Giannarelli (M5S): “Bocciata la nostra mozione per abolire la depurazione in bolletta”

“250mila toscani non hanno il servizio di depurazione ma lo pagano comunque in tariffa per un’indecente furbata dei gestori privati che chiedevamo di rimuovere”. Così Giacomo Giannarelli, consigliere regionale M5S e vicepresidente della commissione ambiente e territorio e primo firmatario di una mozione che è stata bocciata. “Oggi chi subisce questa situazione – spiega – cioè vive in zone non coperte dalla rete fognaria, deve armarsi di pazienza infinita: paga una bolletta che include il servizio depurazione, senza usufruirne, poi deve far richiesta di rimborso al gestore per quanto da lui indebitamente richiesto. E come? Quando chiama l’autospurgo deve farsi rilasciare fattura e foglio blu dell’intervento, scaricare il modulo (Spurgo fognatura mista) dal sito web del gestore e allegare la documentazione chiedendo indietro i soldi che ha speso. Noi proponevamo il buon senso: escludere la voce depurazione dalla bolletta di chi non ha il servizio di depurazione. Ma il Pd ha detto no, ennesimo regalo ai gestori privati del servizio idrico toscano e alle società che ne detengono le quote, in barba ai cittadini”.
“Ma premesse ed entità del regalo gridano vendetta – continua Giannarelli – Nel 2008 infatti la Corte Costituzionale aveva sancito l’ovvio: i cittadini non dovrebbero pagare un servizio non fornito. Ma dopo 9 anni i gestori del servizio idrico toscano continuano a ingannare quella sentenza col metodo del “prima facciamo pagare il cittadino, poi rimborsiamo chi se ne accorge e fa richiesta”. Con questa furbata finora in media solo il 20% dei cittadini finiti nella trappola ha rivisto i propri soldi. Acque ha potuto rimborsare solo il 5% degli aventi diritto, Gaia il 9%, Nuove Acque il 22% e Publiacqua il 39%”.
“Come Movimento 5 Stelle – conclude – ci impegneremo per informare il più possibile i cittadini di questa situazione. Per arrivare dal basso a quello che, nel palazzo, il Pd-Mdp ha reso impossibile: la fine dell’incredibile ‘truffa legalizzata’ dei gestori a quei 250mila toscani che pagano in tariffa il servizio di depurazione, senza ususfruirne”.