
Maggioranza trasversale per la mozione sull’applicazione di interruzione volontaria di gravidanza, prevista dalla legge 194 del 1978. L’atto, primo firmatario Paolo Sarti (Sì Toscana a sinistra), è stato sottoscritto anche da alcune consigliere del Partito democratico (Monia Monni, Alessandra Nardini, Valentina Vadi, Fiammetta Capirossi), da Serena Spinelli (Art1 Mdp) e da Irene Galletti (M5S).
La mozione – che è stata approvata con 22 voti favorevoli su 32 presenti, 9 i voti contrari e 1 astenuto – impegna la Giunta regionale ad assicurare adeguati parametri di personale sanitario, al fine di garantire la piena applicazione della legge; ad adempiere ai compiti, di spettanza della Regione, di verificare che le Asl organizzino il controllo e garanzia del servizio di Ivg; a prevedere, nel caso di situazioni di grave carenza del personale medico non obiettore, l’indizione di concorsi pubblici con indicazione, tra i requisiti per la partecipazione, della disponibilità a svolgere tutte le specifiche funzioni in applicazione della legge 194.
“Una legge che ha dato i suoi risultati e che lo Stato deve far rispettare”, come ha sottolineato Sarti, presentando l’atto in aula. “L’interruzione della gravidanza non è solo un problema della donna ma è un problema di tutti: chiedo quindi alla Giunta di impegnarsi e ai consiglieri di votare questa mozione”. Secondo Claudio Borghi (Ln), che ha invitato a riflettere sul “tema demografico troppo spesso sottovalutato”, siamo di fronte ad un tema etico, sul quale non ci può essere indicazione di partito: voto di coscienza quindi. Ad esprimere il personale voto favorevole la consigliera Alessandra Nardini (Pd): “non stiamo parlando di una guerra di religione, ma della difesa di un diritto, di una legge che è frutto di tante battaglie”. Per Irene Galletti (M5S) “in uno stato laico, c’è la necessità di rispettare due diritti: quello della donna ad abortire e del medico a fare obiezione”. Marco Casucci (Ln), che ha ricordato la sua posizione antiabortista, e quindi il proprio voto contrario, ha invitato a non parlare di “colpa dei medici obiettori”.
Stefano Baccelli (Pd), parlando anche a nome dei colleghi del proprio gruppo Lucia De Robertis e Giacomo Bugliani, ha annunciato voto contrario, per una “mozione più ideologica, a tratti discriminatoria nei confronti dei medici obiettori”, che di fatto fotografa una Toscana che riesce a tutelare entrambi i diritti. Per Serena Spinelli (Art1 Mdp) “sul diritto complesso delle donne nessuno ha diritto di giudicare”. Voto favorevole sulla mozione e dovere della politica a favorire servizi adeguati. Voto contrario invece per Giovanni Donzelli (FdI), preoccupato della possibilità di poter fare concorsi in base alle opinioni: “il diritto al lavoro non può essere insaccato”. A chiudere il dibattito, Tommaso Fattori (Sì Toscana a sinistra), che ha chiesto il voto elettronico e affermato che va “squarciato un velo di ipocrisia”, parlando di medici obiettori nel pubblico e abortisti nel privato.