità, perché vero motore del settore – concludono Bernardini, Lami e Ammavuta -, chiediamo quindi alla Regione più coraggio. Va bene una Legge che regoli le locazioni brevi, i rifugi montani, ma è altrettanto importante inserire norme per l’applicazione del contratto nazionale del turismo e per favorire la regolarità e la qualità dell’occupazione”.