Enti dipendenti, nuova legge per tempi certi per approvare bilanci e piani di attività

Rendere omogenea la disciplina degli enti dipendenti dalla Regione e le società in house sui piani di qualità della prestazione organizzativa, sulla valutazione dell’organo di vertice, sui tempi e modalità di approvazione degli atti di programmazione e di bilancio dei bilanci. E’ questo l’obiettivo di una legge approvata a maggioranza dal consiglio regionale con ventidue voti favorevoli, dieci contrari e due astenuti, che interviene su undici leggi in vigore.
E’ stato il presidente Giacomo Bugliani (Pd) ad illustrare il lavoro svolto dalla commissione affari istituzionali in fase istruttoria su un testo che interviene su Irpet (Istituto regionale per la programmazione economica), Artea (Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura), Ars (Agenzia regionale per la sanità), Sviluppo toscana, Arpat (Agenzia di protezione ambientale, Consorzio Lamma, Agenzia regionale per il recupero delle risorse, Autorità portuale regionale, Ente terre regionale, Enti parco ed Apet (Agenzia di promozione).
In particolare Bugliani si è soffermato sui tempi di approvazione dei bilanci di previsione. “Rispetto al testo originario, sono ben diversi – ha osservato – Sono tempi che vanno nella direzione di garantire il ruolo del consiglio regionale e della commissione nella espressione del parere”. Entro il 30 novembre dell’anno precedente, l’ente di riferimento deve trasmettere il bilancio di previsione ed il piano o il programma di attività. La giunta ha a sua volta 45 giorni di tempo per l’istruttoria, che possono arrivare a 55 nel caso di rilievi. Dopo l’approvazione l’invio al Consiglio avviene entro il 15 oppure il gennaio dell’anno seguente. “La Commissione ha trenta giorni di tempo dall’assegnazione per la formulazione del parere – ha precisato il presidente, richiamando il Regolamento consiliare – L’aula dovrà esprimersi entro i quindici giorni successivi. I tempi possono quindi arrivare al massimo al 15 marzo. La giunta entro i quindici giorni successivi al voto può giungere all’approvazione definitiva del bilancio e può emanare specifiche direttive, che tengano conto delle eventuali variazioni introdotte”.
Il presidente della commissione ha quindi illustrato un emendamento che obbliga la giunta a trasmettere al Consiglio anche il piano o il programma di attività, in modo che l’istruttoria consiliare possa tenerne conto. L’obbligo di trasmissione, previsto solo per alcuni enti, viene esteso a tutti.
“Non credo che la soluzione per una migliore gestione delle società regionali sia contingentare i tempi, e quindi le analisi, del consiglio regionale”, ha osservato Claudio Borghi (Lega). Per questo ha annunciato il voto contrario.
“Gli emendamenti del Partito Democratico sulla proposta iniziale sono tesi soltanto a non fare arrabbiare la giunta – ha affermato Enrico Cantone (M5S) – Le prerogative del Consiglio vengono meno e finiamo per svolgere un ruolo di mero passacarte”. Per questo ha illustrato una serie di quattordici emendamenti. Secondo Tommaso Fattori (Si Toscana) l’obbiettivo di armonizzare la disciplina per l’approvazione degli atti di programmazione di tutti gli enti dipendenti è pienamente condivisibile, ma “il nodo della razionalizzazione non può essere il contingentamento dei tempi per il Consiglio”. “Il testo originario non poteva essere votato – ha affermato – Il testo uscito dalla commissione è migliorato, ma ulteriormente migliorabile”.
Ad esprimere parere negativo sugli emendamenti presentati dal gruppo M5S è stato Giacomo Bugliani (Pd). “L’intervento del Consiglio regionale diventerebbe eccessivamente invasivo rispetto ad enti che rispondono sostanzialmente alla giunta”, ha affermato, sottolineando che rischierebbero anche di rendere l’iter procedurale eccessivamente farraginoso.