
Sostenere e preservare le piccole produzioni agricole locali, tipiche della tradizione toscana. Questo l’obiettivo del testo unificato della proposta di legge “Disposizioni per la trasformazione e la lavorazione di piccoli quantitativi di prodotti agricoli” illustrato, questa mattina, in commissione agricoltura, presieduta da Gianni Anselmi (Pd). Il testo nasce dall’integrazione di due atti rispettivamente di iniziativa dei consiglieri regionali Tommaso Fattori (Sì) e Serena Spinelli (Art.1-Mdp).
L’atto detta disposizioni per agevolare la lavorazione, la trasformazione e il confezionamento di piccoli quantitativi di prodotti agricoli destinati alla vendita e alla degustazione che, per le loro caratteristiche o per la limitatezza della produzione, non si prestano ad una lavorazione industriale.
“Si può parlare – ha detto Fattori – di un’agricoltura contadina che va nella direzione del biologico, che rappresenta un presidio di difesa del suolo, che contribuisce alla difesa del paesaggio agricolo e al mantenimento della biodiversità in zone marginali. Questo testo di legge vuole salvaguardare queste piccole realtà, questi sistemi produttivi, queste aziende di tipo familiare”.
Nella norma si definiscono i destinatari degli interventi: gli imprenditori agricoli che svolgono le attività di lavorazione, trasformazione e confezionamento con la prevalenza del proprio lavoro e con l’apporto dei familiari, i piccoli imprenditori coltivatori diretti o le cooperative che utilizzano esclusivamente il lavoro dei propri soci. Si dettagliano poi le tipologie dei prodotti sui quali è consentita l’attività di trasformazione e lavorazione che spaziano dalle confetture e conserve ai cereali e legumi, castagne e funghi, erbe aromatiche, zafferano, formaggi e salumi, miele, vino eolio d’oliva. L’atto specifica poi le modalità per l’avvio dell’attività (occorre la Scia, segnalazione certificata di inizio attività) e i requisiti edilizi ed igienici dei locali e delle attrezzature da utilizzare che possono essere sia i locali della propria azienda che quelli dell’abitazione. Infine, sono previste le sanzioni per chi non effettua la scia (da 500 a 3mila euro), per chi non rispetta i requisiti strutturali ed igienico sanitari (da 500 a 3mila euro)e i limiti quantitativi dei prodotti.
“Il territorio della Toscana – ha concluso Spinelli- è caratterizzato da una forte presenza di agricoltura su piccola scala, a basso impatto ambientale con colture diversificate, una risorsa per la regione che consente di mantenere un presidio sul territorio anche nelle zone montane altrimenti abbandonate”. “Con questa norma – aggiunge la consigliera – si garantisce in certe aree anche una preservazione del territorio rispetto all’abbandono, al dissesto idrogeologico o alla perdita di alcune produzioni che non hanno una capacità propria di commercializzazione”.
In chiusura di commissione, il presidente Anselmi ha espresso l’apprezzamento per una norma che tende a semplificare e ad agevolare la vita degli agricoltori. “La proposta di legge – ha detto il presidente- nel corso delle prossime sedute, sarà adesso oggetto di consultazioni”.