Regione propone nuovo modello per il collegamento istruzione-lavoro

28 novembre 2016 | 12:27
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Regione propone nuovo modello per il collegamento istruzione-lavoro

Università per censo che non attivano più l’ascensore sociale? Pochi laureati che trovano lavori mal retribiti e di scarsa qualità? La Toscana dice “no, grazie” e cerca soluzioni per ridare valore allo studio e alle capacità. Per questo oggi ha portato quattrocento tra studenti e insegnanti da tutta la regione al Palaffari di Firenze con un esperimento che è la rappresentazione di un nuovo modello che intende provare a far parlare tra loro mondi ancora troppo scollegati. E intende farlo lavorando in modo integrato anche all’interno delle stesse istituzioni: in Regione toscana sono coinvolti, ad esempio, tre diversi assessorati.

Orienta il tuo futuro, l’iniziativa al Palaffari, vuol mettere i giovani a contatto diretto con tutti i soggetti, dalle imprese alle università, che formano l’universo dell’offerta di lavoro e che per una volta saranno messi ad ascoltare le domande e le proposte da parte di coloro che diventeranno la platea da cui attingere le risorse del futuro.
“Non ci arrendiamo all’esistente e vogliamo costruire davvero il futuro di questa regione – ha affermato la vicepresidente e assessora all’università e ricerca Monica Barni aprendo l’incontro insieme all’assessora Cristina Grieco e all’assessore Stefano Ciuoffo con Domenico Peruzzo, direttore regionale dell’istruzione – Per questo abbiamo costruito già dentro la giunta una filiera di competenze che partono dall’istruzione, proseguono con l’università fino alle attività produttive. Sono la fotografia virtuosa delle iniziative che a partire da oggi intendiamo attivare. L’obiettivo è chiaro: andare ben oltre il 30 per cento di diciannovenni che dopo la maturità si iscrivono all’università, contribuire come Toscana a uscire dal ruolo di coda per laureati in Europa, fornendo servi zi adeguati e sempre più aiuti finanziari a chi vuol studiare. Perché un paese che non investe sull’istruzione è un paese finito”.
Orientarsi bene e essere coscienti dei propri mezzi e delle proprie aspettative post studio è il primo strumento per capire quello che viene offerto e utilizzarlo al meglio. “Ci stiamo impegnando a collegare bene i percorsi formativi con quelli del lavoro – ha sottolineato l’assessora Grieco – questo di oggi è solo il primo di tanti appuntamenti che siamo certi avranno successo e sui quali contiamo per ricreare nei giovani fiducia nello studio e nel lavoro ben fatto e ben retribuito. Il primo obiettivo è rendere la scelta dei ragazzi più consapevole, il secondo creare un punto di incontro tra interessi ed opportunità”.
Incidere sui percorsi formativi è possibile per eliminare distorsioni inaccettabili, ha insistito l’assessore Ciuoffo, quali percorsi universitari accessibili solo per censo e sbocchi di lavoro post universitari senza premialità professionali e retributive: “Il nostro compito primario è tenere la Toscana dentro la competizione globale, mantenendo e aumentando la presenza già forte di imprese di alta qualità che possano trovare le professioni innovative e costantemente aggiornate sul territorio, autentici patrimoni di nuove energie indispensabili alla crescita”.
Il pomeriggio di Orienta il tuo futuro ha tirato le fila delle numerose riflessioni che hanno riempito i confronti del lavoro mattutino. Da una parte gli studenti dell’ultimo anno delle superiori, tornati in seduta plenaria, a confrontarsi con università e aziende “restituendo” quanto recepito rispetto alle competenze necessarie oggi per entrare in modo corretto nel rapporto con il mondo del lavoro, insieme alla consapevolezza di un percorso che si costruisce senza soluzione di continuità. Come a dire che la formazione è per sempre
Poco distante, decine di studenti universitari si sono trovati impegnati in colloqui di job replacement con i rappresentanti di dieci aziende di punta del panorama produttivo regionale, dal settore farmaceutico a quello del tempo libero alla comunicazione. In sostanza, hanno cercato di capire quanto le proprie qualità professionali e personali attuali siano in sintonia con quanto richiesto dal mondo produttivo nelle sue articolazioni. E poter poi decidere se mirare meglio il percorso di studio e di specializzazione intrapreso, così da renderlo il più efficace possibile per lo sviluppo del proprio futuro.
Insomma la costruzione in concreto di quel percorso annunciato che sia in grado di mettere in comunicazione davvero lavoro e istruzione, lavoro e formazione: “Così che i nostri giovani trovino risposte soddisfacenti nella loro terra – ha concluso la vicepresidente Barni – e il mondo produttivo sappia di poter trovare risorse ai suoi bisogni di innovazione, indispensabili per rispondere alla continua domanda di crescita e adeguamento alle sfide a livello mondiale”.