Carceri, Corleone: “Pronte azioni per migliorare qualità vita detenuti”

Il patto per la riforma del carcere in Toscana è stato firmato questa mattina dal Garante regionale per i diritti dei detenuti Franco Corleone e il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Giuseppe Martone. Si tratta di un protocollo d’intesa su azioni comuni da intraprendere da ora in avanti per affrontare alcuni degli aspetti più critici della situazione detentiva, quelli che possono essere cambiati senza modificare la legge dello Stato. Garantire i principi costituzionali e i diritti dei detenuti, che sono anche oggetto della proposta di legge delega in discussione in Parlamento, tra cui spiccano il lavoro, l’affettività, le misure alternative alla detenzione, la salute e in particolare quella mentale, le condizioni materiali di detenzione. Un impegno per una mutua collaborazione, anche con il coinvolgimento del volontariato e della Regione, per migliorare la qualità della vita all’interno degli istituti penitenziari. Una road map che presuppone scadenze definite mese per mese, spiegano il garante e il provveditore regionale. “Ci ritroveremo qui per verificare i primi risultati, saremmo contenti se nel giro di un anno vedessimo realizzato il 50 per cento delle proposte qui contenute”.
Quella firmata oggi a Firenze “vuole essere un’esperienza pilota – dice Corleone –, che anticipi, attraverso lo sviluppo di buone pratiche, gli esiti della riforma delineata dagli Stati generali dell’esecuzione penitenziaria, conclusi nella primavera di quest’anno, e della proposta di legge delega attualmente in Parlamento. L’idea è emersa nell’ambito del seminario di preparazione del Convegno in onore di Alessandro Margara, seminario realizzato il 12 ottobre scorso presso la Fondazione Michelucci, e i cui contenuti sono stati presentati il 13 nell’Auditorium del Consiglio Regionale. Domani, saremo a Roma per una riunione dei garanti italiani. Mi auguro che il patto venga fatto proprio da altre Regioni e diventi una sorta di Carta nazionale”. Il patto sarà firmato nel prossimo mese anche dai Garanti comunali attivi in Toscana, che formano una rete che opera congiuntamente per la garanzia dei diritti dei detenuti.
Gli impegni presi riguardano innanzitutto la parte strutturale, prevedendo la conclusione nel 2017 degli interventi di ristrutturazione più urgenti delle carceri toscane: lavori per la riapertura del carcere di Arezzo, ristrutturazione di due sezioni a Livorno e riapertura del femminile, sempre a Livorno lavori per assicurare l’apertura della cucina dell’alta sicurezza, a Pisa la decisione sull’utilizzo del manufatto G1 e rifacimento dei bagni nella sezione femminile, lavori per la riapertura di Pistoia, interventi a Sollicciano a cominciare dalla seconda cucina al maschile, lavori al Gozzini per trasformarlo in istituto femminile, costruzione del Teatro a Volterra e adeguamento dell’infermeria a Lucca. “Dovranno essere ridefiniti i ruoli delle isole e delle custodie attenuate, nonché dovrà essere aperta una riflessione sulla detenzione femminile, che dovrebbe trovare una sua specifica sistemazione, teorica e materiale, non come appendice del maschile ma come luogo che tenga conto della diversità di genere”, spiega Corleone.
Impegni congiunti per iniziative condivise dovranno riguardare anche la sostituzione degli sgabelli che si trovano nelle celle con sedie, la realizzazione di piccole aree di vendita interne agli istituti. Il Garante chiederà al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria l’avvio di sperimentazioni in alcuni istituti per consentire un numero maggiore di telefonate a carico del detenuto, e la possibilità di modulare i tempi delle telefonate, se necessario con modifiche di legge. “E’ una mia iniziativa, così come intendo sostenere una progressiva e tendenziale eliminazione delle terze e più brande, per arrivare all’obiettivo di celle singole o doppie”.
Il provveditore e il garante intendono chiedere alla Regione Toscana di predisporre un piano straordinario per il diritto alla salute, che comprenda: accesso alle cure odontoiatriche, progetti individualizzati per i sex offenders, partecipazione attiva all’istituzione delle articolazioni psichiatriche penitenziarie nelle maggiori carceri toscane, con gestione sanitaria, sperimentazioni di riduzione del danno in relazione alle malattie trasmissibili sessualmente e in relazione all’assunzione di droghe, criteri uniformi di definizione dello stato di tossicodipendenza per migliorare l’accesso ai trattamenti. Alla Regione e ai Comuni insieme, il garante e il provveditore chiedono di rafforzare l’impegno per la realizzazione di attività rieducative interne alle strutture carcerarie e di progetti finalizzati al reinserimento sociale, di promuovere azioni, in accordo con l’amministrazione penitenziaria, per il rafforzamento del personale educativo e psicologico all’interno delle carceri, immaginando anche di avviare percorsi di mobilità interistituzionale, di attivare risorse particolarmente rivolte alla realizzazione di corsi di formazione professionale nelle strutture penitenziarie, di incentivare, in tutte le forme possibili, gli inserimenti lavorativi delle persone detenute, in misura alternativa o a fine pena.