M5S attacca: “Stop ritardi per i fondi per i giovani agricoltori”

Il Movimento 5 Stelle torna sui ritardi di liquidazione dei vincitori del bando programma di sviluppo rurale Pacchetto Giovani per l’agricoltura, nelle annualità 2015 e 2016. Presentata una mozione al voto nel prossimo consiglio regionale. “Carta canta – commenta Irene Galletti, consigliera regionale M5S vicepresidente della Commissione sviluppo economico e rurale e prima firmataria dell’atto -: in risposta a nostre interrogazioni l’assessore Remaschi ha ammesso ritardi e pressapochismo riguardo questo bando, sulla pelle di molti degli aspiranti giovani agricoltori che vi hanno partecipato. Basti pensare che, a 14 mesi dal termine di presentazione della domanda 2015, per 113 vincitori siamo ancora agli incartamenti istruttori e per altri 336 la Regione è ferma al decreto di assegnazione del contributo, due passi prima del momento in cui finalmente i soldi partono dalla Regione verso il conto dei legittimi destinatari. L’aspetto increscioso è che questa storia infinita di mala gestione pubblica si ripresenta anche per il bando 2016 come da noi denunciato in passato. Una situazione cui l’assessorato ha tentato di porre rimedio con un Gruppo di Coordinamento che arriva a valle di un problema da analizzare a monte”.
“Proprio per scongiurare il ripetersi di quanto accaduto vogliamo che il caso Psr Pacchetto Giovani diventi oggetto di un’analisi tecnica seria da parte della giunta su motivi e responsabilità di questi ritardi. Un’analisi da sottoporre alla Commissione sviluppo economico e rurale insieme ai provvedimenti risolutivi dell’assessorato. Una proposta di governo che presentiamo al voto martedì, insieme alla richiesta di saldare quanto prima tutti i vincitori almeno del bando 2015 e, qualora ci fossero avanzi di cassa da chi ha rinunciato (magari per l’attesa ingestibile per il proprio business plan), che questi siano reinvestiti per l’annualità 2016”, precisa la Cinque Stelle.
“Prenderemmo il voto negativo del Partito Democratico come l’attestazione che non solo hanno creato una macchina burocratica mastodontica, ma non sanno come gestirla per l’unico fine pubblico utile: l’efficienza per chi sta fuori dal palazzo”, conclude Galletti.